Esteri

I quattro weekend che decidono le sorti del mondo: ecco quali sono

di Enrico Verga

Il fine settimana che si è concluso ha visto: G7, Bilderberg, Lega Araba e summit cinese di Xian. Chi rappresentano e perché sono importanti?

La presenza dell’ucraino è stata più rilevante per i media occidentali che per i presenti. Un altro ospite ha mostrato come gli equilibri di potere in medio oriente sono cambiati radicalmente: Assad. Considerato un paria per oltre un decennio, osteggiato da Qatar e Arabia Saudita, il leader siriano è stato “riaccolto a casa” con baci e abbracci. Se la presenza di Zelensky ha catturato i media occidentali, la presenza di Assad è un terremoto silenzioso per l’intera Lega.

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Assad divenne oggetto di un primo fallito colpo di stato americano, come spiegò ai tempi Time of Israel. Fallito il primo tentativo gli Usa, supportati dagli alleati locali (saudi e qatarini), tentarono per anni di farlo cadere. Senza il supporto della Russia, dell’Iran e il silenzioso consenso della Cina, la Siria oggi, un tempo perla di multiculturalismo etnico religioso, sarebbe uno stato filo americano. Il vero cambiamento che ha spinto Assad a tornare nella Lega araba nasce lontano, ad Oriente. La Pax Cinese, che ha visto Saudi Arabia e Iran deporre l’ascia di guerra, ha cambiato gli equilibri di tutta l’area. Come da me spiegato di recente una delle tre aree di frizione e guerra proxy tra Iran e Arabia Saudita era proprio la Siria. Con la pace cinese le truppe iraniane hanno cominciato a ritirarsi, eguale atteggiamento hanno assunto le unità saudite. Il risultato è una Siria dove le uniche unità militari non invitate dal governo siriano sono le truppe americane che risiedono nell’area curdo siriana.

La Lega Araba, nella sua discussione, ha rinfrancato le posizioni di sostanziale neutralità nei confronti della crisi siriana, ha confermato l’impegno di voler essere mediatore (l’ennesimo) per la risoluzione della crisi e ha ribadito la sua volontà di avere rapporti commerciali con tutti gli stati suoi clienti, economicamente parlando Cina e India che sono molto interessati ai giacimenti energetici arabi. L’evento, in apparenza, non ha definito nulla che già non era sulla carta, ma la presenza di Assad è sintomatica che un certo tipo di supporto agli storici alleati americani, nel gestire attività di politica estera su suolo mediorientale, sta radicalmente cambiando.

Summit di Xian

L’evento cinese di Xian è, di tutti e quattro, quello sostanzialmente ignorato dai media occidentali e, per molti aspetti, è quello più significativo per il futuro dell’Europa. All’evento han partecipato gli stati centro asiatici più importanti: Uzbekistan, Tajikistan, Kazakstan, Turkmenistan e Kyrgyzstan. Sono stati di cui si parla poco da noi. Ma non sono estranei agli interessi americani. Di recente, per esempio, Amazon ha cominciato a dialogare con tutti queste giovani democrazie per vendere loro servizi di Cloud e Data storage. Un’attività prettamente commerciale ma, se consideriamo che AWS ha tra i maggiori clienti statali il Pentagono e i servizi segreti americani, non ci vuole molto a interpretare la presenza di Aws come una “estensione” degli interessi americani nell’arginare l’espansione digitale cinese nell’area.