Trump in difficoltà? Manna per gli Emerging:i bond possono continuare il rally
Non solo solo gli avversari politici a sfregarsi le mani per le difficoltà politiche di Donald Trump. Anche gli investitori che hanno i portafogli pieni di titoli di debito dei mercati emergenti, scommettendo (a ragione) sulle loro performance positive che durano ormai da più di un anno, brindano in questa torrida estate.
Già perché i numeri che mancano a The Donald al Congresso fra i suoi stessi compagni di partito gli impediscono sia di accelerare sulle politiche protezionistiche promesse in campagna elettorale, sia sulla tanto attesa riforma fiscale che, nei piani dell'amministrazione Usa, avrebbe dovuto (assieme al mega piano infrastrutturale) dare quella spinta al Pil per portarlo a un tasso di crescita annuale del 3% (ora viaggia a poco più del 2%). Politica fiscale espansiva che avrebbe facilitato il lavoro della Federal Reserve nell'alzare i tassi d'interesse in maniera più veloce, ma che avrebbe alimentato la corsa del dollaro e messo in difficoltà quanti fra gli Emerging Markets si fossero indebitati in valuta forte, come il biglietto verde.
"In questo contesto, non stupisce che il dollaro, il cui valore riflette in parte il sentiment nei confronti dell’economia Usa, abbia cancellato tutti i guadagni registrati dopo le elezioni: l’indice del dollaro statunitense è ora vicino a livelli visti l’ultima volta a inizio 2015 e il debito dei mercati emergenti ne ha beneficiato", spiega infatti John Peta, head of emerging market debt di Old Mutual Global Investors.
"Se questa situazione di stallo dovesse continuare a Washington - prosegue lo strategist - riteniamo che le obbligazioni degli Emerging guadagneranno ulteriormente nel 2018. Non vediamo motivi per cui, con l’attuale presidente al potere, la Casa Bianca non dovrebbe continuare a fare i conti con crisi autoinflitte, nonostante la nomina di un nuovo Capo dello staff".
"Tale azione - conclude Peta - indica che la crescita globale potrebbe restare sulla strada giusta. Sicuramente, nel caso in cui i “guai” di Trump si dovessero intensificare (la ex star dei reality fronteggia un rischio non trascurabile di impeachment), il mercato azionario potrebbe barcollare, danneggiando altri asset rischiosi come i bond dei mercati emergenti. Tuttavia non è così ovvio che l’economia mondiale soffrirebbe in un contesto simile: le prove derivanti da episodi simili avvenuti a Washington in passato sono inconcludenti. Nel frattempo, gli investitori nel debito degli Emerging possono godersi il benessere dell’economia globale, protetti dai piani dell’amministrazione Trump grazie alla sua stessa incompetenza".