Esteri
Cina, proteste anti Covid senza precedenti. Ma Xi raddoppia il controllo
Tante città coinvolte nelle manifestazioni contro le restrizioni pandemiche. Con un risvolto inedito, visto che c'è chi attacca direttamente il leader
La Cina dà la colpa alle "forze straniere"
Il governo cinese ha già messo in moto la macchina retorica per provare a contenere i danni. Il portavoce del ministero degli Esteri, Zhao Lijiang, ha accusato "forze con secondi fini" per il collegamento tra un incendio in un edificio residenziale di Urumqi, capoluogo della regione autonoma dello Xinjiang, con le proteste scoppiate in varie città del Paese contro la linea dello zero Covid. Sui social c'è anche chi sostiene che la strategia zero Covid sia motivata dalla necessità di proteggersi dalle armi biologiche portate in Cina dagli Usa.
Basterà per fermare le proteste? La polizia presidia diversi luoghi sensibili nelle città principali e non è escluso che come accaduto in passato la rivolta si spenga col passare dei giorni. Ma c'è anche chi immagina che possa succedere qualcosa con effetti duraturi. E in ogni caso quanto accaduto domenica sera resta un avvenimento con pochissimi precedenti nella storia della Cina. Xi Jinping sarà costretto a fare delle scelte se le proteste andranno avanti, o anche se terminassero: fare concessioni oppure rafforzare il controllo?
Più probabile la seconda opzione, mentre di certo la situazione avrà effetti rilevanti a livello economico. Secondo le stime di Bloomberg, per esempio, ci sarà un calo di produzione di quasi 6 milioni di esemplari di iPhone Pro quest'anno nel principale centro di produzione della Apple, il vasto stabilimento produttivo del colosso dell'elettronica taiwanese Foxconn, a Zhengzhou, dove circa 20 mila dipendenti sarebbero fuggiti dopo il caos delle scorse settimane.