Spettacoli
Pechino Express: trionfo di donne e gay, maschi etero non pervenuti
Il programma di Raidue consolida il successo dando un'immagine positiva della donna e dell'omosessualità maschile, nell'Italia dei rigurgiti machisti
La seconda puntata di Pechino Express ha già definito inesorabilmente il trend di questa stagione del popolarissimo adventure game di Raidue, un trend già sperimentato nelle edizioni precedenti: anche quest'anno, infatti, lo show elegantemente presentato dal bravissimo Costantino Della Gherardesca è dominio di donne e gay (a partire dal conduttore) mentre i maschi eterosessuali sono destinati a soccombere (almeno mediaticamente). La vittoria delle belle, tatuatissime e agguerrite "Clubber" (Valentina Pegorer ed Ema Stockholma) nella tappa ambientata a Manila nelle Filippine e la sconfitta clamorosa dei "Maschi" (squadra composta dai nerboruti e testosteronici Francesco Arca e Rocco Giusti) è solo uno degli elementi a favore di questa tesi. Le Clubber hanno infatti vinto la tappa anche e soprattutto grazie all'alleanza/sodalizio con i "Modaioli" (Marcelo Burlon e Michele Lamanna, gay dichiarati), mentre le "Caporali" ovvero Antonella Elia e Jill Cooper hanno rubato la scena grazie allo svampito disincanto della prima, scioltasi in lacrime sincere in una favela della capitale filippina.
Per non parlare della coppia degli "Amici" formata da Guglielmo Scilla fresco di coming out e Alice Venturi, coppia anomala nata su YouTube che regala momenti di simpatia scanzonata dimostrando grande affiatamento.
In tutta questa esposizione di tosta femminilità e di orgogliosa gaytudine maschile, i maschi eterosessuali si perdono nell'oscurità. Arca e Giusti sono fisicamente un bel vedere, ma non spiccano, non brillano, così come non brilla il nipote di Miguel Bosé, Olfo, di cui - come Antonella Elia - ignoriamo i gusti sessuali, ma che viene travolto dalla gaia esuberanza del suo compagno dei "Las Estrellas", il ballerino Rafael Amargo. Lo stesso Alessandro Egger, giovane modello che gareggia(va) in coppia con la madre Cristina, ha finito per farsi notare solo per le intemperanze e i capricci, sino all'inesorabile eliminazione.
Insomma, a Pechino Express in questa edizione così come nelle passate sono le "femminucce" e i gay a farla da padroni, e ai maschietti etero tocca la posizione del fanalino di coda. Pregio della trasmissione è proprio quello di demolire gli stereotipi tutti italiani della donna indifesa e sprovveduta e del gay deboluccio, "isterico" e impaurito dimostrando che in fondo la femminilità e la virilità sono mere "costruzioni sociali". Sarà forse per questo motivo che Pechino Express consolida di anno in anno il proprio successo conquistando nuovi fan in ogni edizione: la descrizione di una realtà non facile a vedersi in TV, spesso dominata da donne oche e meramente decorative e da gay macchiettistici che si dividono fra trucchi e svolazzi. Un programma che, in questi tempi di rigurgiti "machisti" nella loro dimensione più bieca, finisce per essere, oltre che divertente, anche rinfrancante.