Esteri

Guerra Ucraina, Cina-Russia preparano l'anti SWIFT. Sganciarsi costa più a Xi

di Lorenzo Lamperti

Mosca e Pechino investono da tempo su SPFS E CIPS e pensano a un'integrazione dei 2 sistemi anti SWIFT. Anche se Pechino vorrebbe uno sganciamento più graduale

Guerra in Ucraina, Europa divisa sull'esclusione della Russia dallo SWIFT

SWIFT. E' intorno a questo acronimo che sembra girare almeno parte della sorte dell'Ucraina o in generale dei rapporti dell'occidente con la Russia. Il più chiaro è stato il presidente della Repubblica Ceca, Milos Zeman: "O l'Occidente esclude la Russia dal sistema SWIFT oppure osserverà l'occupazione dell'intera Ucraina nel giro di pochi giorni". L'Europa, però, non sembra convinta di usare quella che Bruno Le Maire, ministro delle Finanze francesi, ha definito "arma atomica finanziaria". Un'arma che potrebbe accelerare quel decoupling, cioè quel disaccoppiamento delle economie, di cui si parla da tempo ma che finora era rimasto uno spauracchio da agitare sullo sfondo senza mai concretizzarsi.

Secondo l'ultima bozza del Consiglio europeo le nuove sanzioni dell'Unione europea non dovrebbero includere però la misura di estromissione russa dallo SWIFT. Così come non dovrebbero includere il gas, ma solo il petrolio. L'obiettivo sarebbe quindi colpire la base del sistema industriale russo e la capacità delle imprese russe di finanziarsi sui mercati europei. D'altronde che ci siano delle divisioni sul punto appare palese.

Basti guardare a quanto dicono due diversi ministri del governo tedesco. Il ministro delle Finanze, Christian Lindner, ha detto che per la Germania "tutte le opzioni sono sul tavolo" e che l'esclusione di Mosca è possibile "se tutti i membri dell'Ue sono d'accordo". Peccato che il ministro degli Esteri dello stesso paese, Annalena Baerbock, ha allontanato questa ipotesi perché "colpirebbe la popolazione". "È importante adottare sanzioni che abbiano un effetto mirato sul sistema di potere e non che sembrino solo grandi", ha detto l'esponente dei Verdi.

Sembra dunque che questa "arma atomica", come appunto è stata chiamata da Parigi, non venga ancora utilizzata. Anche se Joe Biden nella conferenza stampa di ieri ha dichiarato che le sanzioni proposte dagli Usa "su tutte le loro banche hanno le stesse conseguenze, forse più conseguenze della misura su SWIFT". Uscita poco convincente, tanto che anche l'Ucraina non sembra pensarla allo stesso modo, visto che il ministro degli Esteri di Kiev ha esortato gli Stati Uniti a "usare tutta la loro influenza su alcuni Paesi europei esitanti a mettere al bando la Russia dallo SWIFT".

Guerra in Ucraina, Cina e Russia accelerano sulla piattaforma anti SWIFT

Mentre l'occidente pesa le sue mosse, Russia e Cina si muovono da tempo per schermarsi dalle sanzioni occidentali. Ne abbiamo parlato su Affaritaliani diverse volte e da diverso tempo, a partire dall'avvio del modello della doppia circolazione da parte di Xi Jinping nell'autunno del 2020. C'è chi sottolinea l'aumento delle importazioni energetiche e di grano di Pechino da Mosca, in grado di sostenere la Russia di fronte all'impatto delle sanzioni, anche se si tratta di accordi presi in precedenza e che rispondono a precise esigenze cinesi che negli scorsi mesi è stata vittima di una grave crisi energetica che la costringe ad aumentare le importazioni. 

Dall'altro lato, però, è innegabile che Pechino offra una potenziale sponda a Mosca per attutire gli effetti di una possibile esclusione dallo SWIFT. Non si tratta di una novità assoluta. Come spiegato di recente da Alessandro Vesprini di Geopolitica.info, "la volontà di Cina e Russia di volersi svincolare dall’egemonia finanziaria degli Stati Uniti espressa nell’incontro non rappresenta un unicum delle loro relazioni. Già nel 2010, infatti, i due Paesi si sono assunti l’impegno di rinunciare al dollaro statunitense come moneta principale nelle loro relazioni commerciali e finanziarie bilaterali".

(Segue nella prossima pagina...)