Economia

Vogliono fermare il giro d'Italia: nasce il movimento agricoltori italiani

di Redazione

Nasce agricoltori italiani, il movimento che ha l'obiettivo di tutelare e proporre risoluzioni nel comparto agricolo a favore del produttore e del consumatore

Agricoltori vogliono fermare il giro d'Italia: nasce il movimento italiano 
 

Nasce ufficialmente AGRICOLTORI ITALIANI, finalmente registrata e presente sul territorio! Nei precedenti tavoli al ministero più volte ci è stato chiesto chi eravamo e chi rappresentavano ma oggi siamo ufficialmente costituiti! Il nostro movimento nasce con l'intento di tutelare e proporre risoluzioni nel comparto agricolo a favore del produttore e del consumatore! Se entro fine aprile non verremo ascoltati e avremo piccoli passi positivi per il comparto dichiariamo nuove manifestazioni mirate a fermare il GIRO D'ITALIA!

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Sulla nuova politica: in merito a quanto dichiarato dal signor Francesco Amodeo in una sua intervista, ci teniamo a sottolineare che,  AGRICOLTORI ITALIANI non ha alcuna intenzione di entrare a fare parte di nessun partito o gruppo politico, siamo nati come gruppo APOLITICO e senza nessuna associazione di categoria nel nostro direttivo come ben specificato nello statuto!

Ci teniamo a specificare che nessuno dei rappresentanti dei nostri direttivi è candidato in nessun partito già esistente, lista civica o il neo partito uscente NOI AGRICOLTORI E PESCATORI! Fin da subito ci siamo dissociati da chi ha cercato in noi una forza per formarlo, per pubblicizzarlo e abbiamo allontanato le persone che avevano intenti di natura politica, non abbiamo iniziato una lotta per ottenere poltrone politiche e siamo contro qualsiasi persona sfrutta le problematiche del settore per scopi personali! Resteremo al fianco degli allevatori, agricoltori e pescatori, perché noi sappiamo fare questo, stiamo lottando per il nostro futuro e saremo fieri di continuare a sporcarci le mani nella nostra terra!

SCARICA E LEGGI LO STATUTO DEGLI AGRICOLTORI ITALIANI 

ECCO LA LETTERA DEGLI AGRICOLTORI 

"Con la presente lettera desideriamo sottoporre alla Sua attenzione alcune riflessioni e alcune proposte in merito alle motivazioni dello stato di agitazione da parte dei lavoratori del mondo agricolo, le quali stanno interessando in maniera sempre più capillare le attività del Paese e che sono continuo oggetto di attenzione da parte dei mezzi di informazione. È trascorso un mese da quando gli Agricoltori italiani sono scesi nelle piazze e nelle strade con i propri trattori per far prendere coscienza con evidenza e determinazione della grave crisi che da anni sta mettendo in ginocchio le nostre aziende agricole. In questo particolare frangente siamo purtroppo giunti al punto di non sentirci più rappresentati da organizzazioni professionali che riteniamo compartecipi di politiche agricole scellerate e reiterate nel tempo, tali da condurci allo stato attuale di drammatica gravità.

Mai come in questo momento il nostro settore in forte crisi sente la necessita di un confronto, del supporto e della sinergia con lo Stato e con il Ministero da Lei rappresentato. Abbiamo bisogno di certezze e conferme della vicinanza Sua e del ministero attraverso il rispetto dei seguenti punti, espressi a titolo esemplificativo ma non esaustivo: - immediata soppressione della clausola del tacito rinnovo delle adesioni alle deleghe sindacali; - immediata efficacia della rescissione del mandato CAA per l’annata PAC corrente anziché per l’annata successiva - possibilità di gestione e presentazione delle istanze di contributo in proprio mediante l’identità digitale - possibilità di presentare direttamente le richieste di assegnazione del gasolio agricolo attraverso la piattaforma SIAN. Pagina 2 di 8 Dette richieste non comportano alcuna spesa pubblica, e determinano un’ottimizzazione delle risorse a umane a favore degli enti pubblici.

