Economia

Venezuela, dopo 8 anni si risveglia l’economia del paese sudamericano

di Daniele Rosa

Rimangono problemi strutturali, povertà e difficoltà di accesso al credito internazionale

In otto anni il Pil dell’economia del Venezuela, uno dei paesi più ricchi di petrolio al mondo (la quarta economia dell’America Latina) ha perso il 75%, con cali tra il 20 e il 30%. Recessione, iperinflazione e dittatura le cause di questo incredibile crollo che forse quest’anno sembra aver toccato il fondo.

E’ pur vero che i dati economici, soprattutto quelli trasmessi dal Governo di Nicolas Maduro sono da prendere con una certa diffidenza, ma gli analisti finanziari internazionali cominciano ad intravedere un lieve rallentamento della caduta e una altrettanto lieve ripresa dell’economia.

Credit Suisse, forse troppo ottimista, ha previsto una crescita dell’economia del paese di ben 4 punti percentuali, mentre gli economisti venezuelani sono concordi nel ritenere che perlomeno si stia fermando la caduta a picco iniziata nel 2013. Sopra queste due valutazioni il FMI prevede comunque, per quest’anno, una recessione del 5%.

In ogni caso sembra che qualcosa si stia muovendo nel disastrato paese, e questo grazie, nemmeno a dirlo, al cosiddetto PIL petrolifero.

Diversi economisti indicano che in questo momento c’è stata una lieve ripresa nella produzione di greggio nazionale che potrebbe essere ancorata al traino dell'aumento dei prezzi del petrolio in questo momento.

Ed anche l’amministrazione Biden sta, più o meno volontariamente, dando una mano al lieve risveglio con un allentamento della pressione sulle sanzioni.

Secondo esperti venezuelani nel 2021, l'aumento del PIL petrolifero potrebbe essere del 12%, mentre il PIL non petrolifero potrebbe scendere del 3,5%, con un trend ancora recessivo ma meno pesante, -1,5%.

E per salvarsi il governo chavista ha dimenticato, per un po’, di essere appunto chavista. Ha così adottato

misure favorevoli alle imprese per sopravvivere e cercando stimoli per gli investimenti internazionali.

Dall’aumento annuo del 30mila per cento del CPI (Consumer Price Index) nel 2018, il Venezuela potrebbe chiudere il 2021 intorno al 1.000%. Ancora una cifra record al mondo ma notevolmente inferiore a quella di tutti questi anni e, soprattutto, in inversione di tendenza.

"Possiamo già parlare di crescita economica-confermano diversi economisti-è una piccola crescita che si verifica dopo la debacle degli anni precedenti”

In ogni caso al di là delle cifre, è chiara un’inversione di tendenza dell’economia nazionale e la contrazione aggressiva di questi anni sembra essersi fermata.

Nel 2022 è prevista una crescita un tasso di crescita del 4%. Purtroppo però il paese è ancora economicamente distrutto e la gente non pensa ad altro che migrare. E per far cambiare questo desiderio di fuga ci vorrà ancora molto tempo.

La lievissima ripresa si è avuta anche nell'agroalimentare e, molto timidamente, anche nel settore delle costruzioni. Il settore manifatturiero e finanziario sono ancora bloccati.

Ma senza gli investimenti necessari per recuperare le infrastrutture petrolifere e i problemi strutturali (primo fra tutti le reti elettriche), senza avere accesso al credito internazionale e con la pesante immagine di inaffidabilità di Maduro potrebbe essere molto difficile mantenere questo trend di ripresa. Ma nonostante tutto qualcosa finalmente si sta muovendo nella direzione della rinascita.