Esteri
Coronavirus, ok agli americani in Europa ma no agli europei in Usa

Ma ogni frontiera europea chiederà test e obblighi diversi
Gli americani possono finalmente viaggiare in Europa con o senza la vaccinazione. Il Consiglio Europeo ha dato l’ok ai viaggi dei cittadini USA nei 27 paesi del suo territorio. Ma gli Stati , anche su questo sono divisi, e le regole cambiano da paese a paese.
Infatti anche se la norma è unica ogni paese potrà decidere come comportarsi sulle proprie frontiere. Questo significa che, poiché sono ancora da specificare a livello comunitario una serie di regole, puo’ darsi che qualche governo richieda il PCR o i test rapidi per il Coronavirus all'arrivo e magari anche qualche giorno di quarantena. Sull’esempio dell’Italia che, ai cittadini inglesi, chiede l’obbligo di una mini quarantena di 5 giorni.
Di fronte al rischio concreto di confusione la Commissione europea ha ripetutamente esortato i paesi a coordinarsi con i vicini per garantire una mobilità uniforme.
Ma come si è visto l’Europa non è una vera e propria unione come l’America e così, molto spesso, gli Stati hanno cercato e cercano il modo più complicato per distinguersi l’uno dall’altro.
E poi per ingarbugliare di più il procedimento vi è un altro aspetto che si chiama reciprocità. L’Europa ha dato il via libera agli americani ma lo stesso non è stato fatto dagli Stati Uniti, dove ancora è in vigore la possibilità per gli europei di entrare nel paese solo per viaggi considerati essenziali.
E questo atteggiamento costituisce un punto delicato:
Adalbert Jahnz portavoce della Commissione Europea ha spiegato: "Inutile dire che ci aspetteremmo lo stesso dai paesi partner al di fuori dell'UE per i cittadini dell'UE che si recano in quei paesi".
Queste assicurazioni sembrano essere timidamente uscite nel vertice Il vertice USA-UE di pochi giorni fa "Abbiamo ricevuto rassicurazioni sul fatto che si tratta di una questione di alta priorità per l'amministrazione degli Stati Uniti che sta lavorando per far riprendere viaggi sicuri tra l'UE e gli Stati Uniti”,ha assicurato il portavoce.
La riluttanza degli Stati Uniti ad aprire le frontiere agli europei sembra essere in gran parte dovuta a una "percezione negativa della gestione della pandemia da parte dell'UE, in particolare, i programmi sui programmi di vaccinazione lenti. In altre parole, l'Europa non è percepita come ancora sicura".
Ma Jahnz è ottimista "La situazione epidemiologica nell'UE sta migliorando e stiamo, ovviamente, mettendo in atto una solida infrastruttura per facilitare i viaggi sicuri grazie al "certificato digitale COVID dell'UE" "che è progettato per facilitare il riconoscimento transfrontaliero degli stati su test o vaccinazione.
“Siamo fiduciosi-ha aggiunto-di trovare soluzioni praticabili anche per gli Stati Uniti".
Nel frattempo, il comparto turistico europeo attende con impazienza il ritorno dei suoi ricchi clienti extraeuropei.
L'anno scorso è stata una catastrofe con cali superiori all’80% è l’opinione di molti rappresentanti di agenzie di viaggio e tour operator.
La decisione europea sugli americani è vista con grande soddisfazione ma si attende ancora la definizione di tutto quello che i viaggiatori dovranno prendere in considerazione per viaggiare in Europa ed in particolare per muoversi attraverso i diversi Stati.
Inoltre la mancanza di reciprocità per i viaggiatori europei che desiderano recarsi negli Stati Uniti potrebbe alla fine essere un problema anche per gli americani, in quanto le compagnie aeree, per riprendere le loro rotte di volo, avranno bisogno di clienti che si muovano in entrambe le direzioni. Ma il mondo del turismo si auspica che entro la metà di luglio le cose andranno lisce e che quest'anno l'alta stagione potrebbe durare fino all'autunno per soddisfare la grande domanda.