In considerazione dello stato di crisi, inoltre, sarebbe auspicabile la sospensione del regime sanzionatorio per mancato rispetto delle norme che regolano tutti gli eco-schemi, in particolare eco 4 relativamente alle campagne PAC per gli anni 2023 e 2024, i quali accompagnano l’obbligo di lasciare il 4% della superficie a riposo (prescrizione peraltro già annunciata da parte della UE). Nel disegno complessivo della problematica desideriamo quindi proporLe i seguenti elementi salienti e programmatici, i quali coinvolgono le riforme strutturali nel settore agricolo.

1) COSTO DI PRODUZIONE E CONCORRENZA SLEALE Rivendichiamo la necessità di un’autentica azione di salvaguardia e tutela dei prodotti del territorio nazionale, partendo dalla determinazione del costo di produzione come previsto dalla direttiva europea e come attuabile dal relativo disegno di legge. In tale contesto si può inserire anche l’intervento sulla concorrenza sleale, e dunque il riconoscimento del c.d. “Made in Italy”. Così dicasi del riequilibrio tra il prezzo di vendita stabilito dalla GDO e il prezzo remunerato alla produzione. Infine, il tema del prezzo minimo garantito alla produzione, garantendo che sia superiore ai costi di produzione. Garanzia, altresì, per la libertà di impresa, anche varando dispositivi che combattano il dumping economico internazionale per i prodotti agricoli e alimentari.

2) FAUNA SELVATICA Lo Stato deve garantire il contenimento della fauna selvatica e rispondere direttamente ed in tempi brevi dei danni diretti ed indiretti da essa provocati. Gli indennizzi devono coprire il 100% dei danni subiti.

3) TAVOLO TECNICO Si richiede l’istituzione immediata di un Tavolo Tecnico permanente con effettivo coinvolgimento di rappresentanze di agricoltori professionisti nella direzione di qualsiasi iniziativa che riguardi, direttamente o indirettamente, il settore agricolo e alimentare.

4) OBBLIGO DI UTILIZZO DELLE MATERIE PRIME ITALIANE Il consumo di prodotti nazionali va privilegiato rispetto a quello di prodotti provenienti dall’estero, allo scopo di tutelare le Aziende agricole nazionali e i nostri Consumatori. È di vitale importanza la protezione del patrimonio enogastronomico nazionale, anche mediante l’obbligo di somministrazione di prodotti alimentari ottenuti dalla lavorazione delle materie prime italiane negli esercizi pubblici, quali ad esempio ospedali, scuole, mense, etc.. Pagina 3 di 8 Si richiede l’istituzione del GRANAIO D’ITALIA per la registrazione delle produzioni agricole nazionali.

5) ETICHETTATURA Il processo di etichettatura deve tutelare il prodotto mediante l’indicazione dell’origine della materia prima sui prodotti di filiera alimentare finiti e indicazione della provenienza.

6) SEMPLIFICAZIONE BUROCRATICA E RIDUZIONE DEI COSTI DI AMMINISTRAZIONE Si transita attraverso il RINNOVAMENTO TOTALE DELLA POLITICA AGRICOLA COMUNITARIA (P.A.C.). Ciò comprende lo snellimento delle procedure amministrative di erogazione dei contributi P.A.C. e P.S.R.. e l’adozione del “Sistema I.S.M.E.A” (Fondo Innovazione) nel P.S.R. per una maggiore celerità e facilità di accesso al credito. Sono inclusi l’efficientamento e la riduzione dei costi di amministrazione e gestione di tutte le procedure atte all’erogazione dei contributi a sostegno dell’agricoltura. È compresa l’applicazione delle stesse modalità per tutti i settori (es. riconoscimento dell’ovicaprino nell’ecoschema 1 livello 2), così come il ripristino per la black list e/o la limitazione dell’l’accesso ai contributi comunitari riservato al codice Ateco primario 01 Agricoltura.

7) ACCISE GASOLIO Totale sospensione delle accise dei carburanti agricoli per alleviare la pressione economica e ridurre i costi di produzione al fine di favorire la competitività del settore e la sua ripresa.

8) CALAMITA’ NATURALI Riconoscimento più celere degli status di calamità naturale e revisione dell Legge 102/2004 e contributi grandine sospesi.

