Economia
Volkswagen, il Dieselgate non ferma la corsa verso i target 2017

Nei primi tre mesi dell’anno, il gruppo tedesco ha registrato 3,35 miliardi di profitti (+45%) e 56,2 miliardi di ricavi (+10%)
Volkswagen raddoppia. Già lo scorso anno lo scandalo Dieselgate, con i 16,6 miliardi di dollari sborsati fra sanzioni e compensazioni, non aveva fermato la marcia del colosso automobilistico tedesco verso il primato mondiale fra i gruppi dell'auto. Anche nel 2017, gli oltre 7 miliardi che la società guidata da Matthias Muller dovrà sborsare ancora per chiudere i conti con la vicenda delle emissioni nocive non bloccheranno la corsa di Volkswagen verso i target di fine anno.

In scia all'aumento dell'utile trimestrale, la casa di Wolfsburg ha confermato infatti l'outlook per l'intero anno. Il gruppo automobilistico tedesco ha riportato nel periodo una crescita del 45% dell'utile netto a 3,35 miliardi di euro, supportato dalla riduzione dei costi e dagli alti margini dei brand del gruppo. L'utile operativo adjusted, al netto di alcune componenti atipiche, e' avanzato del 27% a 4,4 miliardi.
I ricavi sono saliti del 10% a 56,2 miliardi di euro. I dati sono in linea con le attese preliminari pubblicate dalla casa automobilistica tedesca il mese scorso.
Sul fronte dello scandalo delle emissioni, Volkswagen ha raggiunto un accordo di patteggiamento con diverse autorità per pagare in tutto sanzioni e compensazioni per un valore totale di 25 miliardi di dollari. Il mese scorso, il gruppo tedesco ha ricevuto una multa dal valore di 2,8 miliardi di dollari da un giudice della corte federale di Detroit.
Ad ogni modo, la società ha confermato le stime sui ricavi per l'intero esercizio fiscale a +4% (oltre 225 miliardi di euro in tutto; l'anno scorso i ricavi di Volkswagen si sono attestati a 217 miliardi di euro) e ha affermato di voler raggiungere un utile operativo tra il 6% e il 7% in rapporto alle vendite (dal 6,7% del 2016 e a fronte di un obiettivo tra il 7% e l’8% al 2025). Il tutto con investimenti visti in calo a circa 13 miliardi di euro, pari al 6,7% circa delle vendite (dai 13,7 miliardi, ovvero il 7,3% delle vendite, dello scorso anno).

L'impatto dello scandalo emissioni comincia, però, a farsi sentire sui flussi di cassa. Nei primi tre mesi dell'anno la compagnia tedesca ha riportato deflussi netti pari a 2,6 miliardi solo nella divisione automotive. Di conseguenza, il flusso di cassa dell'unità è sceso di circa 3,9 miliardi rispetto all'anno precedente. Frank Witter, direttore finanziario della società, ha affermato che lo scandalo sulle emissioni avrà come risultato un deflusso di cassa della misura di miliardi di dollari in "doppia cifra" nel 2017.
Lo scorso anno, Volkswagen ha pagato per il Dieselgate 16,6 miliardi di dollari di compensazioni, di cui 10 miliardi destinati al richiamo dei veicoli coinvolti, 2,7 a progetti ambientali per ridurre l’inquinamento, altri 2 per investimenti in tecnologie green, 1,2 miliardi in indennizzi ai suoi concessionari. A questi si devono poi aggiungere i 4,3 miliardi di dollari patteggiati col dipartimento di Giustizia americano per chiudere le cause civili e penali collegate al “Dieselgate” e i 2,8 miliardi di multa appena inflitti da un giudice della corte federale di Detroit.
Ciò nonostante il gruppo di Wolfsburg è stato in grado di chiudere il 2016 con vendite in crescita a 10,3 milioni di vetture (il 3,8% in più del 2015), di cui 4,2 milioni in Europa (+4%), 4,3 milioni in Asia (+9,7%), 939 mila in Nord America (+0,8%) e 421 mila in America Latina (-24,6%). Quanto basta per superare i giapponesi di Toyota (che ha chiuso l’anno con poco meno di 10,1 milioni di vetture vendute) in testa alla classifica dei maggiori produttori automobilistici mondiali. Il primo trimestre 2017 fa intendere che il rally non sia finito qui.
Luca Spoldi