Esteri
Argentina a rischio default: accordo lontano coi creditori
I negoziati con i creditori privati continuano sull'offerta di ristrutturazione del debito argentino, ma esiste ancora "una distanza importante" per raggiungere un accordo. Lo ha affermato Martín Guzmán, ministro argentino dell'Economia. "C'è ancora una distanza importante da percorrere, ma, cosa ancora più importante, tutte le parti restano al tavolo per trovare una soluzione", ha detto Guzmán all'agenzia Télam, dopo che l'Argentina ha mancato il pagamento di 500 milioni dollari di interessi sul debito ed innescando un default tecnico. Il ministro ha insistito sul fatto che "i negoziati continuano in un corso che riteniamo positivo, con una crescente comprensione reciproca".
L'Argentina sta rinegoziando il proprio debito ai sensi della legislazione estera, pari a 66.000 milioni di dollari. Ieri è scaduto un secondo mandato per concordare la ristrutturazione del debito, ma il governo lo ha esteso fino al 2 giugno. Guzmán ha ribadito che l'accordo deve essere legato alla capacità del Paese di pagare e rispettare "le nostre restrizioni sulla sostenibilità del debito, comprese quelle identificate dal Fondo monetario internazionale". "L'estensione dell'offerta (fino al 2 giugno) offre flessibilità nel caso in cui la Repubblica decida di apportare modifiche nei prossimi giorni per garantire un accordo sostenibile con i nostri creditori", ha spiegato Guzmán, aggiungendo che il mancato pagamento che si è verificato ieri "fa anche parte di queste discussioni e speriamo che venga affrontato nel più ampio accordo che si sta cercando". Il ministro ha affermato che i colloqui degli ultimi giorni gli hanno dato "maggiore fiducia" nella possibilità di raggiungere un accordo con i creditori di obbligazioni private. "Vi è un riconoscimento condiviso che prima risolviamo l'insostenibile problema del debito argentino, meglio sarà per tutte le parti e per la stabilità della regione", ha affermato. Ha anche avvertito che la risoluzione del debito "influenzerà la vita di milioni di persone e probabilmente avrà effetti indiretti su un'intera classe di attività, in un contesto globale in cui ci saranno più nazioni sovrane che dovranno affrontare situazioni di indebitamento eccessivo".