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Economia
UBI Banca: utile netto di 93,6 milioni, +12,2% rispetto il 2019

UBI Banca chiude in positivo il primo trimestre 2020 con un utile netto contabile a 93,6 milioni, più che raddoppiato rispetto ai 38,1 milioni del 4trim 2019 e +12,2% rispetto agli 83,4 del 1trim2019

Il 2020 è iniziato per UBI Banca con la conferma di solidi risultati economici e patrimoniali. Nel primo trimestre dell’anno, che include i primi impatti dell’emergenza Covid19, manifestatasi a partire dal mese di marzo, l’utile netto si è attestato a 93,6 milioni (più che raddoppiato rispetto ai 38,1 milioni del 4trim2019 e +12,2% rispetto agli 83,4 del 31.3.2019), nonostante significative rettifiche analitiche aggiuntive effettuate in modo mirato sulle inadempienze probabili nei settori maggiormente colpiti dalla crisi Covid19.  

Victor Massiah CEO di UBI Banca: "Positivi i risultati del primo trimestre 2020"

I dati economici del 1° trimestre 2020 

Il CET1 FL ratio è salito significativamente al 12,86% (+57 bps vs 31.12.2019) e il Total capital ratio al 17,05% (+122 bps vs 31.12.2019), i crediti deteriorati lordi sono scesi ulteriormente del 2,4%, grazie esclusivamente al work-out interno, attestandosi al 7,5% dei crediti lordi (6,7% pro-forma tenendo conto della cessione massiva di circa 800 milioni di sofferenze in corso di lavorazione). Il Texas ratio si attesta al 48,8% (era il 55,13% a fine 2019). 
La qualità del credito performing è ulteriormente migliorata (componente ad alto rischio scesa al 2,7%); il tasso di default è conseguentemente diminuito all’1% inclusivo della nuova definition of default. 
La Banca ha saputo reagire con estrema rapidità alla crisi innescata dal Covid19, a tutela dei dipendenti e della clientela, facendo leva anche sull’efficacia e flessibilità dei sistemi informatici e delle strutture organizzative che si sono confermati all’altezza dell’emergenza.  
Il Gruppo si è immediatamente attivato per poter offrire ogni tipo di supporto alla clientela, confermando celerità di azione, sistema IT performante e agile, disponibilità ad accompagnare le necessità espresse con risposte solide e concrete, flessibilità e rapido adeguamento del modello di business.  

Tra l’altro, - Tutti i gestori small business, premium, private e corporate (oltre 4.700 persone) sono stati abilitati alla vendita a distanza, in grado di offrire prodotti e servizi (consulenza finanziaria, prodotti di finanziamento, ecc…) gestendo anche la contrattualistica da remoto. Ciò ha consentito di proseguire l’attività commerciale anche al picco della crisi.  - Il 1° aprile UBI Banca ha varato il piano “Rilancio Italia”: un programma di sostegno finanziario fino a 10 miliardi di euro per le imprese, le famiglie e il terzo settore. Denaro dedicato agli anticipi della cassa integrazione, ai finanziamenti per garantire alle aziende nuova liquidità, oltre che alla sospensione delle rate di mutui e finanziamenti, con interventi che combinano l’esigenza di affrontare l’urgenza del momento con l’intento di sostenere la ripresa economica nei prossimi mesi; 
UBI Banca si è attivata per consentire il miglior accesso - anche a distanza - alle opportunità offerte dai Decreti varati dal Governo. Le moratorie concesse hanno raggiunto le 130.000 unità, di cui il 50% circa, in termini di debito residuo, in Lombardia. UBI è stata riconosciuta la Banca più tempestiva e veloce nel lavorare le richieste di finanziamento fino a 25.000 euro, grazie alla definizione di procedure fluide e rapide in collaborazione con SF Consulting, partecipata del Gruppo: al 7 maggio, i finanziamenti che hanno ottenuto la garanzia e pronti all’erogazione ammontano al 40% del totale di sistema. La solidità patrimoniale della Banca e la responsività alle esigenze del territorio hanno comportato la realizzazione di iniziative a supporto di famiglie e imprese in proporzioni significativamente superiori alle naturali quote di mercato del Gruppo.  È stata inoltre firmata la convenzione per l’erogazione di finanziamenti con garanzia SACE.  
 Le misure igienico-sanitarie poste in essere2 hanno consentito al Gruppo di tenere aperte, seppur con orari ridotti, tutte le filiali con l’eccezione di alcuni mini-sportelli. La possibilità di lavorare in smart working è stata abilitata per tutti i dipendenti del Gruppo, con la predisposizione di 20.000 postazioni di lavoro remoto, utilizzate al picco della crisi dal 50% circa dei dipendenti.  
 Il servizio alla clientela è proseguito anche nel contact center, che ha lavorato con piena operatività in smart working; per garantire il miglior servizio alla clientela, il contact center è stato potenziato con risorse provenienti dalla rete commerciale raggiungendo un totale di circa 420 persone a contatto con la clientela.

