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Economia
Truth, social di Trump crolla in Borsa. Bruciati 4 miliardi in una settimana
Donald Trump

Truth, brutte notizie per Trump: il titolo crolla in Borsa (-30%). Bruciati 4 miliarid di dollari in pochi giorni

Il sogno di Trump già in frantumi? Truth, il social dell’ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump, ha registrato un vero e proprio crollo in Borsa dopo l’annuncio dei risultati finanziari. Nel dettaglio, il social network ha incassato nel 2023 solo 4,1 milioni di dollari di ricavi, a fronte, invece, di oltre 58 milioni di dollari di perdite. A rilevarlo è Axios, la quale cita a sua volta i documenti rilasciati sulla società dalla Sec (una sorta di Consob europea, ente regolatore della Borsa americana).

Una doccia gelata, questa, che arriva dopo l’enorme profitto guadagnato solo la scorsa settimana. Il social, edito dalla quotata al Nasdaq Trump Media & Technology Group (nata dalla fusione tra Trump Media e la spac Digital World Acquisition Corp, ndr), è approdato a Wall Street martedì 26 aprile e, nel giorno del debutto, il titolo aveva portato a casa il +43%.

LEGGI ANCHE: Trump, il social Truth fa il boom in Borsa il giorno del suo debutto

Tutte le entrate dell’azienda, rileva ancora Axios, provengono dalla pubblicità su Truth Social. La maggior parte delle sue spese è legata agli interessi sul debito, sebbene Trump Media & Technology Group abbia anche registrato una perdita operativa di circa 16 milioni di dollari per il 2023.

Tornando a oggi, la azioni di Trump Media hanno visto calare il proprio valore di oltre il 30%. Ma è solo facendo un’analisi più approfondita che si può capire la reale entità del danno economico. Il titolo della società a capo di Truth Social è arrivato, martedì 26 marzo (precisamente alle 14.30), a valere ben 74,74 dollari per azione raggiungendo così una capitalizzazione complessiva di oltre dieci miliardi di dollari.

Nel momento in cui viene scritto questo articolo, invece, Trump Media ha una capitalizzazione di 6,41 miliardi di dollari ad un costo di 47,88 dollari per azione. Si tratta di quasi 4 miliardi di dollari bruciati in neanche una settimana. Ora è difficile prevedere cosa accadrà. Il titolo del social di Trump potrebbe riprendersi per poi stracciare nuovi record oppure, e "The Donald" non ne sarebbe affatto felice, potrebbe proseguire la discesa… Non resta che rimanere aggiornati.

Così Trump ha evitato di tirar fuori "di tasca sua" 175 milioni di dollari evitando il sequestro dei beni

L’ex presidente Donald Trump ha depositato il bond da 175 milioni di dollari come garanzia di pagamento del risarcimento da oltre 450 milioni a cui è stato condannato dalla corte di Manhattan per un caso di frode fiscale e finanziaria. Lo riportano i media americani.

Trump ha presentato un “bond” emesso dalla Knight Specialty Insurance Company. La settimana scorsa i giudici della divisione d’appello di New York avevano ridotto da 464 a 175 milioni la cifra da depositare in attesa dell’appello. Al tycoon erano stati concessi altri dieci giorni di tempo.

Il tycoon ha evitato il pignoramento dei beni, un’ipotesi concreta dopo la condanna inflitta dal tribunale per frode fiscale e finanziaria nei confronti dello Stato di New York. Trump, condannato per aver gonfiato illegalmente per anni il valore degli asset del suo patrimonio per avere prestiti bancari a condizioni vantaggiose, dovrebbe pagare più di 460 milioni di dollari, cifra che equivale alla somma dei 350 milioni di dollari richiesti dallo Stato, a cui si sono aggiunti più di cento milioni di interessi maturati in questi anni.

All’inizio il tycoon avrebbe dovuto versare l’intera cifra entro il 25 marzo, ma i giudici della corte d’appello statale gli hanno riconosciuto la settimana scorsa un forte sconto, obbligandolo a versare 175 milioni, e concedendogli altri dieci giorni di tempo. Trump ha rispettato l’impegno con qualche giorno d’anticipo. Lo strumento usato è il “bond”, una garanzia finanziaria diversa dalla fidejussione sia per scopi sia per caratteristiche.

La fidejussione è, basicamente, un contratto in cui una compagnia di assicurazione o una banca si impegna a garantire l’adempimento di un’obbligazione di una terza persona. Questa garanzia viene usata generalmente in contesti come gli appalti, a garanzia della solvibilità del contraente. Il bond utilizzato da Trump è richiesto, invece, nel sistema giudiziario americano e riguarda gli appelli legali negli Stati Uniti.

Quando una parte perde una causa e decide di fare appello, viene richiesto di fornire un “appeal bond”: questo bond, messo a disposizione da una compagnia finanziaria, serve a garantire che, se l’appellante perderà di nuovo in aula, sarà in ogni caso in grado di coprire i costi e i danni che l’altra parte ha subito. In questo caso lo Stato di New York. Il costo va dal tre al dieci per cento della cifra.

Secondo quanto riportano i media americani, il tycoon dovrebbe pagare alla compagnia che gli ha rilasciato il bond, la Knight Speciality Insurance Company, una percentuale minima del tre cento, pari a poco più di cinque milioni di dollari, ma che può superare anche i dieci milioni. Soldi che verranno pagati anche nel caso l’ex presidente perdesse l’appello. Ma senza l’intervento della compagnia, Trump avrebbe dovuto pagare con soldi prelevati dai suoi conti correnti. Secondo quanto ha riportato il mese scorso il New York Times, il tycoon ha un patrimonio di oltre sei miliardi di dollari, ma poche centinaia di milioni di liquidità.






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