Spettacoli
I Simpson compiono 30 anni. Da sempre profeti senza volerlo
Tra i migliori 50 spettacoli televisivi di tutti i tempi e profeti senza volerlo
I Simpson festeggiano 30 anni
Usa 17 dicembre 1989 la sitcom animata fa il suo debutto sulle televisioni statunitensi con la sua prima puntata “Un Natale da cani” (in originale “Simpsons Roasting on an Open fire”). Creata dal fumettista Matt Groening, è diventata la parodia satirica della società americana più longeva mai trasmessa. Non è tutto: dopo essere stata definita come “miglior serie televisiva del secolo” dal Time nel 1999 ed essere entrata nella classifica di TV Guide “i migliori 50 spettacoli televisivi di tutti i tempi”, è riuscita anche ad entrare nell’Oxford English Dictionary con l’espressione contrariata di Homer “d’oh!”.
I Simpson: "Profeti dell'età moderna"
La sitcom detiene anche il Guinness World Record per “più celebrità partecipanti ad una serie animata”, infatti sono state oltre 100 le star ad apparire all’interno dell’irreverente cartone: Meryl Streep, Elton John, Britney Spears, per fare qualche esempio. Il successo della serie è così strabiliante che i Simpson sono stati persino nominati per un Golden Globe, hanno ottenuto 32 Emmy e 8 People’s Choice Awards. Insomma, questi omini gialli sono non poco influenti. Non solo il loro impatto culturale è strabiliante, ma attraverso il loro microcosmo ci raccontano tutti i temi della società moderna. Alcuni sostengono che siano i “profeti dell’era moderna”, altri ancora sostengono che lo show assuma connotati politici, prendendo in giro in più occasioni le parti del panorama governativo statunitense. La sitcom infatti deride l’abuso di potere, sia pubblico sia privato, sulle persone comuni: i politici sono corrotti, i mezzi di diffusione sono al servizio del potere e fanno disinformazione.
Tra le puntate più scottanti sul tema politico vi è di fatti il personaggio di Donald Trump. Nell’episodio “Bart to the future” (andato in onda nel 2000), la presidente Lisa Simpson, nell’anno 2030 viene a conoscenza di aver ereditato una disastrosa crisi di bilancio dal predecessore Trump. Quando il magnate venne poi realmente eletto presidente degli Usa nel 2016, i più credettero che l’episodio avesse predetto, non solo il suo successo, ma anche il risultato della sua presidenza.
Le previsioni dei Simpson
Doppia previsione quindi? Secondo molti giornali e secondo l’autore dell’episodio Greaney le cose non sarebbero andate proprio così. In un’intervista esso stesso racconta che nel 2000 erano in cerca di un personaggio la cui nomina a presidente sembrasse assurda, inoltre è stato lanciato perché sembrava coerente con la visione di un’America che impazzisce.
Aggiunge poi che i Simpson hanno sempre abbracciato la parte più importante della cultura statunitense e che Trump non ne è altro che una manifestazione della stessa. La scelta di inserire il magnate sembrava quindi perfettamente in linea con lo humor in stile Simpson. Probabilmente i Simpson sono stati dei profeti senza volerlo, mandando in onda questa puntata potrebbero aver aiutato (non intenzionalmente) a preparare il terreno ad un candidato simile. Non è solo il mondo politico però ad essere vittima della tagliente satira, ma anche la religione: è spesso preso in giro il reverendo Lovejoy, il quale è indifferente verso i fedeli. Nonostante il suo comportamento però la famiglia Simpson si rivolge a Dio (rappresentato come un uomo enorme dalla lunga barba bianca senza volto) nei periodi di crisi, unico personaggio ad essere raffigurato con tutte e 5 le dita, benché tutti gli altri personaggi di Springfield ne abbiano solo 4.
Trentesima Stagione dei Simpson, nuove previsioni?
Si può quindi affermare che I Simpson sono il cartone più di successo, più vero e più arguto di tutti i tempi. Attraverso la visione di uno spaccato del reale (le vicende di Springfield) ci ha fatto conoscere il mondo in cui viviamo in modo più autentico. Non resta che gioire dei primi 30 anni di successo della sitcom e auguragliene tanti altri. In ultima istanza, non rimane che chiedersi se, ad abitare la Casa Bianca e ad ereditare una disastrosa crisi di bilancio non sarà proprio una donna: Michelle Obama forse?