Esteri
Coronavirus: il premier Johnson annuncia New Deal da 5 miliardi per la ripresa
Nel discorso a Dudley sul piano investimenti pubblici per il rilancio dell'economia nazionale post pandemia
Coronavirus: Johnson promette New Deal da 5 miliardi
Investimenti statali per 5 miliardi di sterline, da destinare alle infrastrutture e ai servizi pubblici al grido di "costruire, costruire, costruire". E' questa la ricetta 'keynesiana' illustrata oggi, 30 giugno, dal premier conservatore Boris Johnson in un discorso a Dudley, non lontano da Birmingham, per sostenere la ripresa dell'economia nazionale investita dagli effetti della pandemia di coronavirus su produzione e occupazione. Johnson ha citato apertamente come esempio "il New Deal" del presidente americano Franklin Delano Roosevelt, varato negli anni '30 con una massiccia componente di intervento pubblico dopo il crac del 1929, e ha detto che il suo governo vuole "abbracciare la gente in un tempo di crisi". Una crisi grave, ha ammesso, ma che può diventare una opportunità per "costruire case, migliorare l'Nhs (il servizio sanitario nazionale britannico), ricucire l'indifendibile gap di opportunità, produttività e connessione (online) fra le diverse regioni del Regno Unito".
Coronavirus, il premier Johnson annuncia un'economia più green
Johnson ha assicurato di non voler tornare "a quella che la gente chiama austerity, perché il mondo è cambiato" rispetto alla stagione del dopo-crisi finanziaria del 2008. Gli investimenti indicati come un primo pacchetto di stimolo riguardano in particolare la sanità, l'educazione, i trasporti, l'edilizia e la banda larga, oltre alla giustizia e all'ordine pubblico, con l'impegno a realizzare tutti i progetti nel quadro di "un'economia più verde" con mezzi di trasporto di nuova generazione, "bus a emissioni zero", piste ciclabili, ripopolamento della vegetazione, ma anche riferimenti al nucleare. "Non sono comunista, credo nell'economia di mercato", ha precisato il premier Tory, notando di voler dare ossigeno ai privati, insistendo però che se il piano "sembra rooseveltiano" gli fa piacere, perché "è ciò che intende essere". Tra gli obiettivi prioritari indicati, quello di migliorare le infrastrutture soprattutto a beneficio delle regioni del Regno rimaste più indietro, come l'Inghilterra un tempo industriale o mineraria del centro e del nord. "Troppe parti di questo Paese si sono sentite abbandonate, neglette, non amate per decenni", ha detto, "e quindi voglio che si sappia che questo governo non ha solo la missione di cambiare il Paese in meglio, ma di unirlo ed elevarlo a uno stesso livello".