Economia
Vivendi, Berlusconi: "Bollorè interessato a collaborare con Mediaset"

LA CONFERMA DI BERLUSCONI/ "Vivendi e' molto interessata all'Italia. Sono molto amico di Bollore' che manifesta interesse su alcune cose, non Mediaset ma sulla nostra capacita' di fare prodotti per tutte le televisioni, i format, i programmi e il portafoglio di film e di altri spettacoli molto vasto". Lo ha detto Silvio Berlusconi a Rtl 102.5. "Con Vivendi - ha sottolineato - si potrebbero trovare forme di collaborazioni, ma non sono molto informato perche' di tutto si occupano mio figlio Pier Silvio e Fedele Confalonieri". |
Mentre la Consob costringe Telecom con un comunicato a ufficializzare le trattative in corso con Marco Patuano per l'uscita del manager dalla società, spunta il piano di Vivendi per portare sotto l'insegna francese l'impero televisivo del Biscione (che corre in Borsa immediatamente con Telecom al suono della campanella) di Silvio Berlusconi. Uno step di un piano che avverrebbe attraverso due passaggi (ovvero prima l'acquisizione di Mediaset Premium, la pay-tv di Cologno Monzese e poi di tutta Mediaset) e che darebbe senso finalmente anche alla scalata transalpina in Telecom, dove il nuovo polo dei contenuti tv con un nuovo amministratore delegato ben gradito al duo Bollorè-Berlusconi aiuterebbe il decollo della trasmissione della nascente piattaforma francese Over the top (tv via Internet). L'alternativa alla minacciosa Netflix nell'Europa del Sud in grado di trasmettere su quella banda larga a controllo Telecom tanto gradita anche a Matteo Renzi, il vero pallino di Palazzo Chigi in una serie di operazioni tutta di mercato e dove il premier ha fatto capire di voler rimanere come spettatore neutrale.
Sono questi in sostanza i tratti principali della nuova alleanza dell'enterteinment italo-francese che rendono ora più chiaro i progressivi blitz in Telecom di un personaggio molto noto nei salotti del capitalismo tricolore. Ossia quel Vincent Bollorè che introdotto in Italia ben prima dello scadere del secolo dal banchiere Antoine Bernheim è riuscito a ritagliarsi un ruolo di primo piano in tutte le partite che contano dalla cabina di regia di Mediobanca dove ormai comanda con un rotondo 8% del capitale.
Secondo fonti attendibili, ci sarebbe un accordo di massima di cui sarebbe già stato informato Palazzo Chigi, su uno scambio azionario fra Mediaset e Vivendi per portare Mediaset Premium sotto le insegne di Canal Plus e poi sviluppare a un piano superiore invece contenuti di qualità per far decollare definitivamente e imporre sul mercato la tv via Internet nel Vecchio Continente, a circa un anno dallo sbarco in Europa della tv on demand a stelle e strisce Netflix. L'offerta dell'azienda fondata da Reed Hastings e Marc Randolph si fa infatti sempre più minacciosa anche per la diffusione di quelle serie (tipo House of Cards) che tanto piacciono al pubblico francese e italiano e che rischiano di dare la mazzata finale a quegli operatori che trasmettono contenuti a pagamento e che non navigano in acque finanziariamente stabili. Come, appunto, Mediaset Premium.
Di questo nuovo gruppo, la famiglia Berlusconi controllerebbe un cospicuo pacchetto di azioni, ma non il controllo. Cosa avrebbe convinto l'ex Cavaliere a dare l'assenso a un passaggio del timone di comando di Mediaset che, secondo le voci, sarà molto graduale e che relegherà il figlio Piersilvio a un ruolo manageriale nel nuovo colosso della tv in chiaro e via Internet?
Sembra che l'accelerazione al piano di due attori del capitalismo italiano il cui legame è di lunga data anche attraverso l'amico comune Tarak Ben Ammar sarebbe stata impressa dal pessimo andamento dei conti di Mediaset Premium, piattaferoma che per fare concorrenza a Sky si è assicurata i diritti della Champions League di calcio dissanguandosi però con 710 milioni in tre anni. Investimento che non sta ripagando le attese visto che il numero di abbonati non si è impennato e che sta deteriorando una situazione di mercato progressivamente esposta alla concorrenza.
Il finanziere bretone che si è distinto nella sua avventura italiana per lungimiranza, ma soprattutto pazienza avrebbe fiutato il business e avrebbe proposto all'amico Silvio, ormai 80enne e con mezzo impero di famiglia ormai già sistemato grazie alla creazione del colosso editoriale Mondadori-Rcs Libri che ora guarda anche alle piattaforme internet di Banzai, di accollarsi Premium e le sue perdite con Canal Plus, ma di entrare anche nella profittevole tv italiana in chiaro dove il Biscione può contare sul 57% del mercato della raccolta pubblicitaria.
E Telecom dove, nonostante le smentite anche perché arrivato in Ntv solo da un anno, sembra stia per accasarsi il berlusconiano Flavio Cattaneo? Il grande disegno Vivendi-Mediaset prevedrebbe poi una seconda fase di non secondaria importanza e che riguarderebbe le infrastrutture, cioè le torri di trasmissione del segnale televisivo.Telecom un anno fa ha scorporato le proprie antenne di trasmissione in una società chiamata Inwit, l'ha quotata in Borsa e poi ha messo in vendita il 45% del suo 60%. La decisione finale sulla vendita doveva essere assunta giovedì scorso ma il cda ha deciso di prendere altro tempo per valutare meglio le due offerte arrivate, quella di Cellnex-F2i e quella di Ei Towers (Mediaset). E' possibile che la resa dei conti finale tra Patuano e gli azionisti di Vivendi sia scattato proprio ora perché i francesi hanno intenzione di indirizzare meglio la vendita di Inwit, magari proprio nelle braccia della società di Berlusconi.
Così il cerchio si chiuderebbe con un nuovo affare per la famiglia del fondatore di Forza Italia che controllerebbe le infrastrutture tlc, lasciando alla mano pubblica le infrastrutture legate alla televisione ma che sono anche quelle con minori prospettive di sviluppi futuri. Qui, infatti, il governo Renzi farà sentire la sua voce spingendo perché le torri tv di proprietà di Ei Towers (Mediaset) vengano unite a quelle di Rai Way in un polo che però dovrà essere a maggioranza pubblica, e quindi con l'intervento di un operatore tipo Cassa Depositi e Prestiti o di un fondo collegato a essa.