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Storia della mia famiglia su Netflix , il dramma che spezza il cuore e celebra i legami più veri
Scopri Storia della mia famiglia su Netflix, il dramma italiano che esplora amore, perdita e legami familiari autentici. Trama, cast e recensione della serie che emoziona e lascia il segno

Un dramma familiare che non fa sconti
Netflix ha portato in streaming tanti family drama, ma pochi riescono a evitare la trappola del sentimentalismo preconfezionato. Storia della mia famiglia è diverso. Sei episodi costruiti senza patetismi, ma con una narrazione che restituisce il peso concreto delle relazioni, delle scelte obbligate, delle imperfezioni. Non c’è idealizzazione, solo il tentativo di mantenere ciò che resta quando il tempo finisce.
Scritta da Filippo Gravino e diretta da Claudio Cupellini, la serie prende Roma e la Campania come sfondo di un racconto che potrebbe svolgersi ovunque, perché parla di paura, responsabilità e un senso di appartenenza che non ha bisogno di legami di sangue per esistere.
Una storia che parte dalla fine
Fausto (Eduardo Scarpetta) sa di avere le ore contate. Il tumore gli ha tolto tutto tranne la lucidità. Ha due figli piccoli, Libero ed Ercole, e nessuna certezza su chi potrà crescerli. Sarah (Gaia Weiss), la madre, è instabile, troppo distante. L’unica soluzione è affidarli a chi gli è stato vicino senza vincoli anagrafici.
Lucia (Vanessa Scalera), la madre di Fausto, non ha mai brillato per istinto materno. Valerio (Massimiliano Caiazzo), il fratello, è un’anima persa tra scelte sbagliate e dipendenze. Maria (Cristiana Dell’Anna), l’amica storica, ha sempre saputo più di quanto abbia mai detto. Demetrio (Antonio Gargiulo), il collega e amico, porta il peso di sentimenti inconfessati.
Quattro adulti con vite complicate, costretti a diventare famiglia per due bambini che hanno già perso troppo. Fausto non chiede loro di farlo, lo impone.
Un racconto che si muove tra passato e presente
La narrazione si sviluppa su due piani temporali. Il presente mostra il gruppo alle prese con l’adozione forzata di un ruolo che nessuno di loro aveva scelto. Il passato, raccontato attraverso flashback, mostra Fausto prima della malattia, la sua relazione con Sarah, il modo in cui ognuno dei protagonisti ha preso posto nella sua vita.
La scelta di alternare le due linee temporali funziona perché non c’è retorica: gli eventi si incastrano in modo naturale, senza forzature. Fausto non è solo un padre che sta morendo, è un uomo che ha vissuto, sbagliato, lasciato segni profondi in chi gli è stato accanto.
Un equilibrio instabile tra ironia e dolore
Il rischio di un racconto del genere è scivolare nel melodramma. Storia della mia famiglia lo evita grazie a una sceneggiatura che lascia spazio a momenti di leggerezza, specialmente nei primi episodi. Fausto è un personaggio che usa l’ironia come scudo, e la serie segue questa impostazione.
Ma il tono cambia. Quando la realtà si impone, l’umorismo cede il passo alla durezza del lutto e della responsabilità. Non ci sono facili riconciliazioni, né finali rassicuranti. Ogni personaggio affronta il proprio percorso con difficoltà, e la serie ha il merito di non edulcorare il loro viaggio.
Un cast che regge il peso della storia
- Eduardo Scarpetta è la spina dorsale della serie. Il suo Fausto non è idealizzato: rimane testardo, imperfetto, pieno di contraddizioni. Anche nei suoi momenti peggiori, resta credibile.
- Vanessa Scalera costruisce Lucia senza cercare di renderla simpatica. Una madre che ha fallito e lo sa, ma non si sottrae alla responsabilità quando serve.
- Massimiliano Caiazzo porta sullo schermo un Valerio fragile, che si nasconde dietro una corazza fatta di errori ripetuti.
- Cristiana Dell’Anna è la sorpresa della serie. Maria è il personaggio più silenzioso ma anche il più incisivo. L’evoluzione del suo ruolo è tra le più interessanti.
- Antonio Gargiulo gestisce il ruolo di Demetrio senza eccessi. Il suo personaggio è quello più trattenuto, ma la sua presenza è fondamentale nell’equilibrio della storia.
Cosa rende "Storia della mia famiglia" diversa dalle altre serie italiane?
- Attori che non cercano la performance perfetta, ma la verità del personaggio.
- ️ Struttura narrativa costruita senza accelerazioni o semplificazioni eccessive.
- Un’idea di famiglia che non si basa su ruoli prestabiliti, ma su scelte obbligate.
- Colonna sonora che accompagna la narrazione senza sovrastarla.
- ️ Dialoghi asciutti, privi di frasi fatte, che suonano autentici.
Pregi e limiti della serie
Pregi | Limiti |
---|---|
Storia solida, senza eccessi melodrammatici | Alcune dinamiche prevedibili |
Attori che danno spessore ai personaggi | Ritmo non sempre costante |
Alternanza efficace tra presente e passato | Tono più pesante nei capitoli finali |
Nessuna idealizzazione della famiglia | Alcuni passaggi meritavano più approfondimento |
Una serie che lascia il segno
"Storia della mia famiglia" non è una serie che si guarda distrattamente. Non è intrattenimento leggero, non è un racconto che offre soluzioni facili. È un dramma che mostra le relazioni umane nella loro forma più cruda e reale.
Fausto è un uomo che sta morendo, ma la sua storia non è sulla sua morte. È su quello che lascia, sulle persone che costringe a cambiare, sulle vite che trasforma.
Questa serie non cerca di consolare lo spettatore. Lo costringe a confrontarsi con scelte difficili, con il senso di perdita, con il bisogno di appartenenza.
Sei episodi. Nessuna lezione morale. Solo la vita, nel modo in cui accade.
Disponibile su Netflix.
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