Esteri
Ucraina, incontri a Jedda per la pace: chi c'è, chi manca e che speranze ci sono
Dalla neutralità strategica al ruolo egemone nel settore petrolifero: ecco perchè i colloqui di pace si tengono in Arabia Saudita. Il commento di Tirinnanzi, esperto di geopolitica

Ucraina, al via gli incontri di Jedda per la pace. Chi c'è, chi manca e che speranze ci sono
Attorno al tavolo di Riad, siederanno i rappresentati di Stati Uniti e Ucraina per dirimere le divergenze emerse tra le parti dopo la lite tra Trump/Vance e Zelensky alla Casa Bianca: il segretario di Stato Marco Rubio e il consigliere per la sicurezza nazionale Mike Waltz per gli americani; il capo dell’ufficio presidenziale Andriy Yermak, i ministri degli Esteri e della Difesa, Andriy Sybiga e Rustem Umerov, per la parte ucraina. Il ministro degli Esteri dell'Arabia Saudita è presente ai colloqui.
Rubio ha definito "promettente" la proposta ucraina di un cessate il fuoco parziale, che si svolgerebbe in cielo e sul mare. Sul tavolo inoltre l’accordo sui minerali ucraini, naufragato nello scontro dello Studio Ovale: i segnali che l’intesa potrebbe essere raggiunta già questa settimana, già in Arabia Saudita è condivisa dall’inviato di Trump Steve Witkoff, e anche secondo fonti ucraine.
Un incontro centrale, quindi, dalle mille domande. Ne abbiamo parlato con Luciano Tirinnanzi, esperto di geopolitica. Queste le sue considerazioni.
I colloqui si svolgono a Gedda e Riad. Perché? Il fatto che l’Arabia Saudita abbia già ospitato i colloqui tra Stati Uniti e Russia e la scelta di Riad come probabile sede per l’atteso incontro tra Trump e Putin nelle prossime settimane (mesi?), evidenzia la crescente influenza della capitale saudita, per tre ragioni:
1) la sua neutralità strategica e il suo ruolo di mediatore globale: l’Arabia Saudita è rimasta sin dall’inizio neutrale nella guerra e ha cercato sempre di aprire uno spazio di incontro tra le parti in conflitto per risolverlo. Riad si è proposta come mediatore da quando la Russia ha invaso l’Ucraina nel febbraio 2022; nel settembre dello stesso anno, ha avuto un ruolo nel rilascio dei combattenti stranieri detenuti in Ucraina, tra cui due provenienti dagli Stati Uniti e cinque dalla Gran Bretagna. Ha ospitato un round di colloqui sulla guerra nell’agosto 2023, a cui hanno partecipato rappresentanti di oltre 40 paesi (senza la partecipazione della Russia). Allo stesso tempo, ha mantenuto strette relazioni con Kiev e ha ricevuto più di una volta il presidente ucraino Volodymyr Zelensky (lo scorso giugno è stato lo stesso principe ereditario saudita Mohammed bin Salman a fermarsi con lui in un faccia a faccia). Inoltre, Zelensky ha partecipato al vertice della Lega Araba nel maggio 2023 a Gedda.
2) Il ruolo egemone nel settore petrolifero: il regno è come noto il più grande esportatore di petrolio greggio al mondo e per questo, dallo scoppio della crisi degli idrocarburi del 2022, ha collaborato strettamente con la Russia sulla politica petrolifera, e mantiene tuttora ottime relazioni per il settore energetico con i maggiori Paesi esportatori.
3) L’ambizione e il rapporto personale del principe ereditario: Mohammed Bin Salman ha sviluppato una relazione personale con Donald Trump ma anche con Vladimir Putin, mai rinnegato dai sauditi. l’Arabia Saudita è percepita un’entità neutrale, amichevole e affidabile da entrambe le parti, ma soprattutto il giovane Salman ambisce a fare del Medio Oriente una terra prospera e senza più guerre. Cosa su cui Usa e Russia sono ovviamente d’accordo.