Esteri
Afghanistan, donne nemiche delle donne. Ecco dove porta la follia dei talebani
Prigionieri di paure e di pregiudizi infami che albergano soltanto nella mente di chi è, a tal punto, ostaggio dei suoi fantasmi, da aver coperto d’Ombra l’Umanità intera. Ma ai cattivi che, oggi, sono rappresentati dai talebani “di turno”, io vorrei, però, associare i tanti - anzi, i troppi! - silenziosi, nascosti, indifferenti artefici del Male che talebani non sono. I quali, omertosamente, contribuiscono al ripetersi e al permanere degli infiniti orrori da cui è oppresso ogni Inferno del nostro Pianeta.
Nel 2021, sono proprio e ancora costoro che contribuiscono a squalificarci, pretendendo di esportare, in modo inconcludente, vanamente dispendioso, sterile, incompetente, corrotto, violento, criminale, sottoposto al ricatto dei trafficanti di droga e di armi, quello che, per tanti di noi, rappresenta il meraviglioso, ineguagliabile, comune, conquistato e, più volte, perso e, ancora, riconquistato, “Bene-Patrimonio” della Democrazia.
Un Bene acquisito nei secoli, in ragione di sacrifici umani, coraggiose lotte, spiritualità, studi approfonditi, ricerche, informazione e formazione, metodologie e strumenti umanistici e scientifici d’intervento spirituale, culturale, sociale, sanitario, artistico, politico, legislativo. Poiché, in verità, è, proprio e anzitutto la loro evidente follia ad aver sabotato e svenduto la salvifica, esportabile efficacia della Democrazia. Follia - questa, si! - da condividere con i talebani, terroristi e dittatori, lupi travestiti da agnelli che mentono, fino alla fine, per dogmatico, coranico consiglio, allorquando si pongono l’obiettivo di islamizzare il mondo.
Infatti, il nostro Pianeta, nella stragrande maggioranza dei casi, è governato da autentici folli ai quali, allorquando si pongono alla guida di collettività e di popoli, nessuno ha mai chiesto né chiede , quale primaria , dovuta garanzia, la cartella clinica di esami che attestino la loro salute mentale. Sono costoro e gli affaristi senza scrupoli che li finanziano e li sostengono che, per primi, hanno vanificato e vanificano gli effetti delle migliori esperienze, scientificamente e umanisticamente maturate, nei secoli, dagli esseri umani, in ragione dell’ideazione, dell’espressione, dello studio, attento e approfondito, delle religioni, della storia, dell’antropologia, della filosofia,della pedagogia, della sociologia, della psicanalisi, della psicologia. Psicologia intesa come scienza della comunicazione e del comportamento che dovrebbe essere alla base dell’interpretazione di ogni individuale, familiare, educativa, sociale, spirituale, legale, sanitaria, giornalistica e virtuale, forma di relazione umana.
E, ancora, delle neuroscienze, dell’epigenetica in primis e, infine e anzitutto, di ogni forma di arte, di sport, di creatività, di cultura. Così, perdonare, anzitutto, costoro, è impresa apparentemente impossibile. Com’è apparentemente impossibile perdonare i talebani se non ricorrendo alla “pietas” che si deve ad ogni essere umano la cui sola colpa - prima d’ogni effettiva, individuale e/o collettiva, responsabilità - è quella di essere venuto al mondo, senza aver potuto né voluto, decidere di farlo. E, tanto meno, senza aver né potuto né voluto scegliere in quale famiglia e in quale Paese del mondo nascere.
A meno che, per concedere un simile perdono, non si voglia ricorrere all’Utopia, ricordando quel che ebbe a scrivere un immenso artista bisessuale: Oscar Wilde. Ovvero: “Una mappa del mondo che non preveda il Paese dell’Utopia, non merita neppure uno sguardo”. E a meno che non si voglia tenere conto del fatto che la stragrande maggioranza delle opere, delle produzioni, delle ricerche, delle scoperte, in campo umanistico, scientifico, legale, artistico, letterario, sanitario, si deve proprio a quei “diversi”. E a meno che non si voglia ricordare ai talebani dichiarati e a quelli che,di fatto, lo sono, pur fingendo di non esserlo, che la madre di tutte le angosce umane è “l’angoscia di morte”.
(Segue...)