Spettacoli

Marco Ligabue: "Non posso farci niente, sarò sempre un sognatore"

Chiara Giacobelli

Io e lui ci conosciamo da quando avevo sedici anni.
L’ho visto crescere, i concerti di suo fratello e i suoi seguiti insieme non si contano, sempre con il sorriso sulle labbra, con quella voglia di cambiare il mondo. Lo ha fatto, nel suo piccolo, attraverso la forza della musica, prima quella di Luciano – per cui tuttora gestisce il Fan Club, LigaChannel e tutta la parte social – poi la sua, inizialmente con il gruppo dei Rio ricevendo subito un buon riscontro, adesso da cantautore vero e proprio.

Con Marco Ligabue sul palco a Imola in occasione della manifestazione Love-ER Fiera di essere Emilia Romagna, condotta da Serena Dandini, c’è soltanto il chitarrista Jonathan Gasparini (di Correggio come lui). In due, riscaldano l’atmosfera della serata in pochi secondi, perché a 44 anni Marco si è scoperto non solo capace di scrivere canzoni, ma anche un grandissimo animatore che sa trascinare le masse, coinvolgere le persone nelle idee più strane che gli vengono in mente. Ma soprattutto, non ha mai smesso di essere un sognatore.

 

 

Partiamo dal tuo nuovo album in uscita, probabilmente la cosa più importante per te in questo momento. Sei emozionato?
“Molto. Il disco uscirà ufficialmente il 23 giugno, e voi siete i primi con cui ne parlo, quindi tutto ciò che ti dirò non è ancora stato scritto da nessuno. È composto da nove canzoni e si chiama “Luci”, se ci pensi bene l’acronimo di “Le Uniche Cose Importanti”. Il titolo deriva dal fatto che in ogni testo scritto da me, spesso in solitudine davanti al mare della Sardegna, si tocca un tema che mi sta a cuore e rappresenta una piccola luce per uscire dal buio che abbiamo intorno. Quindi si parla di amore, di legalità, di destino, anche del dover fare a volte i conti con se stessi e accettare ciò che ne salta fuori. Insomma, per come lo intendo io, ogni canzone è una luce di speranza”.

Qual è il primo singolo che uscirà?
“Un brano che si chiama “Non è mai tardi”: è stato scritto pensando ai sognatori come me ed è un affresco del nostro Paese, dove però invece di guardare al male io racconto tutto il bene che vedo ogni giorno e che forse stiamo dimenticando: le tante persone che quotidianamente si rimboccano le maniche davanti a questa crisi, chi tra mille difficoltà ce la mette tutta. Perché sai, se la nave affonda, affonda per tutti, non solo per qualcuno. Forse, allora, è il caso di darsi da fare per tenerla a galla”.

Esci da una felice esperienza musicale con Beppe Carletti e Paolo Belli. Com’è nata l’idea di quel singolo, che si chiama “L’equilibrista”?
“Lo scorso anno stavo facendo un tour e nel backstage ho incontrato Beppe e Paolo. I fan ci hanno fatto una foto insieme che ha riscosso un successo tale da farci pensare: perché non fare qualcosa a sei mani, visto che siamo tutti e tre emiliani? Io avevo una canzone scritta qualche mese prima che parlava della tenacia della nostra terra: gli emiliani non si tirano mai indietro davanti ai problemi, vanno avanti imperterriti. Sia Paolo che Beppe si sono subito ritrovati in questo testo, Paolo ha sistemato qualcosa per sentirlo più suo, poi Beppe ha preso in mano la fisarmonica e siamo partiti”.

“Il silenzio è dolo” parla di libertà. Tu ti senti un uomo libero?
“Sì, oggi mi sento molto libero, ma questa libertà me la sono dovuta conquistare, perché ha un prezzo che spesso implica scelte scomode: professionali, di vita, sentimentali. Il mondo in cui viviamo tende sempre a farci fare le scelte più facili e accondiscendenti (spesso perché chi sfugge al sistema in un certo senso dà fastidio), ma quelle scelte semplici che in un primo momento ci sembrano le migliori, ciò che in realtà fanno è ingabbiarci. Io non ho mai accettato il fatto di dover fare qualcosa perché va bene in generale, o è consono al sistema. A me piace agire in base a ciò che va bene per me, anche se a volte ammettere certe verità è scomodo. Ad esempio, l’idea di lasciare la barca di mio fratello e di mettermi a fare il cantautore a quarant’anni è stata piuttosto audace, ma era quello che sentivo dentro, quindi ho seguito la mia strada”.

Sei sempre molto impegnato nel sociale: puoi raccontarci una delle tue ultime esperienze in tal senso?
“Ho girato un video nella lingua dei segni per i bambini e le persone sorde, cosicché potessero capire le parole del testo. Inoltre “Il silenzio è d’oro” è un progetto che sto raccontando nelle scuole, poiché penso sia fondamentale spiegare ai ragazzi di oggi l’idea di quanto sia importante essere persone per bene, inseguire la legalità, battersi per la meritocrazia”.

Qualche anticipazione su Campovolo, previsto per settembre?
“Luciano farà la festa dei 25 anni del suo primo disco suonandolo per intero e allo stesso tempo saranno anche i 20 anni di “Buon compleanno Elvis”, che pure verrà fatto integralmente. In più, ci sarà qualche brano recente arrangiato con la sua band attuale. Abbiamo già venduto 80.000 biglietti. Insomma… sarà una super festa!”.

Info: www.marcoligabue.it