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Francia, Macron studia il governo tecnico anti Le Pen. Lagarde (Bce) in pole

di Redazione Esteri

Il presidente punta ad un "modello Draghi" per fermare l'estrema destra, in caso non riesca a ottenere la maggioranza assoluta dei seggi

Francia, difficile la maggioranza assoluta per Le Pen, Macron prepara un governo tecnico

Il secondo turno delle elezioni legislative francesi si avvicina, ma dopo la definizione delle sfide ai ballottaggi per il Rassemblement national le cose sembrano complicarsi. Il re dei sondaggi francesi spiega gli scenari in vista del voto di domenica. Brice Teinturier sostiene che il partito di Le Pen e Bardella "non avrà la maggioranza assoluta". La decisione presa da molti candidati macroniani e della Sinistra di ritirarsi a favore dell'esponente che si era piazzato meglio al primo turno ha stravolto la situazione. "Sono esplosi i duelli - spiega Teinturier a Il Corriere della Sera - da 190 a 403; in cui uno dei due aspiranti deputati è spesso un esponente della destra estrema, il che trasformerà in molti casi il voto – come auspicava lo schieramento di sinistra – in un referendum pro o contro il Rassemblement national. Le triangolari favorivano il Rassemblement national, perché era arrivato in testa al primo turno in numerose circoscrizioni. Più candidati si ritirano e meno Rn ha la chance di avere la maggioranza assoluta. Adesso questa possibilità è completamente da scartare".

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Calcoli che sta facendo anche Macron all'Eliseo, per questo il presidente francese per fermare l'avanzata dell'ultradestra sta pensando a un governo tecnico. A definirne la tipologia è stato proprio il premier Attal, braccio destro di Macron. Un governo tecnico "à l’italienne", o una grande coalizione alla tedesca: comunque, un esecutivo di larghe intese. Le definizioni variano, anche perché è un assetto politico-istituzionale tutto da inventare, davanti al rischio di un Paese ingovernabile per mesi. Cercasi quindi - riporta La Repubblica - Mario Draghi francese. Chi potrebbe tenere a battesimo una soluzione del genere? Gli sguardi si dirigono verso la Bce, dove oggi c’è Christine Lagarde. Macron le aveva già proposto di diventare premier all’inizio dell’anno.

"Sarei onorata di servire di nuovo il mio Paese, ma ho una missione da compiere", aveva risposto allora Lagarde, insistendo sul fatto che non poteva abbandonare la battaglia contro l’inflazione. "Mi proponessero anche di essere la Regina di Prussia direi di no", spiegava la presidente della Bce, aggiungendo: "In questo momento". Ecco, il momento è cambiato. Qualche schiarita sull’inflazione è cominciata a vedersi, ma soprattutto il grande malato dell’Europa rischia di diventare la Francia.