Economia
Vaccino, i ritardi AstraZeneca? Questione di soldi. Prezzo rinegoziabile da...
Gli errori di AstraZeneca: altro che dilettanti allo sbaraglio, è tutta una questione di soldi. E l’Europa...
Secondo il British Medical Journal, tra le più autorevoli riviste mediche con una storia di oltre 180 anni, il prezzo con cui AstraZeneca si è impegnata a rifornire l’Europa è di 2,15 dollari a vaccino, circa 1,80 euro per 300 milioni di dosi. Per intenderci: Pfizer vende a 19,50 euro. Ma Affaritaliani.it può rivelare un dettaglio aggiuntivo: l’accordo tra AstraZeneca e l’Europa scade il 31 luglio 2021. Dopo quella data, si potrà rinegoziare il prezzo.
Dunque, che convenienza avrebbe l’azienda farmaceutica a fornire fin da subito un vaccino che funziona alla perfezione e che costa pochissimo? Nessuna, appunto. Ha tutto l’interesse a ritardare la distribuzione per scavallare il 31 luglio e poter vendere il vaccino a un costo analogo a quello di Pfizer e Moderna. Il problema è che quella che sembra una banale logica di mercato è in realtà un complicato incastro geopolitico: è l’Europa l’unico territorio che ha veramente bisogno di AstraZeneca. Perché negli Usa c’è Pfizer, in Cina ci sono due vaccini “autoctoni” e in Russia c’è lo Sputnik. Resterebbe fuori la Gran Bretagna, la quale però con un pragmatismo che la accompagna da sempre ha scelto il male minore: inoculiamo quanti più vaccini possibili, compresi 10 milioni di AstraZeneca. Tanto, peggio di così non può andare.
E in effetti Londra è quasi pronta a un graduale ritorno alla normalità. L’Europa in questo momento si ritrova con il cerino in mano. Inizia a prendere forma un disegno un po’ più articolato in cui non esistono dilettanti allo sbaraglio ma solo montagne di soldi da allocare. In tutto questo scenario vanno aggiunti altri due dettagli importanti. Il primo è che il vaccino di AstraZeneca è l’unico a non necessitare di una catena del freddo particolarmente complicata. Dunque è perfetto per essere portato anche in Paesi meno sviluppati rispetto a quelli europei, soprattutto in Africa. L’Oms ha già lanciato l’allarme: si rischia un’enorme disparità tra il G20 e tutti gli altri. E questa “urgenza” dovrà per forza di cose avere un prezzo.
(Segue...)