Economia
Borse, Putin terrorizza con il nucleare e il rischio di un’escalation in Ucraina affossa i listini. Piazza Affari chiude in calo dell'1,28%
I timori di una escalation nel conflitto tra Russia e Ucraina mandano in tilt le Borse europee che archiviano la seduta in territorio negativo. Piazza Affari la peggiore
Borse Ue giù con il rischio escalation in Ucraina, dopo Milano seguono Madridi, Parigi e Francoforte
I timori di un'escalation nel conflitto tra Russia e Ucraina hanno provocato una forte flessione delle Borse europee, che hanno chiuso la seduta in negativo, ma con perdite contenute verso il finale. La piazza peggiore è stata Milano, che dopo aver sfiorato un calo del 3%, ha chiuso a -1,28%, riuscendo comunque a mantenere la soglia dei 33.000 punti. Segue Madrid con un -0,74%, mentre Parigi e Francoforte registrano una perdita dello 0,67%.
Le perdite sono state più contenute a Londra, mentre Wall Street ha chiuso in territorio positivo, con lo S&P che ha guadagnato lo 0,15%. A pesare sull'andamento negativo dei mercati europei, come analizza l'agenzia di stampa economica Radiocor, è stata la crescente tensione geopolitica, alimentata dalle dichiarazioni del presidente uscente degli Stati Uniti, Joe Biden, che ha autorizzato Kiev a usare missili americani a lungo raggio contro la Russia. La risposta di Vladimir Putin non si è fatta attendere: il presidente russo ha lasciato intendere che potrebbe ricorrere all'uso di armi nucleari in caso di attacchi con armi convenzionali. Questi sviluppi hanno spinto a vendite su settori chiave come auto, banche, industria e tecnologia, nonostante i dati sull'inflazione europea di ottobre siano rimasti invariati, confermandosi al 2%.
A Piazza Affari, l'unico titolo a sfuggire alle vendite è stato Leonardo, che ha guadagnato l'1,37%, sostenuto dall'andamento positivo del settore della Difesa. Bene anche Hera (+0,47%) e Inwit (+0,3%). Resiste Generali (-0,5%), nonostante le difficoltà nel comparto finanziario. Secondo il Sole 24 Ore, in vista del rinnovo del consiglio di amministrazione previsto per la prossima primavera, si ipotizza che la selezione delle candidature avvenga in un clima di concordia, con l'accordo tra i principali gruppi azionisti, come quello di Francesco Gaetano Caltagirone e la Delfin della famiglia Del Vecchio.
Sul lato opposto, il settore bancario è stato pesantemente penalizzato, con Popolare Sondrio in testa ai ribassi (-3,85%), seguita da MPS (-2,94%). Tra i peggiori titoli, si segnala TIM, che ha perso il 4,4%. Sul fronte delle valute, l’euro/dollaro è salito leggermente a 1,0583 (da 1,0568 di ieri), mentre l’euro/yen è sceso a 163,37 (da 163,86) e il dollaro/yen si è attestato a 154,38 (da 155,05).
Il prezzo del gas è sceso, attestandosi a 45,84 euro al megawattora (-2,26%), mentre il Brent ha registrato un calo dello 0,35%, fissandosi a 73,04 dollari al barile, e il WTI ha perso lo 0,45%, a 68,85 dollari. L'oro, invece, si è confermato come bene rifugio, guadagnando lo 0,5% e raggiungendo il valore di 2.628 dollari per oncia, ai massimi da una settimana.