Economia

Ubi-Intesa, Cattolica aderisce all'Ops. Si spacca il nocciolo duro del Car

Cattolica Assicurazione aderirà all'offerta pubblica di scambio lanciata da Intesa-Sanpaolo su Ubi. La compagnia veronese, con una decisione assunta dal cda all'unanimità, ha valutato "proprio interesse" conferire la quota dell'1% "alla luce sia delle autorizzazioni di vigilanza ottenute" da Intesa-Sanpaolo, "sia ancora dell'andamento del mercato" e nonostante le valutazioni negative espresse da Ubi e contenute nel "comunicato dell'emittente".

Si tratta delle prima presa di posizione di un azionista rilevante di Ubi a favore dell'ops, per ora ferma all'1,36%. Che fa più rumore perchè rompe il fronte del Car, il patto dei grandi soci a cui Cattolica aveva aderito - dopo aver portato la sua quota dallo 0,5 all'1% - per meglio tutelare gli accordi industriali con Ubi, con cui ha in essere una joint venture nella bancassicurazione. La compagnia guidata da Paolo Bedoni fino ad ora aveva condiviso le posizioni del Car, che da subito aveva bollato come "irricevibile e ostile" l'offerta di Intesa. Il cambio di fronte arriva dopo che Cattolica, spinta dall'Ivass a una ricapitalizzazione da 500 milioni per mettere in sicurezza i propri coefficienti patrimoniali, ha stretto un accordo con Generali, che la inietterà 300 milioni di euro in cambio di una quota del 24,4% e dell'addio alla forma cooperativa.

Generali che, si fa notare sul mercato, ha in Mediobanca, advisor di Intesa, il suo primo azionista. In realtà fonti finanziarie evidenziano che la scelta e' stata presa dopo che Ubi - con l'aggiornamento del suo piano industriale - ha annunciato l'intenzione di internalizzare il business assicurativo, puntando al 100% di Aviva Vita. Venuto meno l'interesse a una partnership "industriale", Cattolica ha preferito optare per l'adesione all'Ops, allo scopo di evitare - in caso di fallimento - ripercussioni sul valore della quota.

"La scelta di Cattolica appare essere probabilmente una scelta motivata da ragioni che non sono comuni a quelli della generalità degli azionisti di Ubi Banca", hanno fatto notare fonti del Car, dove anche la Fondazione Banca del Monte di Lombardia ha aperto a un'analisi senza pregiudizi dell'Ops, affidata a Socgen, advisor scelto di comune accordo con la Fondazione Crc. Intanto Bedoni e il direttore generale di Cattolica, Carlo Ferraresi, hanno scritto ai dipendenti e agli agenti per difendere gli accordi con Generali, criticati da una parte dei soci.

L'operazione ha "difeso Cattolica" da "chi voleva distruggerne il valore" e "qualsiasi scelta diversa dalla trasformazione in Spa per seguire l'aumento di capitale, metterebbe in grave rischio la forza della nostra compagnia, la sua capacita' futura di essere protagonista nel mercato", ha detto Bedoni. Mentre Ferraresi ha negato che l'intesa rappresenti una "svendita" della compagnia, che ha spuntato "un premio di oltre il 53%" dal Leone mentre "altri (il riferimento è Vittoria assicurazioni, ndr) si erano affacciati alla nostra porta proponendoci un accordo a condizioni di mercato, cioe' a 3,6 euro per azione".