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Economia
Usa, Bloomberg con i Democratici nel 2020. Sfiderà Trump per la Casa Bianca
LaPresse

Un candidato indipendente non ha mai vinto nella corsa alla Casa Bianca. Fu così per il miliardario Ross Perot, che nel 1992 sfidò George Bush senior e Bill Clinton da indipendente. E così il Paperone americano Michael Bloomberg (circa 50 miliardi di dollari di patrimonio, a capo di un impero dei media), dopo aver accarezzato il sogno di correre già nel 2008, nel 2012 e ad inizio del 2016 proprio come indipendente nella competizione che ha poi visto fronteggiarsi Donald Trump e Hillary Clinton, questa volta ha deciso di candidarsi come democratico per la presidenza degli Stati Uniti nel 2020.

Michael Bloomberg ape
 

"Michael Bloomberg ha detto che correrà nel 2020", riferisce infatti una fonte al quotidiano inglese Times.  Indiscrezione riportata anche da alcuni media americani. Negli ultimi anni, l'ex sindaco di New York (per tre volte, dal 2002 al 2013, periodo durante il quale, era il 2007, lasciò i repubblicani proclamandosi indipendente) ha stanziato ingenti somme in battaglie anti-Trump, come sul clima, contro le armi e per la riforma delle leggi sull'immigrazione.

Anche la Cbs New York, lo scorso giugno, aveva anticipato che il miliardario 76enne vorrebbe candidarsi con il partito dell'Asinello nel 2020. L'enorme ricchezza personale, il credito guadagnato come amministratore per quasi un decennio della metropoli più importante del mondo e la forza dei media, possono essere decisivi nella sua vittoria per guidare gli Stati Uniti.

casa bianca ape
 

Pare che la crisi del Partito democratico - alla disperata ricerca di candidati forti - e con Trump oggetto di un assedio politico e mediatico senza precedenti, abbia spinto il magnate americano a rompere definitivamente gli indugi.

A gennaio 2016 l'estremismo del Tycoon newyorkese del mattone e la debolezza di Hillary Clinton nella sfida interna ai Dem con il "socialista" Bernie Sanders avevano spinto Bloomberg, che può contare stretti legami con Wall Street e con il mondo liberale, a meditare seriamente di lanciare la propria candidatura da indipendente.

Dopo una serie di sondaggi commissionati da lui stesso, il magnate dei media a marzo decise di non correre per non favorire Trump nella sfida con Clinton, in quanto una serie di voti dell'ex Segretario di stato sarebbero andati a lui. 

 

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    michael bloombergdonald trumppresidenziali usa clinton ha vantaggio di 9 punti su trump




    
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