Esteri

Ue, Mark Rutte alla guida della Nato. Nessun veto dall'Ungheria di Orban

di Redazione

L'uomo forte di Budapest: "Garanzie sull'Ucraina"

"Abbiamo concordato che nessun membro del personale ungherese prenderà parte alle attività dell'Alleanza in Ucraina" 

"Con il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg abbiamo concordato che nessun membro del personale ungherese prenderà parte alle attività dell'Alleanza in Ucraina e nessun fondo ungherese sarà utilizzato per sostenerle. Il nostro prossimo passo questa settimana è stato quello di garantire che questo accordo possa resistere alla prova del tempo. Il premier Mark Rutte ha confermato il suo pieno sostegno a questo accordo e continuerà a farlo. Alla luce di questo impegno, l'Ungheria è pronta a sostenerlo alla guida della Nato". Lo scrive Viktor Orban su X.

La notizia era stata anticipata in mattinata dai media olandesi. L'Ungheria avrebbe abbandonato la sua opposizione a Mark Rutte come prossimo segretario generale della Nato, hanno riferito oggi i media olandesi, dopo che il primo ministro olandese uscente e la sua controparte ungherese si sono incontrati a margine di un incontro dei leader dell'Ue a Bruxelles. Citando fonti, i media olandesi Nos ed Rtl hanno riferito che il primo ministro ungherese Viktor Orban non ha ribadito la sua richiesta di scuse a Rutte per quelle che Orban ha descritto il mese scorso come opinioni "problematiche" sull'Ungheria. Le scuse, ricorda stamane l'agenzia Reuters, erano state una delle due condizioni che l'Ungheria aveva posto per approvare Rutte come successore di Jens Stoltenberg alla guida della Nato. L'altra condizione - la garanzia che l'Ungheria non dovrà fornire finanziamenti all'Ucraina o inviare personale nel paese devastato dalla guerra - è stata soddisfatta la settimana scorsa da Stoltenberg.

Stati Uniti, Gran Bretagna, Francia e Germania sostengono Rutte nella successione a Stoltenberg, che lascerà a ottobre dalla carica di segretario generale della Nato. Anche la Turchia, ad aprile, ha annunciato il proprio sostegno al primo ministro olandese uscente. Romania e Slovacchia non hanno ancora dato il via libera.