Esteri
Croazia al voto:Plenkovic vs socialdemocratici, un cantante ago della bilancia
Dopo le polemiche sulla gestione Covid (con tanto di partecipazione al torneo di tennis in cui si è contagiato Djokovic) il primo ministro alla prova delle urne
La Croazia va alle urne domenica 5 luglio, quando circa 3,8 milioni di persone saranno chiamate a eleggere i 151 membri del nuovo parlamento. In realtà, il numero dei votanti è molto incerto, poiché i contagi di coronavirus nel paese sono in crescita, e, oltre ai cittadini che non si recheranno ai seggi per paura, non è ancora chiaro se i positivi, i sintomatici e chi sarà sottoposto a quarantena potranno votare.
Croazia, elezioni e coronavirus
I cittadini in isolamento hanno avuto tempo fino a giovedì 2 luglio per richiedere il voto da casa, ma nulla si sa riguardo a chi in isolamento ci entrerà dopo quella data. Il presidente della Commissione elettorale nazionale, Đuro Sessa, ha dichiarato che si sta cercando di "fare il massimo" ma che "la possibilità di far votare tutti non è assoluta. Viviamo un periodo particolare e di crisi e neanche in passato si era riusciti a garantire il voto fuori seggio a tutti quelli che ne avevano fatto richiesta". Dichiarazioni destinate a far discutere a lungo, visto che contrastano col diritto fondamentale di ogni libero cittadino di poter esprimere la propria opinione politica alle urne.
Gli sfidanti, i programmi e cosa dicono i sondaggi
L’altro elemento di incertezza sono i risultati dei voti, le cui proiezioni temporanee vedono una sostanziale parità tra i due principali schieramenti in corsa.
Queste elezioni, infatti, avrebbero dovuto tenersi in autunno, alla scadenza naturale della legislatura, ma la scelta di anticiparle per capitalizzare il consenso ed evitare di andare al voto in piena crisi economica (inevitabile dopo questi mesi di emergenza sanitaria) si è ritorta contro il primo ministro uscente Andrej Plenković. Nelle scorse settimane, il premier ha partecipato al tanto discusso torneo di tennis, Adria Tour, organizzato a Zara da Novak Djoković, che ha fatto registrare un boom di contagi da Covid tra i presenti all’evento, compreso il campione serbo.
Il primo ministro uscente Andrej Plenković
Plenković è risultato negativo al tampone, ma ha rifiutato di sottoporsi alla quarantena, attirando su di sé ulteriori critiche, oltre alle numerose già sollevate dalla insoddisfacente gestione dell’emergenza coronavirus.
Al momento quindi, secondo i sondaggi, il centrosinistra guidato dai socialdemocratici (Sdp) di Davor Bernardić è attestato al 29,3% dei consensi, mentre i conservatori di Plenković (Hdz) al 28,4%. Ma il lieve vantaggio dell’Sdp sembra motivato più che altro dal calo di consensi di Hdz.
I socialdemocratici si presentano in coalizione, nominata Restart, con altri quattro partiti minori. Il loro programma comprende: aumento del salario minimo, riduzione dell’Iva nel settore turistico, lotta alla corruzione, taglio dei ministeri e decentralizzazione.
Il capogruppo dei socialdemocratici (Sdp) Davor Bernardić
Sarà decisivo, quindi, soprattutto il posizionamento della destra sovranista e nazionalista, raggruppata nel Movimento patriottico (Dpmš) e guidata dal cantante Miroslav Škoro, attestato all’11%. Il suo programma fa leva soprattutto su contrarietà al diritto di aborto, promozione dell’orgoglio nazionale e aumento della produzione di armi, temi con cui il Movimento ha ottenuto un ottimo risultato al primo turno delle presidenziali di dicembre, che l’ha reso consapevole del proprio peso politico.
Croazia, i possibili scenari del dopo elezioni
Škoro, infatti, ha già dichiarato di non escludere una coalizione post-elettorale con Hdz, ma ponendo la condizione per cui Plenković non sia primo ministro, perché troppo centrista ed europeista.
Coalizione, in ogni caso, che sembra inevitabile, visto che nessuno dei due principali sfidanti avrebbe i numeri per raggiungere i 76 parlamentari necessari a conquistare la maggioranza per governare da solo.
Il leader del Movimento patriottico (Dpmš) Miroslav Škoro
Se, infatti, vincesse il centrosinistra, punterebbe a un’alleanza con il Centro liberale, dato al 3%, e i Verdi, al 5%, ma esiste anche l’ipotesi di una “grande coalizione” tra Hdz e Sdp, in cui Plenković resterebbe primo ministro ma con una convergenza di entrambi i partiti verso il centro, magari facilitata dalla necessità di mantenere un clima nazionale stabile nell’eventualità di una seconda ondata di coronavirus.
In ogni caso, comunque, si tratterebbe di una svolta per il paese, che a livello internazionale, dopo aver appena terminato il periodo di presidenza semestrale al Consiglio dell’Unione europea, deve ora fare i conti con le inchieste giudiziarie che vogliono fare luce sulle violenze della polizia croata nei confronti dei migranti alle frontiere con Serbia e Bosnia Erzegovina.