9) MORATORIA DEI DEBITI FISCALI E BANCARI Moratoria su mutui, prestiti bancari e interventi sulle cartelle esattoriali ed i debiti fiscali

10) RIQUALIFICAZIONE DELLA FIGURA DELL'AGRICOLTORE. A partire dalle scuole, riqualificare la figura dell’Agricoltore e dell’Allevatore, valorizzandole e non additandole come responsabili dell'inquinamento ambientale. L’agricoltura è PIÙ INQUINATA DALL’ESTERNO CHE INQUINANTE, come dimostrano le prove scientifiche. L'agricoltore è una colonna fondamentale per la società, in quanto tutore dell'ambiente e produttore di cibo/fibre/servizi ecosistemici/energia/vita.

11) ABOLIZIONE IMMEDIATA DI VINCOLI E INCENTIVI PER NON COLTIVARE I TERRENI Occorre eliminare l'obbligo di messa a riposo di parte dei fondi coltivati.

12) DETASSAZIONE IN AGRICOLTURA (IRPEF) Migliore definizione del sistema di detassazione del’IMU rispetto a quanto già varato da Governo Pagina 4 di 8 Individuazione di un regime fiscale adeguato al mondo agricolo, viste le criticità economiche causate dall'aumento incontrollabile e incontrastabile dei costi di produzione e da Ila flessione delle quotazioni dei mercati dei prodotti agricoli.

13) VALORIZZAZIONE DEI PROCESSI DI DECARBONIZZAZIONE L’adozione nel prossimo futuro del Carbon Farming per tutta la UE introduce un argomento di vitale importanza per l’Agricoltura e per il suo impatto economico, ecologico e sociale sul Pianeta. Pertanto, si richiede di produrre al più presto proposte che recepiscano le peculiarità del sistema rurale italiano: con una decina di milioni di ettari arabili in totale in Italia rispetto al quadruplo disponibile, ad esempio, per gli agricoltori francesi (con una popolazione di consistenza quasi equivalente) è evidente che i benefici e i vincoli del Carbon Farming debbano essere “customizzati” alla realtà fondiaria e aziendale italiana, considerando gli obiettivi nazionali di Green Deal del 55% in meno di emissioni di CO2 entro il 2023 e il 100% in meno entro il 2050 (decarbonizzazione totale) rispetto ai livelli del 1990.  Il Carbon Farming introdurrà “premi economici per le azioni di decarbonizzazione”, e l’Agricoltura italiana deve essere protagonista “in proprio” del modello da rispettare, senza che le regole di questo sistema ci vengano imposte da altri settori economici (notoriamente fortemente caratterizzati da lobbies che supportano interessi contrari a quelli della nostra agricoltura).

14) PRIVILEGIARE E SUPPORTARE LE AGRO-ENERGIE In collegamento diretto con il punto precedente, occorre incentivare, supportare e deburocratizzare la realizzazione di impianti di energia da fonti rinnovabili nel contesto rurale. In particolare, va incentivato DA SUBITO l’ambito delle combinazioni tra attività agrarie e zootecniche con attività agro-voltaiche, zoo-voltaiche e agro-zoo-voltaiche introducendo meccanismi di “silenzio-assenso” per le autorizzazioni (ad esempio, entro 30 giorni dalla data di deposito della domanda di autorizzazione presso l’Ufficio Tecnico del Comune di riferimento). In questo contesto, in merito al “Decreto semplificazioni” del Governo Draghi, che consente l’esproprio dei terreni agli agricoltori per la realizzazione di impianti fotovoltaici “a terra” (articolo 18, comma 1), la nostra proposta per la tutela dei diritti degli Agricoltori consiste nell’istituzione di specifici Comitati Tecnico-Economici, a composizione mista tra le Parti, per la discussione di ciascun singolo caso.

