Coronavirus. Gli esuli cubani in Usa chiedono a Trump di togliere il ‘bloqueo’ - Affaritaliani.it

Esteri

Coronavirus. Gli esuli cubani in Usa chiedono a Trump di togliere il ‘bloqueo’

Daniele Rosa

Le sanzioni americane aggravano la situazione di emergenza

’48 positivi e un morto’ così al momento la situazione a Cuba sempre nella morsa ‘quasi’ eterna delle sanzioni americane. Il virus è arrivato nell’isola e adesso si teme la sua diffusione.

In questa occasione diversi gruppi di esuli cubani residenti negli Stati Uniti e molti cubani che vivono in Europa hanno firmato petizioni per chiedere a Donald Trump di togliere, almeno per questo periodo emergenza, tutte le sanzioni commerciali e finanziarie.

Quel ‘nightmare’ conosciuto dai tutti i cubani come ‘bloqueo’ le cui misure portano non solo mancanza di apparecchiature di qualsiasi tipo ma pure a carenza di generi alimentari.

In una lettera aperta a Trump, firmata da oltre mille persone, Carlos Lazo professore cubano residente in Florida, ha chiesto al Governo americano di togliere il blocco almeno in questa crisi. Il problema per Cuba è di non riuscire ad avere alimenti, medicine e apparecchiature sanitarie in un momento di sicura emergenza.

’Stenda Presidente una mano amica al popolo cubano’ la richiesta dei firmatari che paventano, in caso contrario,’una crisi umanitaria di proporzioni incalcolabili’.

Anche sullo storico quotidiano dell’Havana, Granma ( che ha preso il nome dell’imbarcazione con la quale Fidel Castro e i suoi ‘barbudos ‘ portarono e vinsero la rivoluzione sull’isola) gli esuli cubani europei è apparsa una richiesta degli esuli cubani europei fatta al Parlamento Europeo affinché interceda verso la Casa Bianca per togliere  le sanzioni.

Dal giugno del 2017 sono state applicate 191 sanzioni  per ‘ammazzare’ finanziariamente il Paese.

Con la Presidenza di Barack Obama sembrava essere arrivato il tanto  sognato momento del disgelo ma l’arrivo di Donald Trump ha riportato le lancette della storia di anni indietro.

Pressione sulle banche internazionali, restringimento degli invii che gli esuli possono mandare ai familiari nell’isola e ultimo colpo, quasi ’mortale’, il divieto alle crociere dei nordamericani di toccare l’isola caraibica. Un colpo che ha influito in negativo di oltre il 20% sull’intero comparto turistico.

Tra le sanzioni della Legge Helms-Burton l’obbligo della richiesta che le imprese  devono fare al Tribunale degli Stati Uniti se vogliono avere attività con Cuba. Un aspetto poco conosciuto ma che non favorisce di certo le attività straniere di investimento.

Per lìemergenza Covid-19 a breve tutti gli alberghi verranno chiusi. Già i turisti non possono entrare nel Paese e quelli che ci sono, oltre 30000, dovranno partire velocemente nei prossimi giorni.

Il pacchetto di misure di emergenza messo in atto dal Governo cubano prevede voli interni diminuiti, chiusura delle scuole e la richiesta non obbligatoria ma molto raccomandata di rimanere a casa. Per gli assembramenti, vietati, è previsto l’intervento della polizia.

I ristoranti e i mercati, al momento non ancora chiusi, devono rispettare norme igieniche e la ‘social distancing’.

Fra i tanti problemi che potrebbero diffondere più velocemente il virus vi sono le code per i generi alimentari che a Cuba, come in Venezuela, fanno parte della vita di tutti i giorni.

La risposta di Trump? Al momento non pervenuta.