Esteri

Etiopia, Addis Abeba non è assediata dai ribelli: "La stampa mondiale mente"

di Marilena Dolce

La capitale Addis Abeba non è assediata dalle forze ribelli del Tplf. GUARDA LA GALLERY CON LE FOTO DI ADDIS ABEBA

Fonti interne al paese, contattate per avere un quadro realistico sull’attuale situazione in Etiopia  confermano lo stato di crisi dovuto alla guerra iniziata un anno fa nel nord del Paese ma smentiscono che il Tdf, (Tigray Defense Forces), le milizie tigrine, stiano assediando la capitale.

In questi giorni però la stampa internazionale, guidata dalla Cnn, racconta una storia che, tradotta in italiano, nei titoli diventa, “guerra alle porte della capitale”. Il Tplf, ( Tigray People's Liberation Front) secondo loro, starebbe per entrare ad Addis Abeba. Quanto al premier, legittimato dalle elezioni dello scorso ottobre, definito, “Nobel guerriero”, prometterebbe  di “seppellire il Tplf nel sangue”.

“Sì”, spiega una fonte Amhara che chiede l’anonimato, “quando il Tplf dice che si vendicherà del popolo Amhara, nessun giornale lo scrive. Poi fanno massacri e tutti tacciono. In realtà non ho sentito il premier pronunciare tali parole riferendosi al Tplf, è la solita disinformazione, una costante della strategia tigrina. La stampa internazionale, com’è ormai noto, prende le notizie sulla situazione in Etiopia dal Tplf e dal suo portavoce”.

Malgrado le milizie Tdf non assedino la capitale il Parlamento etiopico ha votato uno stato d’emergenza di sei mesi per il Paese. Il premier Abiy ha chiesto alla popolazione di unirsi nella lotta contro chi vorrebbe dividerli per destabilizzare il Paese e, con esso, l’intera area del Corno d’Africa.

L’esperienza di Dessie dove la popolazione civile di origine tigrina si è unita ai ribelli, fornendo armi e logistica, ha spinto il governo etiope a fare una verifica nella capitale, controllando i luoghi abitati e frequentati da filo Tplf. In seguito a queste verifiche, fonti governative confermerebbero la scoperta di ingenti quantitativi di armi ed esplosivi custoditi in abitazioni civili. Il governo ha, perciò, chiesto ai cittadini di Addis Abeba di denunciare il possesso di armi e di collaborare fornendo informazioni utili per trovare possibili covi nascosti nella capitale. Malgrado al momento la situazione ad Addi Abeba sia tranquilla, l’allarmismo e il lancio di notizie false avrebbero l’obiettivo di destabilizzare il governo.

Le ambasciate americane e inglese consigliano ai cittadini, nonché al proprio staff, di rientrare in patria perché Addis Abeba non sarebbe più sicura, alimentando una psicosi che sembra seguire un preciso disegno. Dice un uomo d’affari di origine greca presente in questi giorni ad Addis Abeba, “quello che stanno facendo è un atto criminale. Le famiglie degli espatriati stanno ritirando i figli dalle scuole per farli rientrare, anche se niente giustifica questo allarmismo. Gli americani e gli inglesi per sostenere i ribelli sono disposti a far saltare l’Etiopia…stanno operando un regime change”. 

Ciò che sta mettendo a rischio l’Etiopia è il ruolo di potenze esterne al paese, il cui interesse sembrerebbe essere quello di destabilizzare il governo. Dopo ventisette anni di potere il partito del Tplf e i suoi alleati vogliono riprendere il controllo interrotto dall’arrivo di Abiy.