In caso contrario, il nostro Movimento assumerà una posizione di assoluta contestazione, considerando che l’assegnazione della priorità agli Agricoltori sulla proprietà dei terreni è un elemento imprescindibile nello scenario dell’agricoltura nazionale, nel rispetto per i terreni fertili delle nostre aziende agricole. Dall’altro canto, occorre semplificare le normative per semplificare le procedure di installazione su tutti i tetti di case ed edifici rurali, in modo da consentire agli Agricoltori di valorizzare innanzitutto le proprie strutture. Infine, sempre nell’ambito delle energie da fonte rinnovabile declinate nel contesto rurale, il nostro Movimento richiede un adeguamento alle tariffe agevolate di cessione di energia (termica, elettrica e di bio-metano) prodotta dai biodigestori anaerobici, i quali tanto positivamente impattano sulla filiera: le tariffe sono bloccate da una decina d’anni, e attualmente non consentono profitti agli Agricoltori, a fronte di onerosi impegni finanziari a medio e lungo termine.

15) SUPPORTO DIRETTO ALLA PATRIMONIALIZZAZIONE DI TUTTE LE AZIENDE AGRICOLE NAZIONALI SENZA ALCUN ONERE PER LO STATO Considerando la disastrosa situazione creditizia del settore agricolo in Italia, che vede la quasi totalità delle Aziende agricole nazionali fortemente indebitate, risulta evidente che tale situazione sia anche determinata dall’attuale ASSENZA NELLA PATRIMONIALITÀ DELLE IMPRESE AGRICOLE ITALIANE DEL VALORE CORRISPONDENTE AGLI ASSETS (CESPITI) INTANGIBILI DELLE IMPRESE, COSTITUITI DAL “KNOW-HOW DI CIASCUNA IMPRESA”. Il know-how aziendale, che è tipico di ciascuna singola Azienda agricola italiana, rappresenta il vero e proprio “AVVIAMENTO TECNOLOGICO” dell’Impresa, e quasi sempre è caratterizzato dal “saper fare” aziendale mutuato da decenni (e talvolta da secoli….) di tradizione e sviluppo. Questo “cespite”, opportunamente valutato e peritato, assume valori economici ragguardevoli.

Pertanto, si richiede che possa essere avallato a livello nazionale dal Ministero, con apposita circolare ad effetto immediato, la c.d. “Procedura ECOMETROLOGY®”, sviluppata e tutelata da un’Impresa agricola e di servizi italiana, che consente di peritare, asseverare in tribunale e infine aggiungere alla “patrimonialità di ogni Impresa agricola italiana” il valore economicofinanziario del know-how aziendale. In tal modo si potenzia immediatamente il “merito creditizio” di ogni Azienda agricola in Italia, consentendo un radicale cambiamento della situazione debitoria delle Imprese agricole e del loro rapporto con il sistema bancario. Il tutto, ovviamente, senza alcun onere per lo Stato. 16) DIFESA FITOSANITARIA Lo scenario delle tematiche di difesa fitosanitaria negli ultimi 10 anni si è decisamente complicato, sia per la crescente sensibilità della Pubblica Opinione ai temi della salvaguardia ambientale sia per la sempre maggiore professionalità richiesta (giustamente….) agli Agricoltori nella gestione della fitochimica.

n tal senso, il settore agricolo in Italia ha fatto grandi passi avanti: gli Agricoltori sono sensibilizzati, informati e qualificati nella gestione di un ambito che presenta importanti effetti potenziali di impatto sulla salute umana e animale e sull’ecosistema. Pertanto, l’attuale situazione di “eliminazione seriale” (da parte del Ministero Politiche Agricole) di numerosi principi attivi dal commercio, spesso coinvolgendo molecole a ridotto impatto ambientale e con effetti salutistici e ambientali “sostenibili, misurabili e contenuti”, mette in difficoltà gli Agricoltori, generando il rischio di ricerca di soluzioni complementari e/o “alternative” che presentano rischi complessi e imprevedibili. Il nostro Movimenti, pertanto, richiede maggiore concertazione e assistenza nella fase di sostituzione delle molecole ad azione antiparassitaria, adottando due iniziative innovative:

• l’istituzione di un “BUFFER TEMPORANEO” (ad esempio, 2 anni) per un periodo transitorio di 2 anni durante il quale, rispetto alla molecola da eliminare dal commercio, sia possibile il suo utilizzo “in deroga” (con obbligo di ricetta emessa da Agronomo iscritto all’Ordine).

