Economia

Usa, Biden sfida Donald col Buy American: 700 mld per il voto della Rust Belt

Dall’American First di The Donald al Buy American di Biden. Mentre il triste primato mondiale degli Stati Uniti di 60 mila contagi quotidiani di coronavirus rischia di indebolire la ripresa economica americana post-lockdown, il candidato democratico alle presidenziali statunitensi, Joe Biden, sfida Donald Trump sul terreno dell’economia, particolarmente indebolito dalla pandemia, lanciando un piano per sostenere le aziende manifatturiere e tecnologiche Usa e conquistare quei voti operai della Rust Belt che nelle Presidenziali del 2016 hanno favorito l’outsider candidato repubblicano nella contesa contro la democratica Hillary Clinton.

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Secondo quanto spiegato dal suo team, Biden intende infatti mettere sul tavolo un aumento in quattro anni di 400 miliardi di dollari per gli acquisti governativi di beni di base e servizi statunitensi (prodotti di società con sede negli Usa), oltre a 300 miliardi di investimenti per ricerca e sviluppo nelle società di information technology, risorse da stanziare prima di negoziare qualsiasi nuovo trattato commerciale internazionale, di modo che non possano essere messi in discussioni da controparti straniere.

Le disposizioni sul Buy American infatti potranno generare tensione commerciale in ambito macro, provocando il malessere di altri Paesi che sostengono regole volte a garantire un accesso equo ai mercati per le aziende di tutto il mondo. Rafforzando anche le leggi sugli acquisti di prodotti made in Usa, finora facilmente aggirate proprio dalle agenzie federali, le proposte Dem intendono da una parte aumentare la domanda interna, dall’altra ridurre la dipendenza degli americani dai Paesi stranieri dopo che l‘epidemia ha messo in luce le vulnerabilità degli Stati Uniti, che per lungo tempo hanno contato su produttori stranieri, come quelli cinesi, per le forniture e le attrezzature mediche. 

L'ex vicepresidente cercherà di incrementare la produzione domestica di dispositivi di protezione individuale, di prodotti farmaceutici e di altro materiale. Anche per dare seguite alle ripetute critiche alla risposta di Trump alla pandemia definita un fallimento, dato il bilancio delle vittime che negli Usa ha superato quota 130.000.

Il discorso di Biden (oggi svelerà la sua agenda a Dunmore, in Pennsylvania, dove il candidato Dem si recherà in una fabbrica metallurgica) avvertirà i partner commerciali americani che, anche se Trump perde a novembre, gli alleati non dovranno aspettarsi che Washington torni ad abbracciare politiche tipiche della globalizzazione che hanno definito l'amministrazione dell'ex presidente Barack Obama e due decenni di presidenti repubblicani e democratici.

Un alto consigliere della campagna di Biden ha dichiarato ieri che, nell'attuare tali politiche, il vicepresidente "non ignorerà le regole dell'Organizzazione mondiale del commercio", ma ha aggiunto che quelle regole sono obsolete e che anche la Germania e la Francia - due Paesi che hanno cercato di difendere il sistema commerciale globale contro Trump - stanno tentando di frenare la dipendenza dalle importazioni di forniture mediche critiche.

Il consigliere ha anche affermato che Biden riterrà prioritari la conclusione di nuovi accordi di libero scambio o il rilancio del partenariato trans-pacifico che Obama ha negoziato alla fine del suo mandato e da cui Trump ha ritirato gli Usa all'inizio del suo. Il piano segnala dunque che Biden non interromperà le spese di stimolo del Governo, che sono state approvate per far fronte al danno economico della pandemia.

Prima di questa settimana, Biden aveva proposto circa 6.700 miliardi di dollari di nuove spese nei prossimi 10 anni, secondo Cornerstone Macro, una società di ricerca sugli investimenti, circa il triplo di quanto proposto da Hillary Clinton nel 2016. Un ammontare a cui oggi si aggiungeranno i 700 miliardi di dollari di spesa del Buy American