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Esteri
Iran, pallottole e lacrimogeni sulle proteste. Accordo Ue per le sanzioni

Iran, continuano le proteste e le forze di sicurezza aumentano la repressione 

Non s'arrestano le proteste in Iran: a 25 giorni dall'inizio del caos in Iran contro la morte della 22enne curda, Mahsa Amini, avvenuta lo scorso 16 settembre, le forze di sicurezza iraniane hanno aumentato ulteriormente la repressione sia schierando maggiori unità nelle strade dei centri abitati, tra cui la capitale Teheran, che rafforzando il blocco alla rete internet.

A seguito degli appelli lanciati ieri da vari gruppi studenteschi a manifestare a Teheran e in altre città del Paese, le autorita' hanno aumentato il numero di unità di polizia e dei paramilitari basij (integrati nel corpo dei Guardiani della rivoluzione iraniana) a Teheran con agenti in borghese e in tenuta antisommossa, secondo quanto riferisce il sito con sede a Londra vicino all'opposizione "Iran International".

Secondo l'organizzazione NetBlocks, il traffico Internet dell'Iran è sceso oggi a circa il 25 per cento.  "E' probabile che l'incidente limiti ulteriormente il libero flusso di informazioni in mezzo alle proteste", ha affermato NetBlocks in una nota. Nonostante l'interruzione, i testimoni hanno visto almeno una manifestazione a Teheran, con circa 30 donne che si sono tolte il velo mentre cantavano lo slogan "Morte al dittatore!'' in riferimento alla guida suprema dell'Iran, ayatollah Ali Khamenei.

Nonostante un ridimensionamento delle proteste, dimostrazioni si sono verificate nei campus universitari di Teheran e in altre citta' tra cui: Shahinshahr, Baharestan, Isfahan, Shiraz, e Rasht. La tensione resta sempre alta, soprattutto nelle regioni curde dell'Iran occidentale, da cui ha preso il via lo scorso 17 settembre l'ondata di manifestazioni, dopo i funerali di Mahsa Amini a Saqez. Secondo quanto affermato dal gruppo curdo per i diritti umani Hengaw, i negozi sono rimasti chiusi per protesta in molte citta' della provincia del Kurdistan.

Proteste in Iran, l'Ue vara sanzioni contro i responsabili della repressione 

Nel frattempo, i Paesi Ue hanno concordato oggi prime sanzioni contro i responsabili della repressione delle manifestazioni in Iran. Lo hanno riferito fonti europee a Europa press, spiegando che gli ambasciatori dei 27 hanno stabilito il congelamento dei beni e il bando all'ingresso dell'Ue nei confronti di "una decina di persone".

La decisione verrà formalizzata lunedì prossimo dai ministri degli Esteri riuniti a Lussemburgo. Si tratta dei primi provvedimenti dell'Ue dopo che la morte durante la detenzione della 22enne Mahsa Amini, arrestata per aver messo male il velo, ha scatenato un'ondata di proteste in tutto l'Iran. A chiedere per primi sanzioni europee sono stati Italia, Spagna, Germania, Francia, Danimarca e Repubblica Ceca. 

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