Esteri

G7, la Cina avverte l'Ue: "Non accetteremo sanzioni unilaterali su Mosca"

di Redazione

Il portavoce del ministero degli Esteri ha riferito che Pechino "non accetterà sanzioni" e "non resterà inerme se l'Ue imporrà tariffe sui veicoli elettrici"

G7, Cina: "L'Unione europea chiuda indagini su veicoli elettrici quanto prima"

I Paesi terzi non dovrebbero indebolire i legami commerciali ed economici tra Pechino e Mosca, ha affermato il portavoce del ministero degli Esteri cinese, Lin Jian. "La Cina non accettera' mai alcuna sanzione unilaterale illegale e la normale cooperazione commerciale ed economica tra Cina e Russia non dovrebbe essere interrotta o interferita da terzi", ha affermato Lin in un briefing. Lin Jian ha sottolineato che Pechino adotterà misure per proteggere i diritti e gli interessi legittimi delle aziende cinesi. Come riportato da Reuters alla fine della scorsa settimana, i Paesi del G7 potrebbero lanciare un "severo avvertimento" alle piccole banche cinesi che presumibilmente stanno aiutando Mosca a eludere le sanzioni. 

La Cina ha avvertito oggi l'Unione europea che "non restera' inerme" se l'Ue imporra' tariffe sui veicoli elettrici cinesi. Il portavoce del ministero degli Esteri cinese Lin Jian ha criticato l'indagine anti-sussidi dell'Ue sui veicoli elettrici cinesi definendola "protezionismo commerciale" e afflitta da "pratiche irrazionali e inferiori agli standard".

Il portavoce cinese ha affermato che le accuse di Bruxelles di presunti "progetti di sovvenzioni cinesi" sono "insostenibili" e ha esortato l'UE a porre fine all'indagine "il prima possibile" per evitare di danneggiare la cooperazione economica e commerciale Cina-Europa, nonche' la stabilita' delle catene industriali e di approvvigionamento. Lin ha ribadito la posizione della Cina secondo cui l'indagine europea e' una misura protezionistica volta a danneggiare l'industria cinese dei veicoli elettrici. A ottobre, Bruxelles ha aperto un'indagine sui sussidi pubblici di Pechino per i veicoli elettrici, che le permettono di "inondare" i mercati globali con veicoli a prezzi "artificialmente bassi" - cosa che era gia' stata denunciata in passato per quanto riguarda l'alluminio o l'acciaio a causa della sovraccapacita' - una decisione contestata da Pechino, che l'ha definita "palese protezionismo".

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