Economia

Walgreens, italiani al top delle farmacie Usa. Pessina-Barra, coppia da 13 mld

Due piccoli negozi, così è nato l'impero Walgreens Boots, quotato a Wall Street



Al termine, per ora, di questa galoppata Pessina, rimasto sempre lontano dai riflettori, ha visto il suo patrimonio personale salire a 12,8 miliardi di dollari, è il maggior acquirente mondiale di farmaci a prescrizione, ha incontrato il neopresidente americano Donald Trump, ma non ha più una presenza rilevante in Italia, deconsolidata anni fa a causa dei livelli troppo elevati di capitale circolante necessari per operare in un paese, come l’Italia, in cui i farmacisti pagano in ritardo perché costretti ogni volta ad attendere una pubblica amministrazione che a sua volta è un preclaro esempio di cattivo pagatore. Pessina e Barra avevano anche provato a rilanciare in terra italica stanziando un miliardo di dollari per acquisizioni e investimenti nel caso che fosse passata la liberalizzazione delle farmacie.

Ma agli annunci, più volte lanciati, non sono mai seguiti atti concreti anche per l’opposizione tenace della lobby dei farmacisti. Ora qualcosa sembra poter cambiare, con la Camera che ha licenziato negli scorsi giorni il disegno di legge sulla concorrenza (che prevede, tra l’altro, l’apertura di farmacie per le società di capitali, entro un massimo del 20% su base regionale). Un primo passo che potrebbe convincere Pessina e Barra a portare Wba anche in Italia, sempre che le lobby non si mettano di traverso e che il Senato approvi la legge.

Luca Spoldi