Utile netto contabile a 93,6 milioni, più che raddoppiato rispetto ai 38,1 milioni del 4trim 2019 e +12,2% rispetto agli 83,4 del 1trim2019. 
Si mantiene resiliente il margine d’interesse a 405,2 milioni, sostanzialmente in linea con i 412 milioni del 4trim2019 se si tiene conto del minor numero di giorni del trimestre corrente, nonostante un minor contributo del portafoglio titoli.  Rispetto al dato del 1trim2019, pari a 445,6 milioni di euro, il risultato 2020 sconta un maggior costo del funding, anche in relazione al piano di emissioni istituzionali eseguito con successo nel 2019 e alla riduzione del contributo dell’IFRS9 conseguente alle cessioni massive concluse nel 2019. Peraltro, il piano di emissioni ha consentito di raggiungere anticipatamente i livelli di MREL richiesti, rendendo la Banca indipendente da potenziali chiusure dei mercati, mentre la riduzione dei crediti deteriorati ha permesso alla Banca di affrontare la crisi con maggiore tranquillità e solidità.      

Lo spread clientela risulta in crescita all’1,77% (1,75% nel 4trim2019 e 1,76% nel 1trim2019).  
Si confermano solide le commissioni nette a 420,5 milioni, +4,9% rispetto ai 400,9 del 1trim2019 (446,3 nel 4trim2019 che beneficiavano di maggiori commissioni di performance su fondi e sicav tipicamente contabilizzate a fine anno).   Scendono gli oneri operativi - al netto dei contributi sistemici - a 551,6 milioni, in continua riduzione (-3,6%) rispetto ai 572,2 milioni del 4trim2019 e (-1,7%) rispetto ai 561 del 1trim2019 nonostante l’appesantimento derivante dall’applicazione del nuovo CCNL 
 
Costo del credito a 155,6 milioni, di cui circa 50 milioni di maggiori rettifiche principalmente analitiche appostate nel marzo 2020 su inadempienze probabili nei settori maggiormente impattati dall’emergenza Covid19 (vs. 128,6 milioni nel 1 trim2019 e 208,2 nel 4trim2019 che includevano una parte significativa del costo dell’annunciata cessione di circa 800 milioni di sofferenze SME in corso di lavorazione)   

L’andamento economico del Gruppo 

Il primo trimestre del 2020 ha registrato un utile netto di 93,6 milioni, più che raddoppiato rispetto ai 38,1 milioni8 conseguiti nel quarto trimestre del 2019 e in crescita del 12,2% rispetto agli 83,49 del primo trimestre 2019. 
Nel 1trim2020, il risultato della gestione operativa si è attestato a 320 milioni, in leggera crescita rispetto ai 317,7 milioni registrati nel 1trim2019 e in riduzione rispetto ai 371,9 del 4trim2019 essenzialmente per effetto di maggiori contributi sistemici (42 milioni nel 1trim2020 rispetto a 4,4 nel 4trim2019).  
Nel dettaglio, il margine d’interesse si è attestato a 405,2 milioni (-1,7% vs 4trim2019 e -9,1% vs 1trim2019), con le seguenti componenti: - il margine derivante dall’attività di intermediazione creditizia con la clientela, al netto dell’effetto dell’IFRS9, si è attestato a 359 milioni rispetto ai 364,5 milioni circa del 4trim2019 e ai 383,1 del 1trim2019. Il dato risulta in linea con il 4trim2019, se si tiene conto del fatto che il primo trimestre dell’anno presenta un giorno in meno (-4 milioni di euro) mentre sconta, nel confronto con il 1trim2019, un maggior impatto della componente funding dovuto sia all’importante piano di emissioni istituzionali effettuato durante il 2019 che alla diminuzione dei tassi di mercato, che hanno influito complessivamente sul mark down per circa 10 punti base.   Grazie alla buona performance del mark up sugli impieghi, cresciuto anche nel 1trim2020, la forbice clientela10 è salita a 177 punti base dai precedenti 175 e dai 176 nel 1trim2019.
 