• attivazione, per ciascun singolo caso specifico, di un Comitato Tecnico partecipato da rappresentanti tecnici del nostro Movimento, allo scopo di progettare e testare le soluzioni pi consone alla sostituzione della molecola in fase di esclusione dal mercato (mediante tecnologie fisiche, agronomiche e, se disponibili, con molecole sostitutive ad hoc).

17) RIVISITAZIONE IMMEDIATA DELLA LEGGE 199/2016 SUL CAPORALATO Coscienti del fatto che la disamina e la realizzazione di misure effettive che facciano capo ai punti critici sopra evidenziati, il mondo rurale necessita di un processo di elaborazione che richiede tempistiche dilatate e una notevole quantità di risorse e soggetti coinvolti.

18) SPANDIMENTI E SMALTIMENTI IN CAMPO DI MATERIALI ORGANICI ORIGINATI DALL’ATTIVITÀ ZOOTECNICA: EVOLUZIONE DELLE PRESCRIZIONI RISPETTO ALLO STATO DELL’ARTE DELLE CONOSCENZE ENICO-SCIENTIFICHE In merito a questo spinoso problema, il nostro Movimento evidenzia il paradosso della penalizzazione (e spesso criminalizzazione….) in Italia di materiali di risulta dell’attività zootecnica, sovente avviati alla successiva trasformazione in “digestato fluido” (attraverso il passaggio della biodigestione anaerobica), che in natura rappresentano da sempre il contributo essenziale degli allevamenti al ripristino e/o all’incremento della fertilità dei terreni agrari senza additivazione chimica.

Le attuali norme, attraverso i c.d. “Indici P.U.A.” (Piani di Utilizzazione Agronomica, di responsabilità delle Regioni), dividono in modo spartano i terreni in “vulnerabili” (massima quantità di equivalente-azoto spandibile = 170 kg/ettaro/anno) e in “non vulnerabili” (massima quantità di equivalente-azoto spandibile = 340 kg/ettaro/anno).

Questa suddivisione semplicistica e vincolante, nata nei primi anni duemila per buone ragioni teoriche, ha fatto il suo tempo: oggi la ricerca scientifica e agronomica dimostra che, in particolare, la trasformazione dei “liquami zootecnici tal quali” in “digestati post-digestione anaerobica” modifica e “complessa” le forme di azoto presenti nelle deiezioni zootecniche, creando molecole organiche di elevatissima efficacia fertilizzante “naturale”, le quali a tutti gli effetti consentono agli Agricoltori di sostituire con questi prodotti aziendali le forme di azoto inorganico in commercio (concimi chimici di sintesi). Pertanto, ci si stupisce che alcune Regioni (ad esempio il Piemonte) abbiano legiferato in modo incomprensibile e contestabile, classificando tali materiali come “rifiuti”, il cui “spandimento agronomico” è stato classificato come “smaltimento di rifiuto” con relativa necessità di permesso da richiedere all’A.R.P.A. regionale (Agenzia Protezione Ambiente).

È fin troppo evidente, in tal senso, l’impronta “politica” e non tecnico-scientifica alla base di tali provvedimenti, che il nostro Movimento contesta totalmente. Pertanto, si richiede al Governo di assumere un’iniziativa nazionale di revisione della disciplina in materia, ri-classificando tali materiali a guisa di “Materie Prime di Utilizzo Secondario” (denominazione già ampiamente utilizzata per produzioni industriali di svariati codici ATECO non agricoli, ad esempio….), con la parallela introduzione di uno specifico STUDIO AGRONOMICO SPECIALISTICO SULL’IMPATTO AMBIENTALE DELLO SPANDIMENTO PER CIASCUNA SINGOLA AZIENDA AGRICOLA: in effetti, assegnando tale studio ad Agronomi iscritti all’Ordine (sono gli specialisti più vocati a svolgere tale compito), conferendo alle risultanze di tale studio l’effettiva calibrazione degli apporti di “liquami e digestati” a ciascun singolo appezzamento di terreno, abolendo il “diktat” attuale. A tale proposito, si sottolinea quanto segue: 

a) Le deiezioni zootecniche, flocculate e/o digestate, sono difficilmente percolabili nelle falde acquifere, in quanto le molecole organiche complesse che si formano durante a loro digestione / trasformazione ne impediscono, di fatto, la percolazione nelle falde diminuendone la “pericolosità ambientale” rispetto ai presupposti alle norme preesistenti.

