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Ucraina, telefonata Putin-Trump: tra Washington e Mosca è vero dialogo? La pace necessaria e il ruolo di Kiev 

La guerra in Ucraina va chiusa e alla fine deve essere comunque Zelensky a sottoscrivere quel che sarà il pre-accordo fra Trump e Putin. Il commento

di Massimo Falcioni

Guerra Russia-Ucraina, Putin-Trump: è vero dialogo? Dov’è l’Europa? E l’Italia? Il commento 

A tre anni dall’invasione russa dell’Ucraina, i recenti contatti fra Vladimir Putin e il nuovo presidente USA Donald Trump aprono a spiragli di pace. Il rischio è che si ripeta quanto accaduto con la guerra dei vent’anni (1955-1975) in Vietnam che, dopo oltre quattro milioni di morti fra le parti, la si dia vinta all’invasore. E’ così da sempre, su su fino a Hitler e ai paesi grandi o piccoli con i “dittatori” al comando: “se porgi un dito, ti prendono il braccio”.  Giusto trattare per fermare prima possibile la guerra in Ucraina. Giusto anche che i primi passi della trattativa con Putin siano fatti dal presidente USA. Tuttavia l’Europa non può essere lasciata fuori.

I motivi sono persino ovvi, a cominciare dalla posizione geografica del vecchio continente e da quanto l’Europa ha fatto e fa per la resistenza dell’’Ucraina invasa dalla Russia. Anche perché Trump ha già comunicato di voler lasciare alla Nato la responsabilità della sicurezza dell’Ucraina aggiungendo che «i contribuenti statunitensi hanno pagato 300 miliardi di dollari all’Ucraina». Cifra di cui «Biden non ha mai negoziato il rimborso» e che ora Trump vorrebbe venisse restituita agli Stati Uniti in termini di sfruttamento delle risorse minerarie ucraine, in particolare terre rare (molti giacimenti sono nei territori occupati dai russi), oggi ancor più necessarie per gli USA dopo che la Cina e la Russia ne hanno ridotto ai minimi l’esportazione. L’Europa, fin qui tenuta fuori da questa trattativa, manda giù il rospo, cercando di rilanciare: “Trump non può escluderci”.

Il cancelliere tedesco Olaf Scholz, ormai in uscita, ha detto No alla proposta di Trump di subordinare ulteriori aiuti militari all'Ucraina ai diritti di accesso ai minerali rari presenti nel Paese. “Sarebbe molto egoistico e molto egocentrico utilizzare le risorse del Paese per finanziare il sostegno alla difesa. Si tratta di mettere l'Ucraina in grado di finanziare la propria ricostruzione. Le risorse del Paese dovrebbero quindi essere utilizzate per finanziare tutto ciò che è necessario dopo la guerra. Tuttavia, la fine della guerra non è ancora in vista, ed è per questo che l'Ucraina vuole urgentemente più aiuti militari dall'Occidente”. L'Ucraina vanta circa 20mila depositi minerali di almeno 116 diversi tipi di terre rare, soprattutto nelle regioni di Donetsk e Luhansk, annesse dalla Russia e quasi del tutto occupate dalle truppe di Mosca (Luhansk integralmente, Donetsk al 70%). Si parla di un valore complessivo immenso: oltre 10 trilioni di dollari. Zelensky ha detto ieri che la ricchezza mineraria dell'Ucraina vale «migliaia di miliardi di dollari», citando le riserve di titanio e uranio, che descrive come le più grandi in Europa.

Serve subito il cessate il fuoco, la guerra in Ucraina va chiusa. Alla fine, deve essere comunque Zelensky a sottoscrivere quel che sarà il pre-accordo fra Trump e Putin. E Zelensky punta sull’Europa per la sicurezza futura dell’Ucraina. Quell’Europa che Putin ha comunque nel mirino per il suo disegno espansionistico politico-ideologico-religioso verso Ovest e che Trump vuole “domare” anche con il dossier dei dazi in UE, pesante sul piano economico, un laccio sul piano politico. E l’Italia? Solo bla-bla. Fuori dai giochi che contano. Almeno per ora.  

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