Esteri
Israele-Emirati,così cambia il Medio Oriente.Ancora in silenzio Arabia e Qatar
I movimenti sullo scacchiere mediorientale
A più di 36 ore dallo storico accordo di pace tra Israele e gli Emirati prosegue il silenzio di alcuni Paesi arabi, che ancora non hanno preso posizione. Tutti gli occhi sono puntati sull'Arabia Saudita, il Paese del Golfo con più peso e la cui politica è stata sempre una guida per le altre monarchie sunnite. Nessun commento al momento, mentre sui social la tendenza è a favore dell'accordo e alcuni commentatori lo hanno elogiato, come il noto scrittore saudita Turki al Hamad, che su Twitter ha definito quello degli Emirati Arabi Uniti un "passo coraggioso".
Il governo del Kuwait non ha rilasciato finora alcuna dichiarazione: nell'unico del Golfo dove c'è una certa opposizione in Parlamento, alcuni partiti e gruppi della società civile hanno espresso on line il loro malcontento. Il Kuwait è uno dei paesi meno belligeranti del Golfo, sebbene sia allineato con Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti e Bahrein, ma cerca di mantenere una posizione neutrale e ha mediato tra i suoi vicini in diverse occasioni.
Anche le autorità del Qatar, Paese però in aperto conflitto con gli Emirati e vicino alla sfera iraniana e uno dei principali sostenitori del gruppo islamista palestinese Hamas, acerrimo nemico di Israele. Il Bahrain e l'Oman sono i due paesi del Golfo Persico che per primi si sono espressi e lo hanno fatto a favore dell'intesa. Dalla Siria, uno dei Paesi che continua a portare avanti scontri armati con Israele, non sono arrivati commenti ufficiali da parte del governo di Bashar al Assad, al quale gli Emirati Arabi Uniti hanno teso la mano nel 2018 con la riapertura dell'ambasciata a Damasco dopo sette anni.