Esteri

La "nebbia di guerra" in Siria sta diradandosi

L'immagine che rende bene l'idea della situazione attuale è quella dell'intossicazione. Un'intossicazione non solo e non tanto ambientale, ma dovuta soprattutto alla quantità di scorie informative cui è sottoposta senza posa l'"opinione pubblica" internazionale.

Si potrebbe dire, continuando la metafora, che l'Industria della Creazione degli Stati Emotivi è il settore più fiorente e rigoglioso dell'Occidente. Ma che, per essere di continuo efficace e operativa, deve iniettare dosi sempre maggiori di "droga informativa" nell'homo videns. E i risultati, dobbiamo ammetterlo, sono piuttosto evidenti. Non si spiegherebbe in altro modo, tanto per riferirci a un evento di cronaca che fuoriesce dalla stantia palude italiana, gli effetti della massiccia campagna mediatica circa l'intervento militare russo in Siria.
Di cosa stiamo parlando? Semplice, della quantità di melensaggini e parole in libertà che vengono riversate da mane a sera sugli ignari spettatori. Partiamo allora dai dati più semplici: in pochi giorni, grazie a un'oculata sinergia di forza aerea, intelligence e logistica militare, circa il 40% delle infrastrutture dell'ISIS/IS/Daesh, Jabhat al-Nusra, Jaish al-Fatah, Jaish al-Islam, Ahrar al-Sham e svariate altre cabile di jihadisti salafiti sono state eliminate dai bombardamenti russi. Ora i terroristi sono in ritirata verso il confine con la Turchia, un Paese che aveva tradizionalmente offerto loro protezione e sostegno, ma che nelle ultime ore è preda anch'esso di efferate stragi terroristiche. Tuttavia il risultato principale dei raid aerei è che molti estremisti hanno volontariamente deposto le armi e si sono arresi.

Un fatto incredibile, se consideriamo che la coalizione internazionale di 60 Paesi guidata dagli Stati Uniti in più di un anno d'intervento militare non ha fatto praticamente nulla per arginare l'espansione del "Califfato" in Siria e Iraq. Quello che non si è potuto o voluto fare in tutto questo tempo, i russi l'hanno sbrigato in appena una manciata di giorni. Strano, no?

Siamo perciò sicuri che le cose stiano davvero come ci viene raccontato? I dubbi sull'autenticità degli obiettivi della coalizione a guida americana contro il "terrorismo islamico" che prima serpeggiava tra alcuni analisti indipendenti, oggi si fa certezza avversa. Perché oltre ai risultati nulli sul campo e alle dichiarazioni del senatore John McCain ("I raid aerei russi in Siria stanno colpendo i ribelli addestrati dalla CIA"), si aggiungono le parole del professor Zbigniew Brzezinski, il mentore principale di Obama in materia di politica estera, che in un recente articolo apparso sul "Financial Times" afferma perentoriamente che Washington dovrebbe "vendicarsi" se Mosca non smettesse di attaccare le "risorse statunitensi in Siria". "Risorse statunitensi" significa "ribelli moderati" addestrati dagli Stati Uniti stessi. Ohibò, qui ci troviamo di fronte ad ammissioni esplosive, vale a dire che gli americani attraverso la CIA hanno formato, messo sul campo e supportato "terroristi moderati" contro il legittimo governo di Bashar al-Assad.

