Economia
UniCredit e Generali nel mirino. Governo distratto, Parigi ne approfitta

La filiera UniCredit-Mediobanca-Generali torna ad essere oggetto di movimenti ed interessi stranieri
Sulla carta, Galateri non può essere riconfermato: l’attuale statuto del Leone fissa infatti a 70 anni il tetto per la nomina e il manager ne compirà 72 l’11 gennaio prossimo.
In attesa della pronuncia dell'Antitrust il 30 settembre sull'"insussistenza di un controllo di fatto di Mediobanca su Generali" (Galateri viene da Piazzetta Cuccia, di cui è stato presidente dal 2003 al 2007), pare che Nagel voglia propugnare in maniera coerente una svolta al vertice in nome del rinnovamento (si è fatto il nome di Domenico Siniscalco, ex ministro dell'Economia e attualmente in Morgan Stanley). Mossa che gli consentirebbe anche di piazzare, vocifera nella City milanese, un presidente più intransigente per marcare stretto l’amministratore delegato Philippe Donnet. Connazionale di Mustier, con cui condivide la formazione all'Ecole Polytechnique e la passione per il rugby.

Ricalibrato il business concentrandolo su aree più redditizie e fatta cassa per mettere fieno in cascina, Generali, che ha appena messo nel mirino Sycomore Asset Management, uno dei gestori di finanza sostenibile di maggior successo in Europa, si prepara finalmente a tornare protagonista sui mercati con una fase di M&A che si spera risollevi il titolo e la riporti ai vecchi fasti: il nuovo piano industriale che Donnet presenterà il 21 novembre agli investitori disegnerà le strategie triennali in cui la crescita per linee esterne della compagnia infatti sarà protagonista. Un altro fattore che a Parigi fa sicuramente gola e di cui approfittare prima che il governo gialloverde rafforzi definitivamente la presa sul Paese, grazie a un varo senza scossoni della legge di Stabilità e magari con il vento elettorale in poppa per un successo alle Europee di fine maggio 2019.