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Incendi a Los Angeles, il vento non è l'unica spiegazione. Una lezione anche per l'Italia

Il climatologo Luca Mercalli: "Venti e siccità estremizzati dal cambiamento climatico. Ma c'entrano anche le scelte compiute dall'uomo. Come le case in legno a difesa del rischio sismico..." L'intervista

di Mauro Indelicato

Incendi a Los Angeles, il vento non è l'unica spiegazione. Una lezione anche per l'Italia

“Occorre sgomberare il campo da ogni equivoco: quando c'è un evento climatico estremo, non c'è mai un unico fattore come causa scatenante”: non usa mezzi termini il climatologo Luca Mercalli, intervistato da Affaritaliani.it a proposito degli incendi di Los Angeles. La terza metropoli Usa piange almeno 24 morti e miliardi di dollari di danni, alimentati dal fatto che questa volta le fiamme sono divampate anche nel cuore del nucleo urbano.

Alla domanda su quale fattore ha contribuito maggiormente al disastro nella città californiana, Mercalli ha sottolineato l'importanza di non addossare responsabilità a un unico e solo elemento: “Ci sono i venti, senza dubbio, c'è la siccità e c'è una certa estremizzazione di tutti questi fenomeni causata dal cambiamento climatico – ha sottolineato –. Ma si tratta di concause, di elementi concatenati tra loro, come accade in ogni evento del genere”.

I venti di Santa Ana, le porte dell'inferno californiano

Negli Usa si è parlato molto negli ultimi giorni dei cosiddetti “venti di Santa Ana”. Un nome ben noto a chi vive lungo la costa occidentale degli Stati Uniti, da sempre caratterizzata da quelle forti correnti che portano sul Pacifico l'aria calda direttamente dal deserto del Nevada: “Ma questi venti ci sono sempre stati – ha rimarcato Mercalli –. Non rappresentano una novità e non possono essere visti come unica causa, per l'appunto”.

La vera novità di questi giorni sta nella loro intensità: “Dobbiamo chiederci – ha aggiunto il climatologo – se la loro forza è quella usuale, di sempre. La risposta è no, sono arrivati a 160 km/h e questo testimonia che si è in presenza di un evento estremo”. Ecco quindi la prima concausa: la forza dei venti di Santa Ana si è unita con le conseguenze di un certo cambiamento climatico osservato in California. “Un clima più arido – ha sottolineato Mercalli – e un oceano più caldo, hanno reso più intensi le correnti che, diversamente, si sarebbero fermate a 120 o 130 km/h. Non molto di meno, ma tanto basta forse per rendere più gestibili gli incendi”.


Incendi a Los Angeles: il ruolo giocato dalla siccità

Ma questa concausa non basta a individuare il principale innesco delle fiamme attorno Los Angeles. Occorre indagare su un altro elemento, quello legato alla siccità: “In California i problemi legati alla siccità ci sono sempre stati – ha ricordato il climatologo ai nostri microfoni – ora però sono più evidenti e questo è un problema”. Il perché è presto detto: se piove spesso il terreno è umido e le fiamme nei boschi non attecchiscono in modo serio. Al contrario, terreni aridi e secchi costituiscono una minaccia importante: “Nell'area di Los Angeles non piove da almeno due mesi – ha voluto rimarcare Mercalli –. La siccità ha creato le condizioni ideali per la propagazione di vasti incendi”.


La mano dell'uomo ed il dibattito sul malfunzionamento della rete elettrica

Mercalli poi ha voluto ribadire un concetto: “Se i terreni sono aridi, qualsiasi cosa può innescare le fiamme”. Un riferimento alle polemiche di questi giorni sul malfunzionamento della rete elettrica californiana, le cui scintille avrebbero causato l'innesco degli incendi, così come al caso di presunti piromani in azione: “Quando hai venti forti e terreni aridi – ha ribadito Mercalli –. Ogni cosa può avviare gli incendi e il territorio è esposto ai fenomeni estremi che stiamo conoscendo”.

C'è poi la questione legata all'urbanistica di Los Angeles: “Le autorità hanno sempre dato priorità alla difesa dai rischi sismici – è il pensiero del climatologo – per questo molti quartieri sono stati costruiti con le case di legno, circostanza che ha contribuito anch'essa all'avanzamento delle fiamme”.

Quanto accaduto a Los Angeles potrebbe succedere in Italia?

Quanto sta accadendo in California non può essere considerato estraneo al contesto italiano. Dal pericolo degli incendi e delle fiamme devono presto imparare a difendersi anche le nostre città: “Il clima è molto simile e le dinamiche sono le stesse – sottolinea Mercalli –. Anche qui assistiamo all'aumento delle temperature e anche qui combattiamo contro una più incisiva siccità, ci sono quindi le condizioni per lo sviluppo futuro di incendi simili a quelli di Los Angeles”.

Non sono del resto mancate avvisaglie: nel Gargano le fiamme tra i boschi hanno costretto più volte all'evacuazione di intere strutture alberghiere negli ultimi anni, nel luglio del 2023 invece una serie di vasti incendi ha messo sotto assedio Palermo e il suo hinterland. Lungo l'intera penisola dunque, servono misure più incisive per evitare il ripetersi degli scenari californiani. I fattori climatici alla base dei disastri negli Usa, sono presenti anche nello stivale.