Economia
UBI Banca e Centro Einaudi promuovono il XXIV Rapporto sull’economia
XXIV Rapporto: “Il Tempo delle incertezze” illustra gli esiti incerti dell'economia italiana ed europea, focus su digitalizzazione e sostenibilità
XXIV Rapporto sull'economia globale e italiana: "L’incertezza va governata per non minare la sostenibilità dell’intero sistema", afferma Letizia Moratti Presidente di UBI Banca, riflettendo sui focus del Rapporto 2020 sulla velocità dei cambiamenti e sul loro esito incerto
Assolombarda ospita oggi nella sua sede milanese il XXIV Rapporto sull’economia globale e italiana, promosso dal Centro Einaudi e da UBI Banca e curato, quest’anno, dal professor Mario Deaglio e pubblicato da Guerini e Associati.
Il Rapporto analizza i principali fenomeni economici e geopolitici italiani e mondiali degli ultimi mesi con un approccio multidisciplinare, indagando in particolare i temi di reciproca influenza ed evidenziando i principali fattori di cambiamento.
“Il Tempo delle Incertezze” è il titolo prescelto per lo studio di quest’anno in vista degli ultimi tempi caratterizzati dall’incertezza degli esiti nel lungo termine in tutto il mondo: gli Stati Uniti hanno sviluppato infatti una politica commerciale di rottura del multilateralismo per tornare a negoziati bilaterali rendendo incerte e difficili le scelte di investimento e produzione mondiali; l’Europa rimane coinvolta nell’incertezza più profonda che riguarda l’essenza dei rapporti fra i diversi suoi Paesi membri. Infatti tutti i temi cruciali per il futuro hanno inevitabilmente a che fare con il concetto di sostenibilità nel lungo termine, di natura economica, finanziaria, ecologica e ambientale e sociale perché qualsiasi rivoluzione ed innovazione non sarà realmente efficace se la società non sarà in grado di creare i contrappesi alle polarizzazioni eccessive di reddito di benessere che si stanno formando in tutto il mondo.
XXIV Rapporto: interviene Alessandro Spada, Vicepresidente Vicari di Assolombarda
Alessandro Spada, Vicepresidente Vicario di Assolombarda afferma: “Il 2019 è stato un anno complesso. Ricordo che un anno fa il Rapporto titolava: “Il mondo cambia pelle?”. Continua: “Infatti, le opportunità e i rischi del quadro globale si sono dimostrati estremamente mutevoli. Nuovi assetti geopolitici, nuovi fenomeni a cui far fronte, nuove incertezze da imparare a gestire.
Ed è proprio la parola incertezza che viene richiamata nel titolo del nuovo volume: “Il Tempo delle Incertezze”. Si tratterà quindi di un anno, anzi di un “tempo”, caratterizzato da un clima instabile e confuso.
Uno tra i più importanti elementi che genera questa incertezza è la guerra dei dazi, che ha influito negativamente sul già complesso quadro dell’economia italiana. Anche gli ultimi sviluppi non ci lasciano tranquilli. Dalla nostra prospettiva di esportatori, infatti, la recente tregua tra Stati Uniti e Cina potrebbe assumere conseguenze negative e quindi passare da buona a cattiva notizia. L’impegno della Cina ad acquistare 200 miliardi di dollari di beni americani - di cui ben 75 corrispondono a prodotti industriali - produrrà un importante spostamento dei consumi cinesi verso i prodotti americani, a danno delle importazioni dall’Europa e quindi dall’Italia”.
Il Vicepresidente Alessandro Spada prosegue il suo discorso analizzando il quadro italiano, in particolare “l’iceberg della produttività”: “Queste nubi all’orizzonte non fanno che rendere ulteriormente incerto il quadro del nostro Paese che, secondo le ultime previsioni del Fondo Monetario Internazionale, vedrà il PIL crescere del +0,5% nel 2020, dopo un 2019 a +0,2%. Dal mio osservatorio di imprenditore, reputo questo rallentamento molto preoccupante. L’economia è in stagnazione; stanno crollando gli investimenti, sia pubblici che privati; gli investitori esteri non hanno fiducia nell’Italia. Attenzione però a non guardare soltanto la punta del problema. La parte sommersa dell’iceberg è molto più estesa e profonda e ha un nome: produttività. Un tema che spesso e volentieri si dimentica, ma che ristagna da 25 anni.
Considerata quindi la storica fragilità della nostra struttura economica e la sfavorevole congiuntura globale, noi imprenditori da tempo sapevamo che sarebbe arrivato questo momento di forte criticità. E, per arginarlo, avevamo posto chiare richieste al Governo, fra cui una Legge di Bilancio che avesse coraggio e che avesse come obiettivo principale la crescita. E invece possiamo solo constatare che gli ultimi interventi in materia fiscale non sono andati in questa direzione”.
XXIV Rapporto: interviene Letizia Moratti, Presidente di UBI Banca
Letizia Moratti, Presidente di UBI Banca ha spiegato oggi durante il convegno per la XXIV edizione del Rapporto ad Affaritaliani.it: “Il rapporto illustra la velocità dei cambiamenti e i loro esiti incerti. L’incertezza va governata per non minare la sostenibilità dell’intero sistema. Vi è illustrata l’economia globale con un tasso di crescita che intorno al 3%, quello europeo intorno all’1,2%, mentre l’Italia fatica a tenere il passo con il resto del mondo”.
