Esteri
Evergrande,crolla il patrimonio di Xu. Ora si fanno soldi con acqua ed energia

In un anno il fondatore del colosso immobiliare ha perso oltre il 70% del patrimonio. Non è l'unico, malissimo anche Jack Ma e Tencent
Gran parte della ricchezza nota di Hui deriva dalla sua quota di controllo in Evergrande e dai dividendi in contanti che ha ricevuto dall'azienda dalla sua quotazione del 2009 a Hong Kong. Hui ha intascato circa 8 miliardi di dollari negli ultimi dieci anni grazie ai generosi pagamenti di Evergrande, secondo i calcoli di Bloomberg. Non si sa come Hui abbia reinvestito quei dividendi. Qualche giorno fa è stato evitato il default su una cedola di bond da 83,5 milioni di dollari ripagata entro i 30 giorni di tolleranza dopo la scadenza del 23 settembre. Ma non è ovviamente finita qui. Il prossimo test sarà il pagamento di una cedola in dollari il 29 ottobre, quando finirà il periodo di grazia di 30 giorni. Un pesante muro di debito in scadenza attende nel 2022, con circa 7,4 miliardi di dollari di obbligazioni onshore e offshore in scadenza.
Xu non è il solo ad aver accusato l’offensiva normativa di Xi e l'accumulazione di debiti monstre: dopo la cancellazione dell’offerta pubblica iniziale di 37 miliardi di dollari da parte di Ant Group e la multa di quasi tre miliardi a Alibaba, entrambe di proprietà di Jack Ma, il miliardario rinnovatosi filantropo è sceso quest’anno al quinto posto dei paperoni cinesi dalla medaglia d’oro del 2020. Metà dei volti cinesi nella lista sono nuovi rispetto a cinque anni fa, ha aggiunto, a dimostrazione di un “settore privato cinese molto dinamico”. Anche il fondatore di Tencent, Pony Ma, ha visto la sua fortuna scendere del 19 per cento a 49,2 miliardi di dollari, collocandosi al quarto posto, a causa di un giro di vite sui videogiochi destinati ai bambini. Per tornare all'immobiliare, Wang Wenxue dello sviluppatore China Fortune Land ha visto il suo patrimonio netto scendere dell'88 per cento negli ultimi 12 mesi fino a 930 milioni di dollari. Evergrande, d'altronde, sarebbe solo la punta dell'iceberg come chiarito anche da S&P, secondo cui un terzo delle compagnie immobiliari cinesi sarebbero a rischio.
Ad aggiudicarsi il primo posto è Zhong Shanshan, magnate dell’acqua in bottiglia Nongfu Spring, con un patrimonio personale di 60,6 miliardi di dollari, dal terzo posto del 2020. Il valore di mercato di Nongfu Spring e Beijing Wantai Biological, le sue due società quotate, è cresciuto rispettivamente del 10 per cento e del 40 per cento negli ultimi 12 mesi, secondo l'istituto di ricerca Hurun. In crescita anche le imprese operanti nei nuovi tipi di produzione energetica. Zeng Yuqun, il fondatore del più grande produttore cinese di batterie CATL, ha triplicato la sua ricchezza a 47,4 miliardi di dollari, catapultandosi al terzo posto. Otto dei 10 maggiori scalatori della lista sono collegati all'industria delle nuove energie, compresi i produttori di veicoli elettrici (EV) Wei Jianjun e Han Xuejuan della Great Wall Motor, e Wang Chuanfu della BYD. Per diventare ricchi in Cina la strada è diversa rispetto al passato.