Esteri
Emergenza Los Angeles: dopo i roghi l'aria è irrespirabile e le app sulla qualità sotto accusa
Preoccupazione per l’acqua potabile. Ad Altadena e Malibu l’acqua è risultata contaminata nel resto della città mancano informazioni. GALLERY
LOS ANGELES - In questi giorni di lunga emergenza, segnati da immagini scioccanti di intere parti della città degli angeli consumate dalle fiamme, ci siamo trovati tutti davanti alla necessità di fare i conti con le priorità assolute. Prima fra tutte, quella di salvaguardare la propria vita.
Circondati dal fuoco e dal vento che lo spingeva in ogni direzione, la cosa più urgente da proteggere è stata la vita: la propria e, quando possibile, quella degli altri.
La mamma arsa viva accanto al figlio disabile
Purtroppo, non tutti ce l’hanno fatta. Esistono storie che straziano il cuore, che ti tolgono le parole, come quella di una madre che non si è sentita di abbandonare il figlio disabile, nonostante lui le chiedesse con insistenza di fuggire. In quel momento, non c’erano aiuti nei dintorni. Nonostante le sue parole, lei ha scelto di restare accanto a lui. Il finale, purtroppo, lo possiamo immaginare. Ora, mentre i corpi vengono estratti dalle macerie e il fumo si dissolve, sopra la città, che ha visto solo fiamme e polvere per una settimana, riaffiora un cielo azzurro. Si cominciano a fare i conti con il disastro, e soprattutto ci si interroga sul futuro.
Cielo blu ma grande paura per la qualità dell'aria
Per cercare di fuggire dalla claustrofobia di questa emergenza, ho deciso di fare un giro in bicicletta. Il sole era caldo, il cielo finalmente di nuovo blu. Mentre pedalavo nel mio quartiere, che sembrava immutato nelle sue cose ma non nella sua gente, un dubbio ha iniziato a sorgere nella mia mente: stavo davvero facendo la cosa giusta? Respiravo davvero aria pulita, come mi sembrava?
Le app dicono che è tutto ok ma non c'è da fidarsi
vevo controllato alcune applicazioni per monitorare la qualità dell’aria, e non segnalavano nulla di negativo. Ma subito mi è venuto il sospetto: queste app sono davvero affidabili? La risposta è stata, inevitabilmente, negativa. Le applicazioni meteorologiche comuni non possono fornire dati precisi sulla qualità dell’aria in una città devastata da un disastro come questo. Mi è tornato alla mente l’11 settembre, quando l'amministrazione Bush rassicurò la popolazione di New York dicendo che l'aria era sicura, nonostante la nube tossica che avvolgeva la città. Solo anni dopo si scoprì la verità: l'aria era, invece, altamente pericolosa, e le conseguenze sulla salute delle persone sono state devastanti.
Soccorsi ok ma la politica è assente
Ora, tornando alla nostra realtà, quello che mi preoccupa di più sono le omissioni. Se, da un lato, posso fare i complimenti alla macchina organizzativa dei soccorsi, dall'altro non posso dire lo stesso per l’amministrazione e la politica. Fino ad oggi, nessuno ha davvero chiarito cosa sia stato bruciato e cosa no. Nessuno ci sta rassicurando sulla qualità dell’aria, su come comportarci o su quanto esporci. L’unico consiglio che ci è stato dato è di indossare mascherine chirurgiche, residui del Covid-19 non troppo lontano, ma totalmente inefficaci contro le particelle sottili e le sostanze tossiche che potrebbero essere nell’aria.
Mancano informazioni sulle mascherine N95
La N95, che molte persone indossano per proteggersi, non è adatta a filtrare le particelle invisibili di sostanze nocive rilasciate dall'incendio. E in questo caos, manca una guida chiara, informazioni corrette e rassicurazioni. Sappiamo che molte case a Altadena, distrutte dal fuoco, contenevano amianto, ma anche plastica, solventi chimici, batterie al litio, materiali di arredamento e altre sostanze pericolose. Tutti questi materiali rilasciano gas tossici e mortali. Eppure, le autorità non hanno ancora fornito una risposta chiara su cosa ci sia nell'aria.
Cento, mille dubbi sulla potabilità dell'acqua
A questo si aggiunge la preoccupazione per l’acqua potabile. In molte zone, come Altadena e Malibu, l’acqua è risultata contaminata. A questi luoghi è stato imposto un divieto, anche ai pochi ristoranti ancora attivi, di usarla. Ma la gestione di questa crisi è lenta e confusa. Nessuno ci ha detto se possiamo continuare a bere l’acqua di casa o no. Le voci si rincorrono, ma non c’è una linea di comunicazione ufficiale. Le informazioni sono incomplete e contrastanti.
In definitiva, il problema non è solo la devastazione fisica del disastro, ma anche l'assenza di un’autorità competente che prenda in mano la situazione, fornisca indicazioni chiare e si assuma la responsabilità di proteggere la popolazione.