Esteri
Guerra, i sopravvissuti ucraini deportati a Rostov. Russificazione o morte
Gli uomini del partito di Putin indottrinano i civili, poveri e senza più una casa. Promesse di sussidi e una nuova vita nel segno dello Zar
Guerra, il drammatico bivio per gli ucraini sopravvissuti a Volnovakha
La guerra in Ucraina continua senza sosta. L'esercito di Putin avanza con l'obiettivo di conquistare l'intero Paese e annetterlo alla Russia. Per farlo si utilizzano vari metodi, alcune città vengono accerchiate e preservate, altre totalmente distrutte. Una di queste - si legge su Repubblica - è Volnovakha, conquistata dalle truppe di Mosca: devastazione totale e cadaveri nelle strade. Qui gli uomini del partito di Putin indottrinano i civili, poi costretti a emigrare a Rostov-sul-Don. I russi promettono alle persone disperate che non hanno più nulla una nuova vita. Offerte di pensioni, sussidi in cambio dell' emigrazione verso la Russia. Per i più poveri una vera deportazione. Entrando a Volnovakha - fronte Sud della guerra di Putin il giorno dopo la sua capitolazione, questo è lo spettacolo offerto dalle truppe di Mosca.
Sono le armi - prosegue Repubblica - che il Cremlino usa per sconfiggere e poi integrare nella propria amministrazione le popolazioni dei territori che man mano conquista. Portando avanti così un processo di russificazione che punta a rendere perpetua la presenza russa in Ucraina. Entrando nell’area urbana si nota subito come non ci sia più nemmeno un palazzo intatto. I bombardamenti sono stati a tappeto e Volnovakha è stata completamente rasa al suolo. Per le sue strade innevate ci sono solo macerie, carcasse di carri armati e di altri mezzi pesanti, armi abbandonate, pattuglie dei miliziani russi. Soprattutto ci sono i cadaveri dei soldati ucraini caduti in battaglia. Alcuni sono in mezzo alle macerie, in posizioni rigide, congelati dal freddo glaciale dell’inverno ucraino. Non è rimasto più nulla.