Sono tre le sfide più urgenti secondo la Presidente di Ubi Banca, che ad Affaritaliani.it sottolinea inoltre: “La rivoluzione digitale impone dei cambiamenti nell’abito delle competenze, un tema urgente che riguarda la pubblica amministrazione, le aziende e le banche. La sostenibilità è a mio avviso il tema cruciale. Sicuramente importante anche il tema degli investimenti, che per l’Italia significa rendere sostenibile anche il debito pubblico”.
XXIV Rapporto: interviene Victor Massiah, Consigliere Delegato UBI Banca
Victor Massiah, Consigliere Delegato UBI Banca ha rilasciato oggi ad Affaritaliani.it: “Abbiamo assistito alla presentazione di uno scenario che rappresenta tante incertezze, come dice il titolo del progetto. Fa piacere poi sentire i rappresentanti dell’economia reale che nonostante tutto sono ottimisti. Questo credo sia la testimonianza di quanto, in questo paese, le forze dell’economia reale combattano nel mercato internazionale portando a casa delle vittorie. Per questo credo non ci sia un elemento di maggior positività di cui si possa parlare”.
XXIV Rapporto: i temi del futuro: tecnologia e sostenibilità
Il XXIV Rapporto continua ponendo l’attenzione sui due temi che più di tutti segneranno il prossimo futuro e che stanno già modificando l’assetto globale: la digitalizzazione e la sostenibilità.
La tecnologia sta disegnando una manifattura completamente diversa da quella a cui eravamo abituati. Si sta delineando uno spostamento dei baricentri verso le economie asiatiche, la Cina sta implementando tecnologie dirompenti. Ma la manifattura italiana non può rimanere fuori dai tavoli di discussione sul futuro dell’industria in termini di tecnologia, di lavoro, di competenze, di sostenibilità ambientale e sociale. L’Italia su questi temi ha tutte le carte per essere tra gli interpreti principali del prossimo futuro.
Il secondo tema, relativo alla sostenibilità, non può che passare dalle imprese, perché è da qui che partono gli investimenti. Ma le stesse imprese vanno sostenute in questa transizione verso un futuro sostenibile.
Il Vicepresidente Alessandro Spada precisa: “Oggi invece noi siamo soli. Siamo soli in Italia, perché non si può introdurre la Plastic tax quando ancora non si sbloccano le concessioni per gli impianti di trattamento dei rifiuti. Siamo soli in Europa, perché siamo in attesa che agli annunci del Green New Deal seguano finalmente i fatti. Le risorse sono state stanziate e ammontano a 1 trilione di euro, ora serve l’implementazione del piano”. Entrambi i temi, tecnologia e sostenibilità, implicano quindi forti cambiamenti e la necessaria trasformazione dei vecchi paradigmi.
Conclude il Vicepresidente di Assolombarda: “Noi imprenditori, il cambiamento è l’anima dell’attività d’impresa. E dovrebbe esserlo anche dell’intero Paese. Si prospettano molteplici opportunità, provenienti sia dalla tecnologia sia dalla sostenibilità, ma per coglierle abbiamo bisogno di un progetto politico, economico, sociale di lungo periodo, per dare finalmente un’accelerata a investimenti, occupazione e crescita”.
XXIV Rapporto: interviene il curatore del Rapporto Massimo Deaglio
Massimo Deaglio, Curatore del XXIV Rapporto e economista specializzato nei temi della globalizzazione ha commentato ad Affaritaliani.it: “Da questo rapporto emergono varie cose, tutte legate a un tema: stiamo perdendo i punti di riferimenti che ci hanno governato negli ultimi vent’anni, come il libero mercato, l’emergenza climatica e le emigrazioni. In particolare L’Italia è in un punto geografico caldo e deve stare attenta a non affrontare la questione in maniera sbagliata e deve pensare al suo futuro nel lungo periodo”.
XXIV Rapporto: La Lombardia sta rallentando
Per analizzare la mancata crescita dell’Italia, il Rapporto utilizza una chiave di lettura costante: i divari territoriali. In questa edizione, la Lombardia è scorporata dal Nord Ovest, proprio per distinguere la performance più positiva rispetto alle altre regioni. Ma i dati più recenti dell’andamento economico segnano un profondo rallentamento anche nella nostra regione: il PIL annuale lombardo è passato infatti da un +1,0% nel 2018 a un +0,4% nel 2019; la produzione manifatturiera ha registrato un magro +0,3% nei primi 9 mesi del 2019, mentre nel 2018 era cresciuta del +3,0% e le esportazioni sono cresciute di solo il +0,4% nei primi 9 mesi del 2019, mentre nel 2018 l’aumento è stato del +5,4%.
La situazione è particolarmente seria: la Lombardia è la locomotiva d’Italia, ma è lasciata completamente sola dalla politica. Le imprese di questo territorio, come tutte le imprese italiane, non stanno ricevendo alcun supporto.