Esteri
Voto in Grecia, vince Tsipras. Ma Syriza non ha la maggioranza
L'ex premier greco Alexis Tsipras vince ancora le elezioni politiche - le seconde del 2015 caratterizzate da un flop dell'affluenza - ma è senza maggioranza e quindi costretto a cercare nuovi alleati per formare un governo. I dati reali validati comunicati dal ministero dell'Interno di Atene danno Syriza in vantaggio al 35,5% seguita dai conservatori di Nuova Democrazia al 28,2 per cento. Al terzo posto si confermano i filozanisti di Alba Dorata con il 7,32% (e secondo il quotidiano Kathimerini, sarebbe stato il partito più votato dai disoccupati nel Paese con una percentuale pari al 16,6 per cento), mentre Unità popolare - fondato dai fuoriusciti di Syriza - non riuscirebbe a superare la soglia di sbarramento del 3% necessaria a entrare in parlamento visto che si fermerebbe al 2,78.
Un quadro che corrisponde a quanto pronosticato dai sondaggi nei giorni scorsi e che fa prevedere un nuovo mandato per Tsipras. Il quale però dovrà ricercare alleanze in Parlamento perché, nonostante il premio di maggioranza, la percentuale incassata non permetterà di ottenere 151 deputati. L’altra buona notizia per l’ex premier è che la destra di Anel, alleata nello scorso esecutivo, sembra destinata a superare il quorum. Quasi scontato che verrà siglato un nuovo accordo. Col 35,5% dei voti, infatti, a Syriza vanno 145 seggi mentre i nazionalisti ex alleati di governo avrebbero il 3,7% e dunque 10 seggi. I due potrebbero quindi riproporre la coalizione di gennaio, forti di una nuova maggioranza di 155 seggi su trecento.
Nel frattempo, il leader di Nuova Democrazia, Vangelis Meimarakis, ha ammesso la sconfitta e si è congratulato con Tsipras per la sua vittoria: "Ora può fare il governo che crede - ha detto -. Io voglio ringraziare chi ha lavorato con noi in queste elezioni. Pensavano fossimo finiti, invece siamo ancora qui, e forti".
"Avremo un governo entro tre giorni - assicura a caldo un alto funzionario di Syriza all'agenzia di stampa greca Ana-Mpa -. Il vantaggio di Syriza è indiscutibile". L'alto funzionario ha poi aggiunto che la differenza con Nuova Democrazia sarà compresa fra il 2 e il 6 per cento. L'ex ministro dell'Energia, Panos Skurletis, esponente di Syriza, ha quindi dichiarato all'emittente privata Skai tv: "Sarà la prima volta che un partito che ha firmato un accordo molto duro ottiene la fiducia del popolo".
Andare alle urne è stata una scommessa per Tsipras, che punta a rafforzare la posizione di Syriza dopo essersi liberato della sinistra interna contraria all'accordo che il governo ha siglato con i creditori internazionali (in cambio di altri 86 miliardi di prestiti). Alla sede di Syriza i primi risultati sono stati accolti con moderato ottimismo: l’entusiasmo dello scorso gennaio è un lontano ricordo. Perché dopo la (eventuale) vittoria arriverà il momento più duro: applicare il memorandum siglato con l’Europa lo scorso luglio.
Intanto, va registrato il dato dell'affluenza al voto che è stato del 53,5%, basso come nel 1946, quando andò a votare circa il 53% dei greci. La disaffezione è ovvia in un Paese andato al voto 5 volte in 6 anni e tre volte negli ultimi nove mesi. Peraltro, secondo Kathimerini, il 13,9% dei greci che sono andati a votare ha scelto solo oggi il partito a cui dare la preferenza. La percentuale sale al 25% tra gli elettori di Greci Indipendenti.
Exit poll. Ancora prima dei dati, però, erano stati gli exit poll a sorridere a Syriza che risultava leggermente avanti rispetto a Nuova Democrazia: Syriza infatti veniva data al 33-35% mentre il partito di Meimarakis al 28,5-30. Sempre secondo gli exit poll delle tv greche, Alba dorata si confermava terza forza con percentuali comprese tra il 7 e l'8 per cento. I socialisti del Pasok quarti con il 6-7 per cento. I dissidenti fuoriusciti da Syriza guidati da Panagiotis Lafazanis venivano accreditati tra il 2,5 e il 3 per cento. Ancora altri numeri: i comunisti del Kke tra il 5,5 e il 6,5, i Greci Indipendenti - Anel, gli ex alleati di governo di Tsipras - tra il 3 e il 4%, To Potami il 4 e il 4,5%, e l'Unione centristi tra il 3 e il 4 per cento.