Ascolti Tv Auditel: Asia Argento martire batte automa Bennett. Giletti fa 8,7%
L'ospitata dell'attrice a Non è l'Arena fa impennare gli ascolti e ottiene oltre 1.500.000 spettatori. Asfaltato il suo accusatore
Gli ascolti Tv e i dati auditel di domenica 30 settembre 2018 hanno visto il rinnovarsi della disfida tra Che tempo che fa condotto da Fabio Fazio su Rai1 e Non è l'Arena in onda su La7 nel salotto del quale il padrone di casa Massimo Giletti ha invitato Asia Argento a replicare alle accuse di violenze sessuali rivoltegli dalla sua presunta vittima Jimmy Bennett (in presenza del suo avvocato) la settimana precedente.
Malgrado l'ospitata di quest'ultimo fosse una sbandieratissima esclusiva mondiale, la presenza del giovane attore dagli "occhi vitrei" (cit. Asia Argento) non aveva certo aiutato Giletti a sbancare l'Auditel facendogli ottenere un semplice 7,1% (non male, ma non esattamente un risultato eclatante) con 1.267.000 spettatori.
La presenza di Asia Argento, ieri sera, ha invece portato a casa 1.581.000 spettatori e un lusinghiero 8,7% di share. L'intervista all'attrice - presentatasi in studio in versione "acqua e sapone", assai "addomesticata" rispetto all'immagine battagliera e barricadera cui ci ha abituati e decisamente meno "sulfurea" del solito, è stata alquanto più interessante di quella a Bennett (la più noiosa della storia della Tv di tutti i tempi), e la paladina del MeToo ne è uscita del tutto egregiamente.
Nella sua versione "edulcorata", Asia Argento sa bucare lo schermo forse ancor più di quanto non lo faccia da "bad girl" tout court, risulta alquanto più empatica (e assai più simpatica), e si comprende come mai il pubblico di X-Factor reclami a gran voce la sua permanenza nel programma in veste di giudice.
In ogni modo, ferme restando le tante contraddizioni della vicenda #MeToo e le cupe ombre non ancora dissipatesi del tutto sui reali rapporti fra l'ex produttore più potente del mondo e le sue presunte vittime, ci si augura adesso che la Tv - almeno quella italiana - possa voltare pagina e sospendere l'abbonamento agli sfruculiamenti morbosi sul caso Argento-Bennett-Weinstein, nel timore che si arrivi fisiologicamente a raschiare il fondo del barile a tutto discapito della piaga delle molestie sessuali sul lavoro, finendo per sminuirlo e renderlo un semplice fenomeno gossipparo da salotto televisivo e non, invece, un cancro sociale ahinoi radicatissimo nella realtà di tutti i giorni ben lontana dalle lusinghiere luci dei riflettori.
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