XVII Forum Comitato Leonardo: sport e imprese insieme per il Made in Italy
A confronto imprenditori e mondo dello sport nel XVII Forum del Comitato Leonardo tenutosi oggi a Roma
Lo sport fa bene alla salute ed è generatore di sviluppo sociale ed economico, con oltre 17 miliardi di produzione associata ed esportazioni per oltre 2 miliardi. Questa è la fotografia scattata dal XVII Forum del Comitato Leonardo, l’appuntamento che ogni anno riunisce istituzioni, imprenditori e rappresentanti del mondo della finanza per fare il punto sulla situazione del Made in Italy e delle prospettive di sviluppo per le imprese italiane. L’incontro di quest’anno è dedicato al rapporto tra sport e impresa.
Al Forum, organizzato in collaborazione con Agenzia ICE, Confindustria e CONI presso la sede del CONI a Roma, hanno partecipato Luisa Todini, presidente del Comitato Leonardo, Giuseppe Mazzarella, presidente dell’Agenzia ICE, Alessio Rossi, vicepresidente di Confindustria e Presidente di Giovani imprenditori e il presidente del CONI Giovanni Malagò.
“Sport e Imprese: play together, win together” è il nome della ricerca realizzata per il Comitato Leonardo da Prometeia, che mette in luce il contributo dell’interazione di sport e imprese alla creazione di valore e crescita per il Paese. “Due mondi sempre più vicini, la cui integrazione genera benessere economico oltre che fisico e sociale, ha commentato ad Affaritaliani.it Luisa Todini Presidente del Comitato Leonardo. “Parliamo di una filiera di quasi 40mila imprese attive sul territorio, che contribuisce in modo crescente alla ricchezza nazionale, con oltre 17miliardi di produzione associata e 120 mila addetti. Lo sport rappresenta un volano di crescita per il Made in Italy: molte imprese italiane attive nel settore sportivo si sono affermate sui mercati esteri, in un contesto fortemente competitivo, grazie a standard altissimi di qualità, eccellenza tecnologica e design. La sfida per il nostro export è ora quella di raggiungere e conquistare nuovi mercati e nuove fasce di consumatori, cominciando da quelli asiatici, che offrono molte potenzialità.”
Secondo quanto emerge dallo studio, negli ultimi 5 anni il settore sportivo ha mostrato una crescita continua a ritmi piuttosto sostenuti, in netta controtendenza con la dinamica poco più che stagnante dell’economia italiana. Nel 2017 i flussi di commercio mondiale di articoli sportivi hanno raggiunto la soglia record di 58 miliardi di euro, il doppio rispetto alla prima metà del decennio scorso. Un’evoluzione molto vivace soprattutto nel periodo 2010-2017, che ha visto il consolidamento delle strategie di globalizzazione da parte dei grandi gruppi multinazionali e la crescita esponenziale delle pressioni competitive dei produttori asiatici.
“Lo sport non è solo agonismo ma anche attrezzature, tecnologie, materiali, design, moda e alimentazione e dietro questi aspetti esiste un apparato fatto di persone, conoscenze, investimenti e soprattutto imprese che hanno contribuito, e contribuiscono, a fare dell’Italia un top player a livello internazionale, ha sottolineato Giuseppe Mazzarella, Presidente dell’Agenzia ICE. “Le nostre aziende hanno saputo trasferire anche nello sport quei caratteri di stile, tradizione, innovazione e qualità per i quali l’Italia è conosciuta nel mondo.”
Il comparto più rilevante del settore sportivo Made in Italy, rileva lo studio Prometeia, è quello del commercio, che rappresenta poco meno della metà del valore della produzione e del numero di addetti. Il secondo è quello manifatturiero, che fa riferimento ai produttori di articoli sportivi, con circa 2.300 imprese e quasi 19 mila addetti, che generano 5,3 miliardi di euro di fatturato. Segue come terzo comparto quello dei servizi sportivi, che invide per il 21% sul valore della produzione ma sfiora il 37%in termini occupazionali.
“La sport industry è una filiera economica che ha raggiunto numeri di assoluto rilievo, nella quale le aziende italiane giocano da protagoniste”, ha dichiarato Alessio Rossi, Vicepresidente di Confindustria ad Affaritaliani.it. “Un sistema di imprese che è capace di vincere le sfide della competizione internazionale. Fra sport e made in Italy esiste un legame forte perché lo sport e le vittorie dei nostri atleti sono senza dubbio degli straordinari canali per diffondere un’immagine forte e vincente dell’Italia.”
In questo contesto l’industria italiana, rileva lo studio, ha saputo rispondere attraverso un maggior orientamento al mercato e una profonda ristrutturazione interna, concentrandosi sui prodotti di fascia alta, per sfuggire alle logiche Low cost del nuovo paradigma competitivo. Una strategia che ha dato i suoi frutti vista l’evoluzione dell’export italiano: in 7 anni le nostre esportazioni hanno registrato una crescita cumulata del 28% in valore, il doppio rispetto alle esportazioni italiane complessive. Attualmente le vendite estere di manufatti sportivi made in Italy valgono oltre 2 miliardi.
Lo studio approfondisce poi le sinergie tra sport e imprese attraverso lo strumento della sponsorizzazione, una delle forme di marketing che cresce più rapidamente. La sponsorizzazione di grandi eventi sportivi consente di aumentare l’awareness del brand o prodotto, attrarre ampie fasce della comunità, abbattere le barriere culturali grazie al carattere internazionale e inclusivo dei grandi eventi sportivi. La sponsorizzazione si rivela un ottimo strumento di marketing anche per le piccole e medie imprese, che spesso in ragione di budget più limitati si rivolgono ai cosiddetti “sport minori”, sponsorizzando realtà sportive locali e rafforzando così anche il legame con il territorio.
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