Esteri
Hong Kong proteste: Lam esclude le dimissioni e difende il dialogo
La leader di Hong Kong, Carrie Lam, ribadisce l’intenzione di dialogare con i manifestanti anti-governativi, ma sarebbe “inaccettabile” e “inappropriato”, per la sua amministrazione, tollerare la violenza. “Cominciare un dialogo non significa che condoneremo la violenza”, ha scandito Lam, nella conferenza stampa odierna, dopo il dodicesimo fine settimana consecutivo di proteste nell’ex colonia britannica, segnato da nuovi scontri tra i manifestanti e le forze dell'ordine.
“Se la violenza continuerà, l’unica cosa che potremo fare è opporre l’applicazione della legge. Immaginate se, con il pretesto del dialogo, non agiremmo: sarebbe la fine dello stato di diritto in Hong Kong”. Lam respinge le voci di un’interruzione del tentativo di dialogo con i manifestanti, che giudica un’ipotesi “troppo estrema”, e apre alla riconciliazione.
“Dobbiamo dire no alla violenza e alla situazione caotica di Hong Kong, ma allo stesso tempo non dobbiamo rinunciare a costruire una piattaforma per il dialogo”, proposta settimana scorsa dopo che le ultime proteste si erano mostrate pacifiche. Lam ha poi ribadito che la proposta di legge sull’estradizione, all’origine delle proteste, “è stata fermata due mesi fa”, a giugno scorso, dopo le prime grandi manifestazioni. “Quindi, dobbiamo chiederci, con il continuo ricorso alla violenza e alle proteste, cosa faremo? Continueremo a tollerare e a essere accomodanti? Sarebbe una risposta veramente inappropriata e inaccettabile da parte del governo”.
Hong Kong: Lam esclude dimissioni, "Impegnata a servire la gente"
La leader di Hong Kong, Carrie Lam, torna a escludere le proprie dimissioni, che sono una delle richieste dei manifestanti, e si dichiara impegnata a servire la gente di Hong Kong. Lo ha dichiarato la stessa leader della Regione amministrativa speciale cinese nel corso della conferenza stampa settimanale, dopo il dodicesimo fine settimana di proteste anti-governative nell’ex colonia britannica, scaturite dalla proposta di riforma delle legge sull’estradizione, che la renderebbe possibile anche in Cina e che è stata dichiarata “morta” da lei stessa, ma non ritirata formalmente, come chiedono i manifestanti. “Rimango impegnata a servire la gente di Hong Kong con umiltà. Questa è la migliore risposta che posso dare in questo momento”, ha detto Lam.