Dolores O' Riordan, quella voce da rivoluzione che ci faceva ballare
Dolores O' Riordan morta: il ricordo di Carlos Solito della cantante dei Cranberries
I salti. Mamma e che salti da una terrazza all'altra a cavalcare, per un attimo così, il vuoto. Era n'attecchia di divinità quella cosa che facevamo: stare in aria e sentirla, l'aria, che ci passava da parte a parte negli intrecci larghi dei maglioni cuciti dalle nostre nonne con la lana vecchia d'un secolo o forse più. E quando tutti atterravamo dall'altra parte ci guardavamo senza dire niente, mettevamo le mani nei capelli pieni di ogni grasso di dio e con le gambe strette nei jeans stretti, presi con due lire al mercato delle pezze vecchie il giovedì, iniziavamo a gridare come lupi. Nessuno di noi aveva peli a sufficienza ma quando Santopietro metteva rock in giro si rizzava tutto, pure le carni. Accendeva la radio rubata alla bonanema di Mustafà, partivano i Cranberries e quando cantava Dolores, con quella voce da rivoluzione, prendevamo a ballare ballare ballare come satanassi e se ci andate al convento dei Cappuccini, giù al Fullonese, su quelle cementine piene di primavera, troverete ciò che resta delle suole delle nostre Converse e le radici delle nostre risate piantate con fame e incoscienza. Abbiamo sempre saputo dov’era la parte migliore di noi, lontano da voi zombie.
Ciao #DoloresORiordan