Le commissioni nette sono cresciute a 420,5 milioni, registrando un incremento del 4,9% rispetto ai 400,9 milioni registrati nel 1trim2019 (446,3 milioni nel 4trim2019, che includevano le maggiori commissioni di performance su fondi e sicav tipicamente contabilizzate a fine anno).  Nel trimestre è salito il contributo dei servizi legati all’attività in titoli a 243 milioni di euro dai 225,5 del 1trim2019 (252,9 milioni del 4trim2019). Al netto delle commissioni di performance e up front legate a fondi, Sicav e prodotti assicurativi, il contributo dei servizi legati all’attività in titoli sale a circa 183,2 milioni nel 1trim2020 dai 177,1 del 4trim2019 e dai 171,3 del 1trim2019, registrando il miglior risultato di sempre per tale aggregato grazie al buon contributo delle commissioni da negoziazione di strumenti finanziari e collocamento titoli.  L’apporto delle commissioni relative all’attività bancaria tradizionale è stato pari a 177,5 milioni, in crescita rispetto ai 175,4 milioni del 1trim2019 ma in contrazione rispetto ai 193,4 milioni del 4trim2019 che peraltro comprendevano poste stagionali tipicamente contabilizzate nell’ultimo periodo dell’anno (ad esempio rappel e altri). 

Il risultato della finanza è stato positivo per +53,6 milioni nel 1trim2020 grazie al buon “risultato da cessione/riacquisto di attività e passività finanziarie” conseguito dalla parziale dismissione del portafoglio corporate bonds in un momento di mercato favorevole. Il dato si raffronta ai +58,2 milioni conseguiti nel 4trim2019 e ai +37,4 milioni del 1trim2019. 
Il continuo controllo dei costi si è di nuovo riflesso positivamente sugli oneri operativi.  Si rammenta che UBI Banca, diversamente dalle altre principali banche italiane, include negli oneri operativi, e in particolare nelle altre spese amministrative, i contributi sistemici al Fondo di Risoluzione e al Fondo Garanzia Depositi. Includendo tali contributi, gli oneri operativi hanno totalizzato complessivamente 593,6 milioni nel 1trim2020, rispetto ai 576,7 del 4trim 2019 e ai 602,9 del 1trim2019.  Escludendo tali contributi (circa 42 milioni sia nel 1trim 2020 che nel 1trim2019 e 4,4 milioni nel 4trim2019), quindi in termini comparabili con le altre principali banche italiane, gli oneri operativi si sono attestati a 551,6 milioni, in continua riduzione (-3,6%) rispetto ai 572,2 milioni del 4trim2019 e (-1,7%) rispetto ai 561 del 1trim2019.  Nel dettaglio,   le spese per il personale hanno totalizzato 355 milioni, in calo del 2,6% rispetto ai 364,4 nel 1trim2019 (e sostanzialmente allineate ai 355,5 milioni del 4trim2019), nonostante l’appesantimento derivante dall’applicazione del nuovo CCNL, grazie alle uscite di personale avvenute in base agli accordi sindacali firmati in periodi precedenti. In base a tali accordi sono ancora previste a partire da fine marzo 2020 ulteriori 133 uscite di personale;    le altre spese amministrative, al netto dei contributi sistemici (circa 42 milioni sia nel 1trim 2020 che nel 1trim2019 e 4,4 milioni nel 4trim2019), evidenziano una contrazione significativa, attestandosi a 139,4 milioni nel 1trim2020, in discesa dell’11,9% rispetto ai 158,2 milioni del 4trim2019 e del 3,2% rispetto ai 144 del 1trim2019; le rettifiche di valore su attività materiali e immateriali ammontano a 57,2 milioni nel 1trim2020 e si raffrontano con i 52,5 milioni del 1trim2019 (58,5 milioni nel 4trim2019).  
Nel primo trimestre dell’anno sono state iscritte rettifiche di valore nette per deterioramento crediti verso la clientela per 155,6 milioni di euro, di cui circa 50 milioni principalmente relativi a rettifiche analitiche appostate su inadempienze probabili nei settori maggiormente impattati dall’emergenza Covid19 (commercio al dettaglio, trasporti, servizi di alloggio e ristorazione, tessile e abbigliamento, noleggio-agenzie di viaggio-servizi di supporto alle imprese, ecc) portando la copertura media dell’insieme di tali settori al 35% circa.  L’importo delle rettifiche contabilizzate nel 1trim2020 si raffronta ai 128,6 milioni registrati del 1trim2019 e ai 208,2 milioni nel 4trim2019 che includevano buona parte dei costi collegati all’annunciata cessione massiva di circa 800 milioni di posizioni SME a sofferenza. Le rettifiche nette su crediti configurano un costo del credito annualizzato di 73 punti base, che va a raffrontarsi con i 59 del1trim2019.  
Infine, le imposte sul reddito dell’operatività corrente stimate per il 1trim2020 sono risultate pari a 52,4 milioni, configurando un tax rate del 33,96% (rispetto al 27,9% del 1trim2019 e al 18,6% del 4trim2019). 
L’utile al netto delle componenti non ricorrenti si è attestato a 99,3 milioni rispetto agli 83,9 del quarto trimestre 2019 e ai 126,1 del primo trimestre 2019.  
 
 

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