Economia

Unipol, Cimbri muove su PopSondrio. Il terzo polo bancario attorno a Bper

di Andrea Deugeni

UnipolSai annuncia l'avvio di un'operazione di reverse accelerated book-building per comprare il 6,62% della banca valtellinese. Salirà così al 9,5%

Dopo Intesa-Ubi e Credit Agricole-Creval, si apre una nuova pagina del risiko bancario: UnipolSai muove su PopSondrio per la creazione del terzo polo bancario. A fine marzo, Carlo Cimbri aveva definito la fusione fra la “sua” Banca Popolare dell'Emilia Romagna (è il primo azionista con quasi il 19%) e la banca valtellinese guidata da Mario Pedranzini, con cui sia Bper sia la compagnia bolognese hanno legami industriali (Arca Sgr e Arca Vita), un’opzione “affascinante”, raffreddando gli entusiasmi soprattutto di chi stava scommettendo che la Popolare modenese stesse procedendo lunga la Via Emilia per andare a fondersi con BancoBpm, creando attorno Piazza Meda il terzo polo bancario alternativo alle big Intesa-Sanpaolo e a UniCredit e realizzando il grande sogno del Ceo del Banco Giuseppe Castagna. 

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L'amministratore delegato di Bper Piero Montani

E così dopo che i contatti fra Piazza Meda e il primo azionista di Bper si erano raffreddati, per volontà, pare proprio di Unipol, Cimbri ha mosso le proprie pedine facendo sapere al mercato di voler acquistare attraverso una procedura di reverse accelerated book-building (mandato a Equita Sim), ad un premio sul prezzo di chiusura odierno (4 auro) dell’azione PopSondrio compreso tra il 2% ed il 4% circa, il 6,62% della banca valtellinese (costo 125 milioni) con cui le interlocuzioni invece in questi mesi non si sono mai interrotte. Una quota che porterà il pacchetto di UnipolSai al 9,51%, diventando il primo azionista anche del gruppo lombardo davanti ad Amber Capital

Banca Sondrio
 

Gli osservatori del risiko bancario italiano leggono la mossa di Cimbri come un voler prendere posizione in vista della scadenza per la trasformazione in Spa di PopSondrio fissata al 31 dicembre (si attende la sentenza del Consiglio di Stato che dovrebbe mettere la parola fine allo status di Popolare dell'ultima cooperativa che ha resistito alla riforma Renzi) per andare ad esercitare poi il ruolo di kingmaker in entrambe le assemblee dei due istituti di credito da pilotare poi verso un M&A, dando tempo da una parte a Bper di terminare l’integrazione dei 587 sportelli ex Ubi e al nuovo Ceo Piero Montani di sottrarre subito a Banco Bpm il ruolo di aggregatore principe per dare vita al terzo grande gruppo del Paese. 

C’è infatti chi scommette che dopo Sondrio, che in Borsa già incorpora un premio M&A e che il management ha già ripulito migliorando l'asset quality grazie a diverse cessioni di crediti deteriorati e preparandola di fatto a un’operazione straordinaria, il disegno di Cimbri del terzo polo bancario attorno a Bper da cui distribuire poi le proprie polizze (il mercato della bancassurance è molto profittevole sia per le banche che per le assicurazioni) possa completarsi poi con ulteriori acquisizioni di altre banche medie.

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L'amministratore delegato di BancoBpm Giuseppe Castagna

Quali? In primis Carige (banca ben conosciuta da Montani) che il Fitd deve maritare e con cui c'è un'ottima compatibilità territoriale della rete o addirittura gli asset nordestini resi disponibili dall’operazione spezzatino del Montepaschi, su cui anche UniCredit avrebbe messo gli occhi. 

Dal blitz di Unipol resta sicuramente spiazzato Giuseppe Castagna visto che per il Banco si chiude quasi definitivamente l’opzione Bper.

Gli osservatori ora si attendono un’accelerazione del dossier M&A anche in Piazza Meda e in molti scommettono che ora la banca lombardo-veneta muova su Carige. Il pericolo numero uno: sottrarsi alla minaccia take-over da parte di UniCredit.

Intanto, il Banco un ulteriore passettino per preparasi alle nozze bancarie l'ha fatto: il Cda oggi ha ratificato la cessione di 1,5 miliardi di euro di Npl nell'ambito del progetto "Rockets", pulendo ulteriormente il bilancio.

@andreadeugeni