Esteri
Dazi, marcia indietro di Trump: "Powell? Non voglio licenziarlo". Prove di pace con la Cina
Dopo che il Fondo monetario internazionale ha annunciato una brusca frenata dell'economia mondiale, il presidente americano usa toni più cauti nei confronti del governatore della Fed

Donald Trump e Xi Jinping
Trump: "Powell? Non voglio licenziarlo"
Dopo che il Fondo monetario internazionale ha annunciato una brusca frenata dell'economia mondiale, a causa dei dazi di Donald Trump frenano l'economia mondiale, sulla quale dominano rischi al ribasso, il presidente americano ha usato toni più cauti nei confronti del governatore della Federal Reserve, Jerome Powell: "Non ho alcuna intenzione di licenziarlo", ha detto il tycoon parlando con i giornalisti nello Studio Ovale dopo giorni di attacchi. In tale contesto di incertezza, l'Fmi non ha risparmiato nemmeno l'Italia: secondo le stime il Pil crescerà nel 2025 dello 0,4%, ovvero 0,3 punti percentuali in meno rispetto alle previsioni di gennaio, e nel 2026 dello 0,8% (-0,1 punti).
Dazi, distensione tra Cina e Stati Uniti
Ma non solo Fed. Il presidente Usa Donald Trump ha detto che "alla fine ridurrà i dazi sulla Cina ma non a zero". Trump ha poi ammesso, parlando con i giornalisti nello Studio Ovale, che gli effetti negativi dei dazi si sentiranno per un po' negli Stati Uniti. "Stiamo andando molto bene. Vedo che il mercato azionario è cresciuto, ma questo è un periodo di transizione, e ci vorrà un po'", ha affermato.
Xi: da guerre tariffarie danni a commercio multilaterale
Le guerre tariffarie e commerciali minano "i diritti e gli interessi legittimi di tutti i Paesi, danneggiano il sistema commerciale multilaterale e hanno un impatto sull'ordine economico mondiale". Lo ha detto il presidente Xi Jinping, incontrando l'omologo azero Ilham Aliyev, in visita a Pechino. Xi, secondo i media statali, ha affermato che la Cina è disposta a collaborare con l'Azerbaigian "per tutelare il sistema internazionale con l'Onu al centro e l'ordine basato sul diritto internazionale" allo scopo di "proteggere con decisione i rispettivi diritti e interessi legittimi e di difendere l'equità e la giustizia internazionale".
Xi, impegnato in un'ampia campagna diplomatica presso i partner cinesi per rafforzare il fronte contro i dazi di Donald Trump, ha annunciato con Aliyev, nei colloqui avuti nella Grande sala del popolo di Pechino, l'istituzione di "un partenariato strategico globale" bilaterale. Il leader cinese ha ribadito il sostegno all'Azerbaigian "nel salvaguardare la sua sovranità nazionale, l'indipendenza e l'integrità territoriale e nel continuare a seguire un percorso di sviluppo che si adatti alle sue condizioni nazionali". Xi ha chiesto di "ottimizzare la progettazione di alto livello, di rafforzare l'allineamento delle strategie di sviluppo e di migliorare i meccanismi di cooperazione", sfruttando il potenziale della 'Belt and Road Initiative' (Bri), la Nuova Via della Seta, "per conseguire uno sviluppo di alta qualità".
Aliyev, nel resoconto del network statale Cctv, ha replicato che "la parte azera aderisce con fermezza al principio della 'Unica Cina', insiste sul fatto che Taiwan è una parte inalienabile del territorio cinese e sostiene tutti gli sforzi compiuti dal governo cinese per raggiungere la riunificazione nazionale". Inoltre, c'è anche la disponibilità ad "approfondire la costruzione di un partenariato strategico globale, ad espandere la cooperazione in vari settori" quali la Bri, l'economia digitale, l'energia verde, la scienza e la tecnologia. I due capi di Stato hanno firmato la 'Dichiarazione congiunta sulla creazione di un partenariato strategico globale' e hanno assistito alla firma di 20 documenti di cooperazione tra cui quelli sulla costruzione della Bri, sullo sviluppo verde e dell'economia digitale.
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