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Elezioni Usa 2024/ Russia, Cina, Israele, Iran, Nato e rapporto con l'Unione europea: che cosa cambia con Trump alla Casa Bianca
Elezioni Usa 2024/ Parla Elia Morelli, analista geopolitico (Domino)
Elezioni Usa 2023, Trump presidente: ecco che cosa cambia con il tycoon alla Casa Bianca
"La vittoria di Donald Trump, neoletto presidente degli Stati Uniti, non produrrà notevoli modifiche nella politica estera americana. La proiezione planetaria della potenza a stelle e strisce, interessata a difendere le sue priorità strategiche, non cambia a seconda di chi si insedia alla Casa Bianca". Lo spiega ad Affaritaliani.it Elia Morelli, ricercatore di storia (Università di Pisa), analista geopolitico (Domino) e saggista. "Alcuni recenti sondaggi mostrano come il 41% degli americani considera la Cina il principale nemico, mentre per il 26% è la Russia. Secondo il 67% dei repubblicani il rivale numero uno è Pechino, per il 48% dei democratici è Mosca".
"La nuova amministrazione seguirà una linea chiara, esposta alcuni mesi fa sulle pagine di Foreign Affairs da Robert O’Brien, ex consigliere della sicurezza nazionale di Trump. Riportare la competizione con la Repubblica Popolare sul piano ideologico, rafforzando le relazioni con i partner dell’Indopacifico, come Giappone e Corea del Sud, così da potenziare il contenimento ai danni del Dragone. Ripristinare la massima pressione sull’Iran senza la pretesa di risolvere il conflitto israelo-palestinese, approfondendo il sostegno allo Stato ebraico e tentando di estendere gli Accordi di Abramo all’Arabia Saudita, così da ridisegnare l’architettura mediorientale con lo scopo di soffocare l’estroflessione di Teheran".
"Continuare a supportare e rifornire di armi l’Ucraina, implementando i dialoghi diplomatici per avvicinare i negoziati con Mosca. Infine, avanzare il riarmo nucleare e convenzionale, mantenendo la parità di bilancio. Quindi, chiedere agli alleati della Nato di investire maggiori fondi per le spese militari, con l’obiettivo di appaltare ai soci europei il contenimento armato della Russia. Con l’Unione europea costretta ad affrontare il protezionismo economico trumpista e la guerra tecnologico-commerciale contro la Cina. Al di là della retorica pseudo-isolazionista, gli Stati Uniti non cessano di essere un impero".