Allora ciò che in prima battuta la campagna aerea russa ha reso evidente è il mito di cartapesta del nuovo "Jihad Internazionale". Tutta la galassia degli jihadisti che hanno imperversato in Siria sono stati mantenuti da un grande "sforzo" finanziario-logistico-bellico che comprende svariati network, dalle fabbriche di armi in Bulgaria Serbia e Croazia fino alle vie di trasporto in Turchia e Giordania. Per quanto riguarda quei "ribelli moderati" siriani, e la maggior parte di essi siriani non sono, ora ci viene apertamente detto che sono mercenari addestrati da CIA e Mossad in Giordania e infiltrate in Siria dalla Turchia attraverso la provincia di Hatay.
Per ciò che attiene invece i mecenati che sontuosamente li riforniscono di armi e denaro, si tratta dei soliti "pii ricchi donatori" del Consiglio di Cooperazione del Golfo (GCC), la cassaforte di petroldollari della NATO. Nessuno di questi gruppi terroristici avrebbe potuto resistere così a lungo senza un completo e multidisciplinare "supporto" da parte dei suoi tutor. Per cui la furia isterica che ha colto i fomentatori del caos mediorientale tradisce un amaro fallimento, per l'ennesima volta, della solita vecchia "strategia" (ricordiamoci l'Afghanistan, Iraq e Libia) di utilizzare i jihadisti come strumenti per fini geopolitici. Una strategia precisa e ben articolata di cui ha fornito qualche tempo fa al Chicago Council on Global Affairs un quadro molto esaustivo George Friedman, il capo della Stratfor, un'influente società di spionaggio legata a doppio filo con il complesso militare-industriale USA. Sia il finto "Califfato" sia i "ribelli" sono dunque in ultima istanza marionette della NATO e del GCC. E ora, di fronte al conclamato scacco, lo riconoscono i loro stessi burattinai.

Quindi in Siria si è appalesato che non esiste terrorismo "moderato". Il terrorismo è terrorismo, se la logica ha ancora un senso. Un'opposizione moderata, infatti, è un'opposizione pacifica, e un'opposizione pacifica non è un'opposizione armata. Dunque si tratta semplicemente di ordinari terroristi equipaggiati e addestrati dalla CIA con il preciso scopo di rovesciare l'autorità legittima di uno Stato sovrano. E questo, lo capiamo tutti, cambia radicalmente le carte sul campo. Si spiega così il violento attacco mediatico contro la Russia e i suoi bombardamenti non su terroristi, come normalmente dovrebbe essere, ma su "terroristi moderati" creati dalla CIA.

Al punto che, tra il serio e il faceto, circola su internet una conversazione con il portavoce dello Stato Maggiore generale del ministero della Difesa russo che rende bene lo stato della situazione in atto. "Perché avete bombardato i terroristi in Siria? Sono dei moderati: la CIA li ha armati e addestrati. Essi non decapitano né bruciano i prigionieri vivi per divertimento. Adempiono precisamente ai compiti che sono stati loro assegnati. Essi eseguono coscienziosamente e moderatamente tutti gli ordini che sono stati loro impartiti dalla CIA, col fine di rovesciare la legittima autorità in Siria. E solo per questo voi li bombardate?". Risposta: "Esattamente prima dell'operazione militare in Siria, lo Stato Maggiore del ministero della Difesa prese una decisione responsabile. Lo scopo principale di questa operazione si rifà al nostro desiderio di rispettare rigorosamente i principi di legalità e di giustizia. Così, tutte le nostre munizioni sono ora ripartite in due categorie: normali e moderate. Per i terroristi ordinari impieghiamo unicamente munizione convenzionali. Per i terroristi moderati, adoperiamo invece munizioni moderate. Quindi non state in pensiero, noi prendiamo in considerazione la natura moderata dei terroristi e li trattiamo con giustizia". Domanda: "Utilizzate esclusivamente munizioni moderate per i terroristi moderati, vero?" Risposta: "Certo, parola d'onore!". "Ditemi, in cosa le vostre munizioni convenzionali differiscono da quelle moderate?". "Le nostre munizioni convenzionali - taglia corto il portavoce dello Stato Maggiore russo - differiscono dalle moderate esattamente come i terroristi normali differiscono da quelli moderati: esse sono dipinte con un colore diverso, con toni più chiari, tenui e decisamente più moderati".

Se la situazione non fosse maledettamente tragica, si potrebbe azzardare di concludere con un celebre slogan passato: "Sarà una risata che li seppellirà".

Paolo Sensini