Attacco in Siria, un copione già visto in Iraq
Guerra in Siria: un difficile equilibrio con la Russia delicato ago della bilancia
Siria: 105 missili americani, inglesi e francesi su 3 precisi obiettivi di produzioni di materiale chimico hanno confermato principalmente tre aspetti dei nuovi scenari di guerra.
Siria e armi chimiche. Tre considerazioni dello scenario
Il primo è la potenziale incapacità delle Nazioni Unite di trovare soluzioni pacifiche alternative ai conflitti. Neanche il tempo di organizzare una riunione e i missili erano gà partiti.
Il secondo è la rapidità decisionale di nazioni come Stati Uniti, Gran Bretagna e Francia che, disinteressandosi completamente degli organismi internazionali e dei partner europei, decidono di portare la guerra in ogni dove. Fortunatamente azioni di guerra annunciate e chirurgiche.
Terzo la capacità della Russia di mantenere i nervi saldi evitando, per il momento, azioni di rivalsa.
Siria e Usa: un copione già visto in Iraq
Già una volta, nel corso della guerra lampo contro Saddam Hussein, i soliti tre erano certi di aver trovato la pistola fumante indispensabile per motivare una guerra. Ricordiamo tutti come finì e i disastri in termini di vuoto di potere e di migrazioni incontrollate.
In Siria pare ripetersi il copione studiato per Saddam Hussein. Stessa certezza di aver le prove dell’uso di armi chimiche da parte dell’esercito di Bashar al Assad. In particolare utilizzo di gas al cloro e del micidiale Sarin.
Anche in questo caso spuntano decine di testimoni pronti a confermare questa tragedia.
Unica speranza è che questa volta si tratti solo di un pesante avvertimento al regime siriano e non l’inizio di un conflitto più vasto.
Quindi dopo l’attacco in Siria ecco la nuova minaccia di sanzioni da parte di Donald Trump contro la Russia. La giustificazione di Theresa May che in Parlamento si prende la responsabilità dell’attacco considerandolo l’unica alternativa alla sofferenza del popolo siriano colpito da armi improprie.
E dal canto suo il presidente francese Macron conferma, fortunatamente, che questo attacco ‘ non è una dichiarazione di guerra ma una risposta precisa e determinata all’uso di armi chimiche’.
Siria e Russia: i nervi russi ago della bilancia
Ed ora, sperando che le azioni dimostrative e punitive finiscano, si aspettano due eventi. Il primo (che potrebbe non succedere) è rappresentato dalla visita degli ispettori dell’ Organizzazione mondiale contro l’uso di armi chimiche (OPAQ). L'Organizzazione vorrebbe visitare i siti di produzioni chimiche. La Russia ha già detto di no una volta e molto probabilmente si ripeterà adducendo motivi di sicurezza nella zona militare di Duma.
Il secondo la risposta sul territorio dell’esercito governativo siriano contro i nemici siriani. Di certo altre vittime innocenti.
Fortunatamente la Russia sta tenendo i nervi saldi. Preannuncia risposte dure, ma solo se ci saranno nuovi attacchi.
Fino a quando si potrà mantenere questo delicato equilibrio?
Troppi gli interessi in campo, troppi gli attori che hanno interesse ad essere protagonisti.
Troppo poche, purtroppo, le voci pacifiste che contano.