b) Va considerato altresì come sia GIÀ IN VIGORE L’OBBLIGO DI EFFETTUARE SPANDIMENTI CON CONTESTUALE INTERRAMENTO di tali materiali: ne risulta che viene eliminata la perdita di azoto ammoniacale in atmosfera, con il duplice vantaggio di non generare emissione di gas-serra e di non subire perdite economiche per l’azoto evaporato.

c) Si richiede che le Regioni assumano atteggiamento, e legislazione, omogenei rispetto a questo tema, che diventa vitale per le aziende zootecniche e dotate di biodigestori anaerobici. Non si può continuare con la situazione attuale, che nega le “pari opportunità” ad Agricoltori che risiedono in Regioni che applicano pratiche “punitive” non giustificate, in nome di un ambientalismo di facciata che sta facendo danni economici e sociali. Il nostro Movimento richiede di avviare al più presto, a partire dalle Regioni nel Nord Italia con Lazio e Campania (le Regioni più investite da codeste tematiche) la revisione qui auspicata. Pertanto, alla luce dell’”Agenda dei Lavori” sopra indicata, noi Esponenti del Movimento AGRICOLTORI ITALIANI intendiamo porci come Soggetti attivi e cooperanti per una fattiva collaborazione mediante la messa a disposizione di professionalità da noi individuate, veicolate attraverso una scelta sapiente e competente di Esperti e Tecnici qualificati a tale scopo.

Comunichiamo che permarrà lo stato di agitazione sino a quando non si riceverà da parte del Governo un riscontro alla presente con indicazioni precise per l’istituzione permanente di un tavolo di confronto. Sperando che, considerando la situazione di gravità del settore e delle contingenze in essere, non si voglia evitare di concedere quanto prima la convocazione di un incontro formale, pre-determinato con protocollo ufficiale, con una delegazione di nostri rappresentanti provenienti da ogni Regione per avviare una reale attività concertata di NEO-RIFORMA AGRARIA, con il seguente ordine del giorno • analisi degli argomenti di cui ai punti sopra descritti; • individuazione delle priorità condivise; • redazione del cronoprogramma di lavoro, condiviso; • calendarizzazione di successivi incontri per la valutazione dello stato dell’arte.

Il nostro Movimento rileva che è trascorso già molto tempo dall’avvio delle nostre manifestazioni senza ottenere risposte concrete ed esaurienti. Pressoché tutti i comparti agricoli / rurali lavorano ormai in perdita. Non accettiamo di attendere in silenzio la debacle completa del nostro settore, strategico per il Paese da numerosi punti di vista. La sovranità agroalimentare e ambientale che noi Agricoltori determiniamo e presidiamo in modo originale e competente in Italia, non ha eguali nel mondo. Pertanto, contestiamo la Pagina 8 di 8 cronica incapacità dei movimenti politici di interpretare e recepire correttamente le nostre istanze.

Il ruolo degli stessi Sindacati agricoli, paradossalmente, è lungi dal rappresentare i nostri interessi di categoria, e in realtà fa il gioco delle Lobbies internazionali, potenti e speculative, che hanno tutto l’interesse nel favorire la decadenza del sistema agricolo italiano. È chiaro a tutti che le multinazionali del modello “KKKK - le cose buone dal mondo” sono agli antipodi rispetto alla cura del Consumatore, della salute pubblica e del nostro ambiente che gli Agricoltori italiani praticano ogni giorno. NON LESINEREMO INIZIATIVE ULTERORI, SEMPRE PIÙ ROBUSTE, PER FARCI ASCOLTARE DA UDITORI ATTENTI E RESPONSABILI POLITICAMENTE. LO DICAMO CON FORZA, DALL’ALTO DEI NOSTRI 7 MILIONI DI VOTI….".